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Tirreno-Adriatico 2011: Gilbert, volata impressionante!! - Sprint da 10 per il belga, maglia a Evans | Cicloweb

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Tirreno-Adriatico 2011: Gilbert, volata impressionante!! - Sprint da 10 per il belga, maglia a Evans

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L'esultanza di Gilbert dopo l'eccezionale sprint di Castelraimondo © Bettiniphoto«All'ultimo chilometro avevamo quindici secondi dai fuggitivi. Ho visto Machado della RadioShack che partiva. Era ancora lunga, ma già dal primo passaggio a Castelraimondo avevo visionato gli ultimi metri. Avevo capito di poter far bene, il finale era su un tipo di strada che piace a me». La strada che piace a Philippe Gilbert è in salita. Leggera salita, 2%, massimo tre. Una curva ad angolo retto con il fondo lastricato, il rettilineo d'arrivo che sale ancora, lo striscione che non arriva mai per chi è davanti. Davanti ci sono Malacarne ed Amador, in fuga dal km 7, che esausti raschiano il fondo del barile. Poels della Vacansoleil li ha recuperati e cerca il colpo grosso. Gli è quasi riuscito. Dietro il gruppo è imploso, un sagoma Omega Pharma-Lotto s'intravede sulla sinistra. La volata è poderosa, come solo Gilbert sa fare. Rimonta una, due, più posizioni. Riprende la testa della corsa, mette la freccia, Poels lo vede e nemmeno ci prova. Un piccolo colpo di reni ed il vallone torna a vincere sulle strade italiane a otto giorni di distanza dal successo alla Strade bianche. Lui, che ieri aveva provato ad inseguire Scarponi, al momento in cui lo scalatore marchigiano era scattato, e si era dovuto arrendere. Condizione in ribasso? Macché, solo un arrivo non adatto a lui. «Sono stato un po' ingannato dall'altimetria ufficiale, tuttavia alla fine non ero troppo deluso. Ho avuto subito l'occasione per rifarmi». Gilbert non è tipo da rese, specie se davanti ha una tappa molto mossa, corsa con un tempo da lupi. Se poi trova la strada che piace a lui, non ce n'è per nessuno.

La tappa più lunga (240 Km prolungati a 244 causa smottamenti varii) e impegnativa della Tirreno-Adriatico prevede la scalata del Sasso Tetto (1455 m), l'ascesa a Camerino, un muro con punte del 18% e, dopo un primo transito sul traguardo, la salita micidiale di Gagliole. Dopo soli 7 km se ne vanno in cinque: Amador, Malacarne, Hayman, Wegmann e Mouris. Guadagnano subito terreno ed il gruppo lascia fare (2'20" il vantaggio dopo 13 km). Dopo il rifornimento, km 120, il vantaggio è di 11'20". Sarà la soglia massima toccata dal quintetto. Sulle rampe del Sasso Tetto la Lampre-ISD tira il gruppo mentre tra i fuggitivi, avvantaggiati di 6'55", Mouris ha ceduto. Restano così in quattro davanti.

Nel gruppo maglia azzurra il nuovo leader Gesink sembra non avere problemi mentre Gilbert, non uno scalatore puro, non si sfinisce. «Sul Sasso Tetto ho mollato negli ultimi chilometri - afferma Philippe - ma sono rientrato agevolmente in discesa e successivamente ho avuto gioco facile sulle salitelle di due, tre chilometri». Già, le salitelle che seguono il Sasso Tetto - vetta più alta della corsa - sembrano disegnate proprio per Gilbert. Saliscendi continui, bruschi, strade strette. Sembra quasi una piccola Amstel Gold Race. Il vantaggio degli uomini davanti scema via via, sul primo passaggio a Castelraimondo i quattro fuggitivi conservano 3'05" sul gruppo dei migliori. La Farnese Vini-Neri Sottoli si fa carico dell'inseguimento. E perché pare che Visconti stia bene e per dimostrare che son ben degni di un invito alle corse che contano. Si vedrà. Amador non si fa invitare ad attaccare su uno di quegli strappetti di cui il circuito finale è costellato. Se ne va ma il bellunese Malacarne lo riprende quando al traguardo mancano venti chilometri. Gli altri due compagni d'avventura, Wegmann e Hayman, cedono di schianto.

I battistrada non s'aiutano molto. Malacarne scatta su uno strappetto, Amador lo riprende scuotendo la testa. Non è modo di arrivare al traguardo. All'attacco dell'ultimo Gpm, quello di Gagliole, il vantaggio sul gruppo è 1'39". Le pendenze sono notevoli ed infatti dietro si scatena la bagarre. Pinotti e Muravyev erano già evasi ai -7, ripresi quasi subito. Sulla salita di Gagliole è Di Luca, sorprendentemente in palla sia ieri che oggi, il più attivo. «Sono felice di aver avuto conferma della mia condizione in crescita, peccato solo non aver vinto. Domani ci riproverò», dichiarerà l'abruzzese poco dopo il traguardo. Scarponi e Cunego non lasciano andare il killer. Evans, Nibali e Basso si riportano sotto. La maglia azzurra Gesink va in difficoltà. Resta indietro cento metri e Visconti, che evidentemente così bene non sta, l'aiuta a rientrare, senza successo. Nibali si porta avanti per affrontare al meglio la discesa insidiosa ma non fa il vuoto.

Amador e Malacarne intanto hanno ancora una decina di secondi di vantaggio quando manca poco più di un chilometro all'arrivo. Strada che sale leggermente, strada che piace a Gilbert. Prima Pinotti esce nuovamente dal gruppo, seguito da Scarponi. Quindi Poels mette la quinta e recupera in poche pedalate i battistrada, ormai sfiniti. Machado lo imita con successo, Gilbert coglie l'attimo, acchiappa la sua scia, si lancia e li supera tutti. La gamba è indubbiamente da Sanremo, ma per Gilbert la Classicissima non è «un obiettivo primario, sarà solo una corsa di passaggio nel mio cammino verso la Liegi, la gara a cui tengo di più. Questa vittoria, unita a quella di sabato scorso, mi ha tolto un bel po' di pressione. Nella Classicissima non cercherò il risultato a tutti i costi, anche se devo ammettere che mi piacerebbe molto arrivare sul podio».

Cambia la classifica generale, con Gesink che accusa i cambi di ritmo e sull'ultimo strappo di Gagliole cede. I big approfittano. Cadel Evans, che alla partenza non nascondeva ambizioni di vittoria, si trova in maglia azzurra e ne è quasi sorpreso: «Non mi aspettavo di essere così competitivo quando mi sono schierato al via di questa Tirreno-Adriatico. Quella di oggi è stata una corsa di difficile interpretazione. Dopo aver scollinato il Sasso Tetto, i fuggitivi tenevano bene e il nostro gruppo si scremava, strappetto dopo strappetto. Sull'ultimo Gesink è andato in difficoltà, i Lampre e i Liquigas hanno aumentato il ritmo ed io mi sono accodato, cercando di sfruttare la situazione. In ogni caso i distacchi in classifica generale sono ancora risicatissimi e tutto può succedere, sia domani che nella crono finale».

Vero, ora l'australiano iridato di Mendrisio vanta 2" su un Basso in gran forma e 3" su un Damiano Cunego che aspetta solo le Classiche ed intanto testa la gamba. A chi si dice sorpreso di vedere Evans già là davanti, con così pochi giorni di corsa alle spalle, risponde lo stesso Cadel: «Viste le esperienze degli anni scorsi, quando arrivavo al Tour stanco per aver corso troppo nella prima parte di stagione, ho deciso di selezionare gli appuntamenti e cercare di dare il massimo in Francia. Perciò non prenderò parte alla Sanremo, che considero una corsa molto rischiosa, e andrò invece alla Volta a Catalunya. Probabilmente sarà il mio ultimo appuntamento prima delle Classiche».

Domani penultima frazione della Corsa dei due mari, l'ultima in linea prima della cronometro finale. Si andrà da Ussita a Macerata, 178 km con un finale in decisa ascesa. Di Luca, Cunego, Scarponi, Basso e probabilmente lo stesso Gesink tenteranno l'assalto al primato di Evans, perché il finale di questa corsa è quanto mai aperto. Forse Gilbert non riuscirà a tenere il passo dei migliori sulla salita di Macerata. Non ha bisogno di vincere sempre, Philippe, solo quando c'è in palio una posta molto alta. Lui studia le strade, trova quella che gli piace e massacra gli avversari con la faccia innocente di chi non si rende conto del prodigio compiuto.

Francesco Sulas

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