Giro d'Italia 2011: Zomagnanimo invita tutti al ballo - Deroga dell'UCI e ben 5 wild card per la corsa rosa
E anche stavolta il buon Angelino ha tirato fuori il suo bel coup de théâtre. Tutti ci chiedevamo da mesi chi sarebbe stata l'esclusa, nella corsa alle quattro wild card che, con le nuove regole (18 Pro Tour invitate di diritto e col dovere di partecipare), avrebbero potuto prendere il via al Giro d'Italia, in maggio. Le candidate a uno di quei posti? La Farnese Vini del tricolore Visconti, l'Androni Giocattoli vincitrice del campionato italiano a squadre, la Geox di Menchov e Sastre, la Colnago di Pozzovivo e Belletti e l'Acqua&Sapone di Garzelli. Chi avrebbe guardato le imprese dei colleghi da casa?
Nessuno, tutti in pista. È questa la sentenza di Zomegnan che è riuscito a strappare all'UCI una deroga all'articolo 2.2.002 dei regolamenti internazionali. The number of riders starting a road race shall be limited to 200, recita testualmente il comma, e 200 diviso i 9 partecipanti per squadra fa 22 e rotti. Con la concessione di Aigle si partirà invece in 207.
Senza dubbio siamo di fronte ad una grande conquista da parte del Giro d'Italia che, dopo anni e anni passati a dover subire le critiche per un'esclusione piuttosto che per un'altra, quest'anno riuscirà ad avere alla partenza tutte le squadre italiane aventi un organico all'altezza di affrontare una corsa a tappe di tale blasone. Ottimo passo avanti per la popolarità dell'Angelo nazionale che in un colpo solo ha cancellato anni e anni di mugugni, spesso feroci, dei tifosi (ma anche dei team manager di volta in volta esclusi).
E - ci chiediamo - cosa avrà fatto Zomegnan per ottenere questo permesso a nostra memoria mai accordato ad un organizzatore di un GT dall'avvento del Pro Tour? A ripensarci bene, quel silenzio a capo chino seguito alla vera e propria imposizione dell'UCI, "le 18 squadre ProTour saranno al via di tutte le corse del World Tour (GT compresi)", ci era parso un po' strano, anche memori della guerra che gli organizzatori portarono contro Aigle qualche anno fa per gli stessi motivi. La deroga sulla 23esima squadra, a nostro avviso, potrebbe proprio essere il giusto pegno pagato da McQuaid in cambio di quel silenzio-assenso, come a dire "va bene, tutte le tue 18 Pro Tour saranno al via della mia corsa, ma io devo poterne invitare altre cinque". Un do ut des che stavolta non andrà a scapito delle squadre, nè degli appassionati, strano ma vero...