Het Nieuwsblad 2011: Due splendidi combattenti - Langeveld piega Flecha solo all'ultimo centimetro
- Omloop Het Nieuwsblad 2011
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- Sky ProCycling 2011
- Aleksejs Saramotins
- Bram Schmitz
- Edvald Boasson Hagen
- Frédéric Amorison
- John Degenkolb
- Juan Antonio Flecha Giannoni
- Jürgen Roelandts
- Lars Boom
- Luca Paolini
- Manuel Quinziato
- Martijn Maaskant
- Mathew Hayman
- Matthieu Ladagnous
- Niki Terpstra
- Philippe Gilbert
- Ronan Van Zandbeek
- Sebastian Langeveld
- Steven Caethoven
- Steven Van Vooren
- Stijn Devolder
- Sébastien Chavanel
- Sébastien Delfosse
- Thor Hushovd
- Tom Boonen
- Yoann Offredo
- Uomini
Riparte il ciclismo del grande Nord, e subito ritroviamo una componente di spettacolo che, in questa forma, solo le corse fiamminghe sanno dare. A quanto pare, nemmeno importa quali siano i nomi che poi monopolizzeranno l'ordine d'arrivo, in un certo senso: basta esserci, e in questi scenari anche chi non si chiama Fabian o Tom si trasforma, in quel lasso di tempo in cui si corre la gara di turno, in un piccolo eroe.
Sebastian Langeveld, per esempio: chi avrebbe scommesso che, quando è partito con un forcing a 54 km dalla conclusione della Het Nieuwsblad 2011, sarebbe riuscito ad arrivare fino in fondo? E invece eccolo lì, vestire i panni del (piccolo) eroe e pedalare indefesso sotto la pioggia che batteva intorno a Gand.
Oppure Juan Antonio Flecha: chi avrebbe creduto che, tutto solo, sarebbe stato in grado di mangiare quasi 2' di distacco al battistrada nel breve volgere di una ventina di chilometri, per poi piombare addosso a uno sconfortato Langeveld a 15 dalla conclusione? E invece è successo, e non solo è successo, ma poi alla fine scopriamo che tutto ciò non era che un ricco antipasto di un chilometro finale da fuochi d'artificio.
La corsa, come anche in Belgio succede, era vissuta su una lunga fuga a 8 comprendente Delfosse, Caethoven, Saramotins, Ladagnous, Van Zandbeek, Sébastien Chavanel, Van Vooren, Schmitz, fuga che aveva avuto anche 7' di margine ma che poi era stata tenuta a bada principalmente dal lavoro della Quickstep. Esauritasi la primigenia azione, è partita contemporaneamente quella decisiva, senza quasi il tempo di pregustare uno scontro tra titani (scontro annunciato da un paio di scatti - forse dimostrativi, forse di prova - di Boonen intorno al Taaienberg, prontamente rintuzzati da Gilbert e Hushovd, ma non da Devolder e Boasson Hagen, ingloriosamente staccati a 60 km dal traguardo; poi il norvegese è comunque riuscito a rientrare).
Quando Langeveld è partito, è stato dapprima sottovalutato: in fondo, tenuto lì a 15-20" per una buona decina di chilometri, non dava troppo fastidio ai favoriti di giornata. Ma quando il gruppetto dei big si è accorto che non riusciva a limare sul battistrada, anzi, che iniziava a perdere ulteriore terreno, sono iniziati i problemi. Il percorso tutto muri e pavè della Het Nieuwsblad non ha certo favorito il compattarsi delle squadre, sicché, rimasti pochi gregari a dar man forte a Boonen, Gilbert e soci, Langeveld ha preso il largo: quasi 2' hanno segnato i cronometri a 35 dalla conclusione.
A quel punto, dal drappello principale si erano già avvantaggiati alcuni uomini che avevano capito che non c'era più tempo da perdere. Maaskant, Offredo, Hayman, Degenkolb, Terpstra, Roelandts, Boom, Amorison, gli italiani Quinziato e Paolini, e lui, Flecha, unico dei favoriti della vigilia ad essere ancora in gioco, laddove gli altri, dietro, tiravano decisamente i remi in barca (il gruppo di Boonen taglierà il traguardo 5'05" dopo i primi). E proprio lo stesso Flecha, non avendo alcuna intenzione di abdicare dal trono della corsa da lui vinta dodici mesi fa, è partito in contropiede staccando i compagni di inseguimento e mettendosi a trenare in maniera spettacolosa tutto solo, rosicchiando secondo dopo secondo all'olandese in testa, e annullando tutto il distacco, come detto, in una ventina di chilometri.
Da parte sua, Langeveld ha avuto la freddezza di non perdere la testa di fronte al più titolato collega, e di risparmiare qualcosina nell'ultimo tratto prima del ricongiungimento di Flecha. Qualche energia che poi è tornata utile al momento di bloccare il previsto tentativo solitario dello spagnolo (andato in scena a 5 km dalla fine), e poi in quell'interminabile ultimo chilometro in cui abbiamo visto i due dapprima snervarsi a colpi di surplace (al punto che Flecha, forse troppo concentrato sull'imminente sprint, si è allargato troppo finendo per pedalare per qualche metro sul marciapiede); e poi scornarsi in una volata che ha visto Langeveld partire per primo, praticamente ai 300 metri, e subire la rimonta del pur non veloce Juan Antonio.
Quando i due si sono ritrovati perfettamente appaiati negli ultimi 100 metri, pareva che Flecha dovesse andare a bissare il successo del 2010 su un Sebastian in fase di progressivo sconforto. Ma a quel punto il 26enne della Rabobank ha tirato fuori le residue energie mentali per trovare la forza di non arrendersi a quel destino che pareva compiersi inevitabile: e ha tenuto, ha rilanciato, non si è afflosciato nella pedalata, resistendo coi nervi accanto al compagno d'avventura, e trovando una specie di colpo di reni che gli ha permesso di sopravanzare l'avversario solo per pochi centimetri.
Un epilogo entusiasmante e che premia l'uno e l'altro di questa bella corsa, il primo perché raccoglie il successo fin qui più importante per la sua carriera, il secondo perché c'è sempre, a volte (raramente!) vince, ma sa dare spettacolo praticamente in ogni occasione. Bravi Langeveld e Flecha, bravi anche Hayman e Offredo, presenti nelle fasi più calde e terzo e quarto all'arrivo (a un minuto dai primi). L'Italia piazza Paolini in quinta posizione e Quinziato in ottava, davanti a Roelandts e a un Boom che pare messo abbastanza bene quest'anno, al punto che potrà far parlare di sé sul pavé, in almeno una delle tante corse che infiammeranno le Fiandre nel prossimo mese e mezzo. Degna di rilievo infine la dodicesima posizione di John Degenkolb, tedeschino neoprofessionista (fu secondo ai Mondiali Under 23 di Melbourne) che ha disputato questa Het Nieuwsblad col piglio di uno stagionato navigatore di muri e pavé. Giovani leve crescono in fretta.