Giro di Sardegna 2011: Lampre, l'impronta è quella di Scarponi - Generale, Sagan si difende da un ottimo Serpa
- Giro di Sardegna 2011
- Androni Giocattoli - C.I.P.I. 2011
- Lampre - ISD 2011
- Liquigas - Cannondale 2011
- Ben Swift
- Damiano Cunego
- Eros Capecchi
- Evgeny Petrov
- José Rodolfo Serpa Pérez
- Michele Scarponi
- Mikhail Ignatiev
- Pasquale Muto
- Pavel Brutt
- Peter Sagan
- Pierpaolo De Negri
- Robert Kiserlovski
- Yaroslav Popovych
- Ángel Vicioso Arcos
- Uomini
Tu chiamale, se vuoi, ambizioni. L'ultima tappa del Giro di Sardegna che si conclude a Gesturi con un arrivo in salita ed una porzione di sterrato vede trionfare due ragazzi (meglio, un bimbone ed un uomo) che nel 2011 avranno modo di togliersi delle belle soddisfazioni. Per lo meno, se queste sono le premesse, se le fondamenta della stagione sono ben costruite. Parliamo chiaramente di Peter Sagan, l'imponente slovacco, fisico da uomo, viso e modi da adolescente. La carta d'identità conferma la descrizione. Vorrebbe vincere una grande Classica, quest'anno. Ha dimostrato di avere i mezzi per poter raggiungere quest'obiettivo.
L'uomo è Michele Scarponi, ieri alla corte di Gianni Savio, oggi in Lampre-ISD, per calcare palcoscenici più prestigiosi e spiccare il salto di qualità. Vuole volare, insomma, l'aquila di Filottrano, questo il soprannome di Michele. Pedala tra i "grandi" dal 2002, era l'Acqua&Sapone di Mario Cipollini, quella con la divisa zebrata. Fece bene (nel 2003 4° alla Liegi e 7° all'Amstel, dodici mesi dopo 4° alla Freccia Vallone e 7° alla Liegi. Più che bene), si meritò il passaggio alla Liberty Seguros di Manolo Saiz. Giusto in tempo per cadere nella rete di OP. Lunga squalifica, giornate che non passano ed obiettivi che languono. A rilanciarlo ci pensa un Principe, Gianni Savio. È l'agosto 2008, Michele firma con la Diquigiovanni-Androni Giocattoli. Già nel Marzo 2009 vince la Tirreno-Adriatico, cui seguiranno due tappe al Giro. Il 2010 lo consacra, eppure inizia con un'altra Tirreno-Adriatico, stavolta persa ai punti o, se preferite, agli abbuoni, da Stefano Garzelli. Michele lavora sodo ed arriva in ottima condizione al Giro. Fare classifica è la sua ambizione. Rimedia la vittoria nella difficile tappa dell'Aprica, quella che riporta Ivan Basso in maglia rosa. Arriva anche il quarto posto nella generale e va bene così. Potrebbe incidere al Lombardia, è con Gilbert sul San Fermo. Un salto di catena lancia il belga verso il bis, Michele s'accontenta della piazza d'onore.
La voglia di competere è quella del ragazzino ma i trent'anni sono ormai sorpassati (è un classe '79). È giunto il momento di vincere sul serio e per farlo non si può rifiutare una corte prestigiosa come quella della Lampre. Cunego da rilanciare, a lanciare Petacchi penseranno altri. Scarponi deve solo lavorare e dimostrare che merita le aspettative di tutto il team. Esordisce proprio in Sardegna. Obiettivo: riportare Cunego in alto e togliersi le prime soddisfazioni. Sul Monte Ortobene Scarponi lavora duro, lavora alacremente, lavora per Damiano, che lo ripaga con la vittoria. A Lanusei è di nuovo tra i primi dieci, ad Oristano è la volta degli sprinters e così, giusto al calare del sipario, è il turno di Michele. L'arrivo in salita di Gesturi, con quella strada mal messa e sterrata in alcuni tratti, lo stuzzica.
Non teme la fuga del mattino. Quei sei davanti sono forti e allora la Lampre, insieme a Liquigas e BMC, si mette a tirare per non prendere rischi. Mentre recupera terreno Michele pensa.
Petrov? Era in fuga a L'Aquila, una rondine non fa primavera. Popovych? Tosto, sì, ma qui non siamo tra i dilettanti. Ignatiev? Mi preoccuperei se fossimo all'ultimo chilometro, ché lui, la sparata da pistard, ce l'ha eccome! Muto? Un bravo ragazzo, un buon atleta, ma oggi non può dire la sua, non foss'altro per il cognome che porta. Ben Swift? Ieri ha disputato la volata finendo quarto, che possa essere stanco? De Negri? Avrà tempo e modo di vincere, lo faccia più avanti, caro il mio giovane.
Swift, come previsto, accusa la stanchezza ed è il primo a perdere le ruote dei sei. Lapalissinamente, restano in cinque, come il massimo vantaggio ottebuto dai fuggitivi: 5'20" a Villacidro. Si oltrepassa Barumini ed i suoi bellissimi nuraghi ma il vantaggio del quintettto è tutt'altro che chiuso in una fortezza. Infatti quando mancano 16 km a Gesturi il gruppo è nuovamente compatto. RadioShack e Liquigas tirano, Fioretti affonda con un allungo, viene ripreso poco dopo ed è imitato da Pliuschin. La BMC ripesca il russo ai -5, un chilometro dopo è la Lampre-ISD a fare l'andatura.
Scarponi attende il momento propizio. Un paio di chilometri all'arrivo, Scarponi scatta, allunga sul gruppo. È una rasoiata che fa male. Lo segue l'ex compagno di squadra, José Serpa. I due mantengono 10" di vantaggio sugli inseguitori, tra i quali Capecchi, Sagan, Kiserlovski, Brutt, Cunego e Vicioso, con quest'ultimi due passivi, in quanto hanno in testa i capitani e rovinar loro la festa pare brutto. Sagan, invece, teme per la classifica generale (Serpa è a soli 16") ed è bello pimpante. Dall'ultima curva destrorsa - come sul Monte Ortobene - che immette sul traguardo spunta Scarponi, quindi Serpa, sconsolato per il terzo secondo posto di tappa, qui in Sardegna. Ancor più amareggiato, il colombiano, per la piazza d'onore ottenuta dietro a Sagan. Il bimbone della Liquigas dista soli 3", Cunego occupa il terzo gradino del podio di tappa, avendo regolato il "gruppetto Sagan", e nella generale si trova a 7" dal leader.
Scarponi è felice per sé, dopo questa bella vittoria, e può guardare al futuro immediato con grande fiducia. È felice per Cunego, dimostratosi un uomo rinato, non il corridore in cerca d'autore di qualche mese fa. Se il trend è questo il ragazzo maturo ma sempre un po' bambino non può che sorridere.
E poi c'è Serpa, un colombiano che da qualche mese sfoggia folti baffi neri, forse per emulazione di colui che a quella Vuelta al Táchira del 2006 lo scoprì. Era stato portato alla Serramenti PVC Diquigiovanni-Androni Giocattoli a 26 anni, come appoggio ad un Rujano pigliatutto. O almeno così sarebbe dovuta andare la storia. Invece Rujano non si confermò quello del 2005, Serpa, presa la giusta confidenza con l'Europa e le sue corse, iniziò financo a vincervi. Non trascurò tuttavia le gare sudamericane, dove continua a collezionare ottime prove. Ora, con un Rujano figliol prodigo in casa, José Serpa potrà farsi valere, come sta facendo, e nel contempo aiutare lo scalatorino venezuelano. Non sarà un campione, José ma può dire la sua in tante corse. Come Scarponi con il Giro, Sagan con le Classiche, Cunego con entrambe, ci spera molto il ragazzo di Corozal. Tu chiamale, se vuoi, ambizioni.