Giro di Sardegna 2011: Sagan da Oristano vede Sanremo - Supervista? No, una condizione da urlo
- Giro di Sardegna 2011
- Acqua & Sapone 2011
- Farnese Vini - Neri Sottoli 2011
- Lampre - ISD 2011
- Liquigas - Cannondale 2011
- Arkimedes Arguelyes Rodriges
- Damiano Cunego
- Danilo Napolitano
- Elia Favilli
- Jonathan Patrick McCarty
- José Rodolfo Serpa Pérez
- Manuel Belletti
- Oscar Gatto
- Peter Sagan
- Roberto Ferrari
- Uomini
Insormontabile, imbattibile, non si ferma più. Sagan domina in lungo e in largo la Sardegna e l'impressione è che non vorrà affatto fermarsi alla conquista della seconda isola più grande del Mediterraneo. Oristano, la tappa che è partita da Lanusei misura 174 km, con gli ultimi trenta totalmente pianeggianti. È terreno adatto agli sprinter, anche perché questa sarà la prima ed ultima occasione offerta loro dal giro a tappe sardo. La folla attende i treni delle squadre, la battaglia per i posti d'avanguardia del gruppo nei chilometri finali, il volatone. Pochi immaginano che a sprintare ed a vincere sarà Sagan. Già a Porto Cervo aveva inflitto un gran distacco al plotone sfruttando una curva presa meglio di tutti gli altri. Ieri, a Lanusei, aveva addirittura anticipato la volata quand'era in vista della flamme rouge, scambiata per il traguardo. Traguardo sul quale si era tuffato, staccando di ruota i diretti avversari e riprendendosi la maglia di leader. Oggi ha preceduto Belletti, Ferrari e molti altri, dimostrando che per lui anche in uno sprint a ranghi compatti, con quella gamba lì, la vittoria è facile da ottenere. Agli altri rimangono le briciole.
Dicevamo, difficile immaginare una volata di gruppo vinta da Sagan. Sarebbe forse più corretto dire che gli avversari diretti dello slovacco avrebbero sperato di non vederlo sprintare e primeggiare, specialmente in prospettiva futura. Invece si è capito subito che nella bolgia ci si sarebbe buttato eccome, il ventunenne della Liquigas. Già ai due traguardi volanti, con Jonathan Mc Carty ed Arkimedes Arguelyes (quest'ultimo in avanscoperta anche nella prima tappa) in fuga dalle prime pedalate, si era scornato con Cunego. Il veronese, distanziato in classifica di 4", aveva gettato con coraggio il guanto della sfida al traguardo di Seui, rosicchiando 1" a Sagan. Al secondo traguardo, posto in località Laconi, Sagan era andato a riprendersi quanto perduto precedentemente, transitando in terza posizione e ristabilendo la situazione di partenza.
Nulla di fatto quindi e, con una sessantina di chilometri al traguardo, si incrementava il lavoro per andare a riprendere i due fuggitivi. Speravano di farla franca, quei due. Avevano guadagnato sino a 7', l'illusione di riuscire a portare a termine la fuga li aveva più che sfiorati. L'Acqua&Sapone per Napolitano e la Farnese Vini-Neri Sottoli per Gatto e Favilli non la pensavano così e si sobbarcavano il lavoro per far calare il vantaggio. Lavoro che dava i suoi frutti, vantaggio che calava piano piano, fino ad essere azzerato ai -15. Qui entrava in azione la Liquigas. Si poteva pensare ad un lavoro per premiare Jacopo Guarnieri, velocista di razza del team, ma come trascurare il Fenomeno Sagan? La velocità elevata non consente scatti, allunghi, attacchi negli utlimi chilometri, azioni da finisseur. Niente di niente, si va allo sprint e vinca il migliore. E il migliore puntualmente vince, fa sua anche Oristano. Adesso ha 14" di vantaggio su Cunego e 16" su Serpa, da amministrare comodamente nell'ultima tappa con arrivo a Gesturi in leggera salita.
Ora, al di là della vittoria finale nella corsa a tappe sarda, preme far notare come questo ragazzino che l'anno scorso aveva stupito sin dalle prime corse, mentre quest'anno ha impressionato, si collochi di diritto come uno dei favoriti d'obbligo, in primo luogo, per la Milano-Sanremo. Ad oggi la forma è eccezionale e se in queste tre settimane manterrà tale condizione sarà difficile che non colga il bersaglio grosso nella prima Classicissima della vita. Certo, sono quasi 300 km di corsa. Ovvio, Madre Natura gli ha donato mezzi fisici importanti, talento, ma l'esperienza va maturata sul campo, sulla strada. Naturalmente la concorrenza sarà spietata, come e forse più di ogni anno. Non pretendiamo di dire che Sagan abbia già la Sanremo in tasca ma di certo, da una settimana a questa parte, il ragazzo ha mandato segnali importanti ai vari Gilbert, Freire, Boonen, Cavendish, Petacchi, per citare solo alcuni dei nomi che ogni dodici mesi si presentano al via in Piazza Castello con ambizioni importanti. Oggi nel club c'è anche Sagan. Nulla è scritto, nulla è certo, se non il cavallo su cui la Liquigas dovrà puntare.