Tour de Langkawi 2011: E Giuliani smise di fumare... - La promessa del vulcanico ds in caso di pokerissimo
Ci era mancato, lo ammettiamo. Di un personaggio come Stefano Giuliani, del resto, è impossibile non notare l'assenza, proprio perché è parimenti impossibile non notare la presenza.
Già ciclista ai tempi di Moser, gregario ma a modo suo vincente, e soprattutto ascoltatissima voce in gruppo, Giuliani fu in grado, una volta sceso dalla bici, di reinventarsi nel ruolo di direttore sportivo della prima squadra professionistica abruzzese, la Cantina Tollo (allestita coi Masciarelli e Santoni), ma soprattutto come team manager-deus ex machina di una squadra tutta sua: la Mobilvetta, diventata poi Formaggi Trentini-Pinzolo, a cavallo tra anni '90 e '00.
Poi, a fine 2004, con la chiusura del team, il buon Giuliani, come dice lui stesso, entrò in un periodo problematico: «Saltai di testa, e volli mollare per qualche tempo per ritrovare la tranquillità». Qualche collaborazione con squadre minori (Continental o dilettanti) della sua regione, a riempire le stagioni a seguire, oltre ovviamente a una partecipazione diretta alle vicende degli anni d'oro (per quanto travagliati) di Danilo Di Luca, suo genero (che lo conosce da una vita e ne ha sposato la figlia Valentina).
Ma per un'ammiraglia ad alti livelli i tempi non erano ancora maturi. Lo sono diventati al volgere del decennio, evidentemente, con un ruolo da direttore sportivo nella Farnese-Neri di Citracca e Scinto per la stagione appena cominciata, e da subito vissuta - secondo la consueta interpretazione data da Giuliani al "fare ciclismo" - al centro dell'attenzione, sotto tutti i riflettori.
In fondo non capita a tutti i direttori sportivi di vedersi esplodere tra le mani un ventunenne che ti vince 5 tappe su 10 alla prima corsa ciclistica disputata. Giuliani ha trovato in Andrea Guardini non solo uno straordinario talento da seguire e far crescere, ma anche l'elemento che potrà consentirgli, da qui in poi, di non parlare più del fin qui citatissimo (da lui) Ivan Quaranta, vecchio marpione dei tempi belli.
Giuliani potrà aggiornare il diario dei ricordi e dei racconti, e non per rendite di posizione, ma perché la sua mano comunque c'è e si vede. Motivare un ragazzo neoprofessionista che potrebbe tranquillamente saziarsi con la prima vittoria alla prima corsa (chi avrebbe potuto chiedere di più a Guardini?), spingerlo a continuare a dare tutto, inventarsi una sfida giocosa per dare stimoli supplementari al giovanotto, mettere in palio una cosa (un'abitudine) cara per rafforzare lo spirito di gruppo: tutto ciò fa la differenza o no?
La promessa-scommessa del ds abruzzese di smettere di fumare in caso di 5 vittorie da parte di Andrea poteva sembrare una boutade come un'altra. Il verificarsi del clamoroso pokerissimo, però, la rende ex post molto realistica, al punto che ci si potrebbe chiedere se Giuliani avesse sparato non per caso, ma per calcolo, quell'obiettivo a quota 5.
Fatto sta che ora il vulcanico Stefano, colui che fu sempre riottoso a piegarsi alle regole e ai limiti della "vita d'atleta", colui che per una serata in discoteca (da ciclista, ma anche dopo; comunque, sempre protagonista al centro della pista da ballo...) avrebbe (e, in certi casi, ha) fatto carte false, dovrà accettare questa svolta salutistica nella propria vita. La simbolica cerimonia della spezzettatura della sigaretta, immortalata dalle nostre foto, è già avvenuta in Malesia. Ora per Giuliani non rimane che una cosa da fare: iscriversi ai sistemi ADAMS o Wheresabout per sottoporsi anche a casa a controlli a sorpresa che certifichino che non fuma più. Oppure facciamo che ci fidiamo. In fondo, che fumi o no, è già bello avere di nuovo in gruppo un matto del genere.