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L'intervista: Sosna: «Sogno Cancellara» - Pucinskaite presenta la giovane connazionale | Cicloweb

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L'intervista: Sosna: «Sogno Cancellara» - Pucinskaite presenta la giovane connazionale

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Katazina Sosna © Davide RonconiPrima partecipazione iridata nella massima categoria per la lituana Katazina Sosna, classe 1990, atleta del team toscano Vaiano Solaristech, per tutte le ragazze del gruppo "quella giovane alta, gigantesca che spinge come un treno".

In bici forza pura, nella vita di tutti i giorni è una ragazza buona, generosa, "alla mano", una di quelle che si fanno subito voler bene. Ha un nome particolare che non ha niente in comune con il lituano, lo stesso vale per il cognome, senza parlare delle misure che la inseriscono tra le atlete più alte del gruppo. Pure il soprannome prontamente appiccicato dagli italiani, è insolito e inusuale, tutti infatti la chiamano "Katia".

Da dove spunta questo modello lituano così atipico? Raccontati...
«Sono nata a Vilnius in una famiglia di origine polacca e sono la più piccola di cinque fratelli e una sorella. Ho sempre amato lo sport, ma a dire la verità mi immaginavo in veste di tennista e mai avrei pensato ad uno sport come il ciclismo. Ma un giorno un'allenatrice di ciclismo ha bussato alla porta della mia scuola proponendo alle ragazze della mia età di provare la bici...».

E tu non ci hai pensato due volte, quanti anni avevi?
«Quasi quindici, subito in tante siamo corse ad iscriversi, spinte dalla curiosità di provare qualcosa di nuovo. Ma presto, una dopo l'altra, molte hanno smesso, ed allora ho proseguito ad allenarmi in solitudine, quasi sempre con la mountain bike».

Finché non ti hanno iscritto ai campionati nazionali di allievi, che hai subito vinto. 
«Sì, la manifestazione era basata su tre prove singole e classifica a parte. Vincendo la crono ho vinto anche la classifica generale».

«Al ritorno dopo le corse facce stanche, disfatte, di ragazzine che hanno dato il massimo.....mentre Katazina: "Ok, allora vi saluto, tiro dritta a casa in bici perché devo aiutare la mamma a consegnare la posta..." mi faceva sempre una certa impressione, perché non si sentiva mai stanca». Sono le parole del tuo allenatore delle giovanili, Gediminas Kastanauskas.
«Avevo da fare e non ci pensavo alla stanchezza! Non sono certo il tipo che dopo ogni pedalata si mette a dormire!».

Ecco un'altra leggenda che gira sul tuo conto: nel 2008 hai vinto un giro a tappe per Juniores in Olanda staccando dalla ruota il gruppo senza neanche accorgertene. Confermi?
«No, non è andata esattamente così (ride)! Ho staccato in questo modo soltanto la mia compagna di fuga. Ho aumentato l'andatura e al momento del cambio mi sono accorta di non avere più nessuno dietro, allora ho spinto a tutta fino all'arrivo. Il gruppo mi inseguiva ma ho tenuto duro. Sono arrivata con 53" di vantaggio vincendo la quarta tappa e il giro, l'Omloop van Borsele.

Quest'anno sei capitata in Italia. Le prime impressioni?
«Ho trovato subito una vera famiglia nel Vaiano. Devo tanto a questa squadra che mi ha accolto con fiducia e passione, è il miglior team per me e sono felice di proseguire l'esperienza anche nel 2011».

E i risultati si son subito visti. Una sola annata ti ha portato un titolo lituano (crono) in tasca, un bronzo europeo U23 (sempre crono) e la convocazione iridata sia per la crono che per la strada. Il segreto quindi è la serenità e fiducia nei tuoi confronti? 
«Sì, ma non solo. Ho svolto allenamenti in altura, ho modificato con l'aiuto del biomeccanico la posizione a crono».

Passi giganti per una lituana gigante. Quanto sei alta? Che tipo di atleta sei o credi di essere?
«Centoottantatré centimetri, amo le corse contro il tempo, ma anche le salite lunghe e le gare a tappe. Il Giro di quest'anno mi ha lasciato un'ottima impressione, è una corsa impegnativa, ma molto bella».

Qual è la corsa dei tuoi sogni? Pensi al futuro? Hai un atleta che ti piace in particolar modo?
«Tutto dipende dall'andamento, dai risultati, dalle circostanze. A volte è meglio programmare con cautela e proseguire passo dopo passo. Certo il titolo mondiale o olimpico a crono sarebbe l'apice dei sogni ma non mi faccio troppe illusioni, so di dover lavorare a lungo ancora. Fabian Cancellara è il mio corridore preferito».

In un annetto scarso hai imparato un ottimo italiano! Parli già polacco, lituano, russo. Sei un talento anche in questo? Studi? 
«Scienze motorie, ma amo imparare nuove lingue. L'italiano l'ho imparato comunicando tanto con la mia compagna Valentina Scandolara e con le altre ragazze della squadra che mi hanno sempre aiutato e corretto. E ho trovato subito tanti amici in terra toscana!».

Sei soltanto 32 anni più giovane dell'intramontabile Jeannie Longo. Lei, la più anziana delle partecipanti alla crono iridata è giunta quinta al traguardo. Tu, la più giovane, hai chiuso in 23esima posizione. Soddisfatta?
«Sinceramente non tanto, il percorso era un po' troppo impegnativo per le mie caratteristiche, ma è stata comunque un'ottima esperienza, così come la prova in linea, anche se non l'ho finita per una serie di guai meccanici».

I tuoi programmi post mondiali? 
«Sono tornata in Toscana e con il mio team ho festeggiato il bronzo europeo, visto che tra una corsa e l'altra non abbiamo mai avuto il momento per rilassarci e festeggiare. Dopo tornerò in Lituania dove mi attendono amici, parenti e gli studi. Un po' di relax e poi si riparte!».

Edita Pucinskaite

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