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Giro di Lombardia 2010: Ma se Nibali non fosse caduto... - Le pagelle della classica delle foglie morte

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Gilbert - 10 e lode
Che poi è un voto alla stagione, se vogliamo. Non ha ripetuto in tutto e per tutto l'autunno da ovazione del 2009 (gli sono sfuggite rispetto a un anno fa Sabatini e Tours), ma in compenso ci aveva dato dentro alla grande in primavera, col successo all'Amstel e il filotto di terzi posti tra Fiandre, Gand e Liegi (quest'ultimo previa squalifica di Valverde). Anche oggi ha corso da padrone, come sempre più spesso fa (e quasi sempre gli riesce con successo: non al Mondiale, però), è scattato in discesa visto che in salita non aveva fatto il vuoto, e poi si è preso il lusso di aspettare Scarponi, farsi dare una mano dal marchigiano, e ristaccarlo in cima al San Fermo, per un'altra vittoria in solitaria che nobilita ulteriormente un palmarès che sta prendendo proporzioni rilevantissime. Al momento, nessuno come lui nelle corse di un giorno.

Scarponi - 8
Tra tutti i rivali annunciati per il Vallone Aerostatico, è stato il più puntiglioso, grintoso, convinto. Dopo i saliscendi che avevano ridotto il gruppo dei migliori a pezzettini, e dopo la picchiata dalla Colma di Sormano, su cui Gilbert aveva fatto valere tutta la sua perizia, il filottranese è stato in grado di non perdere l'orientamento, sotto la pioggia e sull'asfalto viscido, e di restare lì, a un tiro di schioppo dal primo. Il quale, quando ha saputo di avere Scarponi alle spalle, ha giustamente atteso il suo rientro per fare un tratto di strada insieme. Michelino sapeva bene di andare incontro - al 99% - a una sconfitta, ma non si è certo tirato indietro quando si è trattato di dare una mano al belga. Ed è stato ancor più bravo a non cercare poi troppe scuse per giustificare il problemino al cambio che l'ha frenato sullo scatto di Philippe («Sono stato poco lucido io nel cambiare»). Per lui, comunque, miglior piazzamento di sempre in una classica, e ottimo viatico per un 2011 in cui dovrà confermarsi uno dei nostri fari nella specialità.

Evans, A. Schleck - 4
Qualcuno li ha visti? L'australiano era uno dei più attesi, e la BMC ha pure lavorato abbastanza nella prima metà di gara, ma Cadel non è mai stato in partita. Quanto a Andy, è dall'inizio dell'anno che nomina il Lombardia, ma evidentemente lo Schleck orrendo degli ultimi mesi non poteva inventarsi alcun miracolo nell'ultima corsa stagionale.

Fuglsang - 7.5
In assenza di segnali da Schleck, è stato il danese a vestire i panni del capitano della Saxo, e non ha per niente demeritato: tra i più attivi già sulla Colma di Sormano, poi sicuramente il più convinto degli inseguitori negli ultimi 30 km. Tanto spirito di abnegazione non gli vale più del quarto posto, ma di sicuro la sua prestazione gli darà tanto convincimento nei propri mezzi per un futuro da vincente.

Kolobnev - 6
Uno dei tanti caduti di giornata, si è spremuto per rientrare nel gruppo prima del Ghisallo, ma fatalmente ha pagato poi gli sforzi profusi prima del previsto. Provato da tante avversità, tra l'altro non è arrivato nemmeno al traguardo.

Sánchez González - 6
Non che abbia demeritato, ma l'accoppiata del giorno pioggia battente+discese insidiose ci aveva convinti che sarebbe stato molto più protagonista. In effetti il suo sesto posto finale, a ridosso dei primissimi, è il risultato di una gara condotta sempre con un po' di freno a mano tirato, quasi costantemente a ruota d'altri e non a prendere di petto le cose in prima persona. Insomma, un piccolo compendio di una stagione che per l'ultimo campione olimpico è stata molto più brillante nelle corse a tappe (quarto al Tour) che non nelle classiche.

Lastras - 8
Ha trovato il giorno quasi perfetto centrando il risultato più prestigioso - al di là delle quattro tappe vinte nei tre GT - di una carriera che volge al termine. Probabilmente è la pioggia che gli ha messo le ali ai piedi, fatto sta che dalla Colma di Sormano in poi è stato uno dei migliori interpreti degli ultimi 50 km di corsa. Podio inatteso quanto meritato.

Gallopin - 7
Voto di stima e d'incoraggiamento, a lui un po' più che agli altri fuggitivi del mattino (Mirenda, Caccia, Carlström, Albasini e Da Dalto, 7 a tutti), visto che era già stato attaccante sfortunato al Piemonte, giovedì, e pure oggi non gli è andata bene, stroncato nel suo tentativo da una caduta. Comunque si consoli, ha tanti anni (di fughe, se vorrà) davanti a sé.

Visconti - 5.5
Evidentemente privo della gamba giusta, ha comunque voluto provarci, e non possiamo dire di non averlo apprezzato sul Ghisallo. Mezzo voto in meno per non aver concluso la gara, forse la maglia tricolore meritava di essere portata fino al traguardo della stagione.

Mollema - 6.5
L'allampanato olandese è stato tra i più convincenti tra Ghisallo e Colma, poi però ha pagato dei chiari limiti in discesa, a causa dei quali non ha saputo inserirsi nella top ten. Ci piacerà rivederlo su questi terreni in condizioni atmosferiche meno estreme.

Gusev - 7
Molto bravo a non demoralizzarsi per una doppia caduta, e a proporre comunque un bell'attaco sul Ghisallo. Nonostante il suo tentativo sia stato superato dagli eventi, non si è arreso e ha portato a casa un orgoglioso undicesimo posto (subito alle spalle del compagno Caruso, 6.5 per lui), in una corsa in cui la selezione è stata estrema: solo 34 corridori al traguardo, 3'50" tra primo e decimo, 21'35" tra primo e ultimo (Saramotins).

Santambrogio - 7
Praticamente mai visto, ma all'arrivo ce lo ritroviamo ottavo e terzo degli italiani. Bravissimo a gestirsi e a non perdere la bussola in mezzo alle tante fasi battagliate dell'ultimo quinto di Lombardia. In tal modo, tra l'altro, si propone per un ruolo più attivo, in futuro, nelle grandi classiche.

Nibali - 7
Uno dei più accreditati della vigilia, e la pioggia che ha bagnato le difficili discese del percorso doveva essere una spinta in più per lui. E invece, tra i vari big del lotto, è toccato proprio a lui saggiare l'asfalto, su un tornantino giù dalla Colma. Nel momento peggiore per lui, tra l'altro, visto che proprio in quell'occasione gli sono sfuggiti i buoi dalla stalla (con Gilbert e Scarponi che si sono involati). Avrebbe potuto contendere al belga il successo a Como, se non fosse caduto? Chi può dirlo. Di sicuro sarebbe stato lì davanti con Philippe e Scarponi, sul San Fermo, e chissà come sarebbe poi finita... matematicamente, meglio che con il quinto posto che è il piazzamento finale del più vincente e continuo degli italiani in questo 2010.

Marco Grassi

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