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Giro di Lombardia 2010: Autumn leaves, Gilbert arrives - Philippe, altro assolo memorabile. Scarponi 2°, sfortunato Nibali

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Philippe Gilbert, ancora primo al Giro di Lombardia © BettiniphotoNon c'è niente da fare, nelle corse di un giorno non c'è attualmente un corridore più forte di Philippe Gilbert. Il belga chiude anche il 2010, come il 2009, con un impressionante filotto, culminato in un Giro di Lombardia bagnato da tanta pioggia, segnato da tante cadute (tra cui una, piuttosto decisiva, ha coinvolto Nibali), e terminato col secondo successo consecutivo del corridore della Omega Pharma, che ha piegato in cima al San Fermo della Battaglia la resistenza di Michele Scarponi, ultimo a restargli vicino.

La corsa parte da Milano dopo 26 anni, e i primi fuggitivi della giornata sono anche quelli "giusti": il gruppo lascia fare e Gallopin (Cofidis), Mirenda e Caccia (ISD), Da Dalto (Lampre), Carlström (Sky) e Albasini (HTC), usciti al km 15, prendono il largo: arriveranno ad avere fino a 8'46" di vantaggio sul plotone (margine toccato al km 40, a 220 dal traguardo).

Il momento più critico della prima fase è la discesa verso Porlezza (km 70 circa), su cui l'asfalto bagnato provoca diverse cadute. Tra i corridori a scivolare c'è anche uno dei fuggitivi, Carlström, che però si rimette subito in sella. Peggio va a Bertagnolli, Marangoni e Solari, che sono invece costretti al ritiro dopo il capitombolo (mentre Joaquín Rodríguez si è già arreso a dolori di stomaco al km 40) . La maggiore cautela con cui procede il gruppo favorisce nuovamente gli attaccanti, il cui vantaggio, che era sceso a 6'36" al km 85, torna a salire per fissare un nuovo top con 8'28" a Bellano (km 136).

Da lì in poi però il gruppo inizia a fare sul serio, con Omega Pharma (per Gilbert) e BMC (per Evans) a tirare in testa, mentre le discese continuano a causare problemi: su quella - insidiosissima - del Balisio è Gallopin - in testa - a scivolare, imitato da Pozzovivo, Gusev (2 volte!), Vansummeren, Martin, Fofonov, Di Paolo e Kolobnev nel plotone. La picchiata fraziona addirittura il drappello di testa, con Albasini, Carlström, Caccia e Da Dalto che restano in avanscoperta, mentre Gallopin e Mirenda perdno terreno.

Il risultato dell'inseguimento da parte di un plotone già frazionato (dalle cadute: Kolobnev rientra a fatica da solo a 72 dal traguardo) è che ai piedi del Ghisallo (km 194) il vantaggio dei 4 è sceso a 3' circa, mentre Gallopin è stato già ripreso da qualche chilometro e Mirenda quasi.

Sul Ghisallo Da Dalto perde subito le ruote dei tre compagni di fuga, mentre la Saxo Bank si inserisce nelle prime file del gruppo, segno che Fuglsang sta bene - al contrario di Ballan che va subito in difficoltà. A metà salita molla anche Carlström e davanti restano quindi soli Albasini e Caccia, mentre dietro è Gusev il primo a proporre un allungo, dopo 3 km di ascesa. Visconti, con Madrazo, ci prova un po' più su, e a quel punto il gruppo è già bello e allungato (oltre che frazionato a circa 40 unità). Lo spagnolo e il campione nazionale italiano prendono qualche secondo di margine, e in vetta i passaggi dicono che Albasini, che nell'ultimo tratto della salita ha staccato Caccia, passa con circa 40" sul neoformato quartetto con Caccia, Visconti, Gusev e Madrazo e con 1'05" sul gruppo dei migliori, leggermente anticipati da Txurruka, evaso negli ultimi metri di scalata.

La successiva Colma di Sormano, grande novità del percorso del Lombardia 2010, vede Caccia staccarsi subito dal drappello di contrattaccanti che a loro volta riprendono e staccano pure Albasini. Dal gruppo (sempre tirato dalla Omega Pharma di Gilbert) prova a emergere Chris Horner, ma la selezione non è evidentissima (siamo sempre a una cinquantina di componenti il plotone), laddove è invece palese davanti: il ritmo di Gusev è troppo forte per Madrazo, che va a gambe all'aria, mentre Visconti non batte ciglio e tiene bene la ruota del russo, e Mollema, a sua volta uscito dal gruppo a metà salita, riesce a riportarsi sulla coppia di testa e addirittura tenta di involarsi in contropiede: Visconti patisce la rasoiata dell'olandese, e si vede ripreso e superato da Zubeldia e poi pure da Nieve (altri fuoriusciti dal plotone), ma anche Gusev, che sulle prime pareva in grado di resistere, cede il proscenio al corridore della Rabobank.

A 2 km dalla vetta entrano in scena gli italiani: prima Scarponi, poi, con più convinzione, Nibali, danno fuoco alla corsa. Il siciliano riesce a portare via un drappello in cui ci sono - tra gli altri - lo stesso Scarponi e Gilbert; al Gpm, a 41 km da Como, Mollema passa con 10" su Zubeldia e 30" sul gruppetto di 15 in cui Gilbert transita davanti a Scarponi, Dyachenko, Uran, Lastras, Nieve, Samuel Sánchez, Sinkewitz, Nibali, Finetto, Devenyns, Barredo, Caruso, Gusev, Fuglsang.

In discesa Gilbert è il più attivo e, provando a selezionare ulteriormente il drappello dei più forti, si porta, con Nibali e Lastras, su Zubeldia, che viene presto staccato (che cadrà pure), e poi coi due compagni d'azione su Mollema. L'olandese proprio non va in discesa, e si stacca, mentre lì davanti subentra anche Scarponi.

A 30 km dal traguardo, sulle più classiche foglie morte dei titoli di testa, Nibali scivola, su un tornantino. Il siciliano, tra tanto disappunto, risale in bici e prova dapprima a riportarsi da solo su Gilbert, Scarponi e Lastras, ma l'impresa è improba, e Vincenzo preferisce farsi riprendere da Fuglsang, Devenyns, Mollema, Nieve e SSG, per organizzare poi un inseguimento più efficace.

Mentre Sánchez non forza in discesa per tenersi vicino un gregario come Nieve, che tornerebbe utile sul piano, Gilbert davanti non mostra altrettanta attenzione sul piano tattico, tanto che allunga da solo ipotizzando forse di potersi tenere tutti dietro nei 25 km che lo separano dall'arrivo. A fine discesa Gilbert ha una decina di secondi su Scarponi, 23" su Lastras e circa 40 su Nibali, Fuglsang e Sánchez, e via via anche sugli altri inseguitori.

Gilbert, imbeccato dal direttore sportivo Damiani, decide a 20 dal traguardo di rallentare un minimo per far rientrare Scarponi, che può dargli una bella mano nel finale, e ai 17 km si forma questa coppia italo-belga al comando. Dietro è Fuglsang l'ultimo ad arrendersi alla logica delle cose, ma ciò non basta agli inseguitori a limitare il gap, anzi: i due di testa guadagnano e guadagnano, superano il minuto di margine e si presentano al San Fermo della Battaglia con un vantaggio del tutto rassicurante.

L'ultima salita di giornata vede ancora Fuglsang provare il tutto per tutto, con Nibali, Lastras e Sánchez che tengono il danese. A 200 metri dallo scollinamento, Gilbert attacca, e Scarponi - complice anche un problema meccanico - non riesce a reagire. A 5 km dal traguardo, la corsa è praticamente segnata (più di quanto non lo fosse già stata nei precedenti 20 km, del resto).

Per Gilbert gli ultimi 5000 metri sono un assolo a precedere il secondo arrivo consecutivo a braccia alzate al Lombardia (e seconda accoppiata con Piemonte: prima di lui, solo Binda 1926-'27). Secondo è Scarponi, quindi Lastras si prende un gran terzo posto, poi a Fuglsang, Nibali e Sánchez González vanno i posti ai piedi del podio. Si chiude così la stagione del grande ciclismo, appuntamento con le classiche a marzo: un'altra Sanremo, un'altra primavera, un'altra stagione.

Marco Grassi

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