Coppa Sabatini 2010: Riccò-Marcato, Vaca Vaca Eh Eh! - A Peccioli primo successo "olandese" di Riccardo
A Peccioli, primo appuntamento post-mondiale, con la classicissima Coppa Sabatini, è andato in scena un bignamino di quanto scrivevamo nei giorni scorsi in merito al memorandum che la FCI di Di Rocco dovrebbe adottare per dare una mano al ciclismo italiano.
Una corsa di grande prestigio e storia, ridotta ad avere al via appena 91 corridori (solo 12 squadre), di fatto un allineamento sconfortante anche per il pubblico che si è recato in strada a veder passare il gruppo. Una corsa, così impoverita, a cui solo un grosso nome nella casella del primo posto avrebbe reso giustizia. E il grosso nome arriva: Riccardo Riccò.
Che gli venisse un colpo, avrà pensato più d'uno, in riferimento al modenese: sicuramente quelli che se lo portano da sempre (o da tempi più recenti) sullo stomaco; ma anche quelli che lo guardano con maggiore benevolenza, e che magari si aspettavano che Ricky tenesse un più basso profilo, dopo le recenti disavventure del cognato.
Perché si sa che nel ciclismo non è il caso di sfidare più di tanto il perbenismo di facciata, visto che in genere quando per qualcuno si addensano nubi all'orizzonte, è difficile che quel qualcuno sfugga a qualche rappresaglia.
Per ora Riccò, squalificato in passato, tornato a correre, ma ancora in corso di riabilitazione (si prevede almeno un lustro di purgatorio...), se la cava col mancato invito delle sue squadre (prima la Flaminia, ora la Vacansoleil) nelle corse più importanti; sul fronte personale, con la mancata convocazione in azzurro per un Mondiale in cui avrebbe potuto dire la sua (ma in realtà il suo nome non è proprio mai stato preso in considerazione). Cosette da niente, per uno che in teoria dovrebbe lottare per vincere il Giro o il Tour, e invece si vede sfuggire via una stagione dopo l'altra.
Il lettore più vendicativo dirà che ben gli sta, viste le "malefatte" del passato; il garantista invece noterà come il diritto, nel ciclismo, sia sempre un'opinione, e come le pene siano molto più pesanti di quanto non dicano i regolamenti: le squalifiche non finiscono mai con il termine del periodo di sospensione; e per alcuni, anche a parità di pene, sono comunque più pesanti (vogliamo confrontare il modenese a un Basso?).
Riccò, coinvolto per motivi di parentela nell'affaire Rossi (tanto che l'indagine dei Nas si chiama Cobra-Red...), perquisito in casa con ritrovamento di pillole di sonnifero (ma siamo in attesa di riscontri ufficiali), quindi - a quanto sappiamo - non sostanze dopanti, si trova a correre - in quei pochi spazi concessigli - con l'ennesima spada di Damocle sulla testa. E però, incorreggibile com'è, non la china, quella testa, ma la alza, insieme alle braccia, sul traguardo prestigioso di cui sopra.
Alla Sabatini Riccò ha dimostrato di avere quella condizione che l'avrebbe reso protagonista al Giro di Lombardia, se solo Zomegnan avesse voluto averlo al via. Si accontenterà, Ricky, di questa vittoria toscana, nella speranza di chiudere in bellezza nella sua Emilia nel prossimo fine settimana.
La risicata partecipazione alla classica pecciolese ha fatto sì che la Vacansoleil del modenese e di Marco Marcato spiccasse nel quadro generale della corsa: dopo una fuga di comprimari (Proni, il più convinto, e Canuti, Pinizzotto e Bonuccelli), e dopo che negli ultimi 40 km si sono susseguiti tentativi abbastanza estemporanei (tra questi, Hoogerland, a confermare la presenza rilevante del team olandese in gara), il finale è stato una lunga volata che ha messo faccia a faccia due treni: quello blu al servizio di Riccò, affiancato a quello giallo della ISD-Neri, pancia a terra per lanciare un Visconti reduce dalla trasferta australiana e con qualche tossina ancora da smaltire.
Infatti il siciliano non è riuscito a far valere il suo spunto veloce, anticipato dall'irresistibile spunto di Riccò (prima vittoria nella nuova squadra per il modenese, che al GP Wallonie aveva solo sfiorato il successo, battuto al fotofinish da Paul Martens); da uno splendido Marcato (che coprendo le spalle al compagno si porta a casa il secondo posto: la doppietta Vaca-Vaca è un risultato di buon auspicio anche per lui, che ancora non vince ma che se non altro si è ripreso psicologicamente dalla botta patita in Polonia, quando, in fuga solitaria con pochi secondi di margine, esultò e praticamente si fermò a un giro di circuito dal termine, venendo così ripreso dagli inseguitori...); e anche da un buon Bertagnolli, terzo, bravo a portare punti preziosi a Savio che con la sua Androni-Diquigiovanni punta a vincere il campionato italiano a squadre per avere l'invito assicurato al Giro 2011. Sempre se Zomegnan manterrà le promesse.