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Mondiali Donne 2010: Grandi individualità, ottimo gruppo - Ecco l'Italia di Salvoldi | Cicloweb

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Mondiali Donne 2010: Grandi individualità, ottimo gruppo - Ecco l'Italia di Salvoldi

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Una raggiante Giorgia Bronzini © Bettiniphoto«Ho fatto la volata più bella della mia vita. Ringrazio le ragazze, hanno creduto in me e mi hanno incoraggiato tantissimo nell'ultimo giro, Tatiana e Noemi sono state splendide nel finale. Non ero la prima punta, ma abbiamo voluto aspettare gli sviluppi della corsa, e l'andamento ha favorito me e non le altre capitane: ho stretto i denti e sono rientrata sulle migliori, e poi a quel punto sapevo che l'unica cosa da fare era prendere la ruota della Vos e provare a superarla in volata.
Ho vinto per Ballerini, la mia dedica va a lui; e va a Marina Romoli, abbiamo pensato tanto a lei in questi giorni e abbiamo voluto portare una scritta sulle maglie per ricordarle che le siamo sempre vicine. E ringrazio tutto il team Italia, e la gente a casa che s'è svegliata alle 4 per vederci.
È stata per me una stagione con alti e bassi, non ho reso al meglio in pista dove speravo di conquistare una medaglia, ma volevo a tutti i costi dimostrare che questa non sarebbe stata un'annata negativa per me».

Queste le parole di Giorgia Bronzini pochi istanti dopo la sua perentoria volata con la quale si è regalata l'iride che va dritto in cima ai successi più belli della sua carriera. E sì che non sono pochi. 

Tre ori e due bronzi mondiali in quattro anni parlano chiaro, in questo momento siamo la nazione di riferimento nel ciclismo femminile su strada, nelle prove in linea. E pazienza se il ranking UCI vede solo un'italiana - Giorgia Bronzini appunto, nona - nella top-20, contro le 5 tedesche, 4 olandesi e 3 britanniche. Pur rimanendo in ombra durante lunghi periodi della stagione, le azzurre si trasformano con l'avvicinarsi dell'appuntamento iridato al quale si presentano in forma smagliante e il gruppo che il ct Salvoldi ha saputo formare in questi anni è il valore aggiunto. 

Oggi abbiamo vissuto l'emblema della continuità di questo gruppo. Tatiana Guderzo, con idealmente ancora l'iride che le cingeva il tronco, in testa fino ai 400 metri finali, determinante per lanciare Giorgia Bronzini verso la vittoria. Un pizzico di intima delusione, forse, per la vicentina, in fondo lei era tra le favorite alla vigilia, ma la professionalità dimostrata nel mettersi a disposizione della compagna - come tra l'altro era accaduto, a parti invertite, 12 mesi fa - come la più umile delle gregarie accrescono il valore della campionessa.

Le azzurre festeggiano Giorgia © BettiniphotoNoemi Cantele, terza a Mendrisio, quarta a Stoccarda e Salisburgo e oggi protagonista di tante azioni che hanno movimentato la corsa nelle sue fasi decisive. Un'eterna piazzata si direbbe. Ma l'eterna piazzata dev'essere sempre lì, tutti gli anni presentarsi con una buona condizione e, qualunque sia il percorso, cercare di interpretarlo al meglio e, nel caso, contribuire alle chance di successo di una compagna (vedi Stoccarda, vedi Mendrisio). Anche lei, in procinto di arricchire lo squadrone Garmin-Cervélo, è una delle gemme più preziose del gioiello azzurro.

Che dire allora di Luisa Tamanini? È quasi un portafortuna, a conti fatti, per il nostro commissario tecnico. Presente a Stoccarda, Mendrisio e Geelong, sono arrivati tre ori. Dall'alto della sua esperienza si è calata perfettamente negli ingranaggi della macchina azzurra, nel ruolo di stoccatrice di lusso, spina nei fianchi delle avversarie . C'è da dire che è stata proprio la sua potente progressione al penultimo giro ad infiammare la corsa. 

Ma il ciclismo italiano - e in questo sta la sua forza - non è fatto solo di atlete mature, nel pieno delle loro forze. A Geelong hanno esordito ben quattro azzurrine di età compresa tra i 19 e i 22 anni, tutte comportandosi più che egregiamente al termine di una lunga stagione che le ha viste spesso protagoniste. Elena Berlato, miglior giovane al Giro di Toscana, seconda miglior giovane e seconda miglior italiana al Giro Donne, è più che una speranza, ormai. Lei era lì fino all'ultimo giro, ha tirato il collo al gruppo sulla prima salita per diverse centinaia di metri prima di lasciare la scena. I tempi sono maturi per il grande salto, datele salita e vi solleverà il mondo. Un anno più giovane la compagna di squadra Valentina Carretta, papabile riserva, ma oggi lanciata nella mischia dal ct. Il suo fisico da passista-scalatrice ha forse bisogno di crescere con più calma ma l'atleta si farà, stiamone certi.

Dulcis in fundo due ex-campionesse del mondo tra le Juniores, per certi versi anche simili come caratteristiche. Eleonora Patuzzo e Rossella Callovi avevano l'ingrato ruolo di "cani da guardia" nelle prime fasi. "Guai a voi se fate partire una fuga e non ci siete dentro" le avrà scherzosamente ammonite Salvoldi nel pre-gara. E così è stato, rintuzzato con prontezza ogni attacco (in realtà solo uno no, ma la perfezione non è di questo mondo) per metà gara ed è tutta gavetta che un giorno tornerà utile. Così come servirà il loro ottimo spunto veloce con il quale potranno togliersi più di una soddisfazione in futuro.

Insomma, i presupposti perché la festa continui ci sono tutti. Speriamo solo di non esserci abituati troppo bene...

Giuseppe Cristiano

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