Eroica Rosa 2010: Rosane, put on the white light - Kirch domina con un assolo da lontano
Un terzo della corsa su strade bianche e pochissima pianura, questi gli ingredienti della prima edizione dell'Eroica Rosa, idea sicuramente interessante ma con una data poco congeniale per il calendario femminile. Il risultato? Trentasei atlete partenti, diciotto arrivate, oltre 10 minuti tra la prima e la decima classificata, ma tutte le ragazze che han finito la prova entusiaste per l'esperienza e speranzose di poterla ripetere in futuro.
Dal punto di vista tecnico, la superiorità mostrata dalla brasiliana della Chirio Kirch, reduce da una stagione sottotono per quelle che sono le sue potenzialità, è stata a tratti imbarazzante per le avversarie. Per le altre, le speranze di vittoria sono durata fino al terzo - di sei - settore sterrato, il più ostico per le pendenze che superavano ampiamente il 10% in certi tratti, sia in salita che in discesa. È lì che la sudamericana ha accelerato lasciando le otto compagne di fuga (D'Ettorre, Corazza, Vysotska, Jasinska, Fernandes da Souza, Kaschyshyna, Corneo, Bubnenkova) e nessuna è stata in grado di prenderle la ruota, né tanto meno di ridurre il ritardo che non ha fatto altro che aumentare, fino a sfiorare i 5' sulla seconda classificata all'arrivo.
Nel frattempo dietro si forma un quartetto, con due rappresentanti del Team Valdarno, Vysotska e Corazza, oltre alla polacca Jasinska e all'abruzzese D'Ettorre. Le ragazze collaborano ma su ogni settore di sterrato Kirch guadagna inesorabilmente: oggi è la più forte, senza appello. Sull'ultimo settore Corazza si sfila un po', ma poco dopo le tre davanti scivolano sull'umido e la friulana può riportarsi su di loro. Più lesta di lei D'Ettorre che s'invola solitaria verso la piazza d'onore (arriverà 4'59" dopo Kirch), mentre Corazza regola la compagna di squadra Vysotska e Jasinska, a 6'20".
Entusiasta la brasiliana dopo l'arrivo: «Questa stagione per me non era andata come volevo e ho preparato bene quest'ultimo appuntamento per riuscire a concluderla con una vittoria. Sulle strade bianche mi sono trovata benissimo, con la squadra avevamo predisposto gomme particolari e tutto è andato per il meglio. Ho deciso di attaccare da lontano perché mi sentivo benissimo, queste strade sterrate mi ricordavano quelle dove sono cresciuta, in Brasile, e ho pedalato per i primi anni, quando ancora il ciclismo doveva diventare un vero e proprio mestiere. Spero che potranno riproporla nella prossima stagione, sarebbe fantastico!».