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Vuelta a España 2010: Nibali es el Rey de España - Il siciliano festeggia la roja a Madrid

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Nibali tra Mosquera e Velits si gode il trionfo alla Vuelta a España © Bettiniphoto

Vincenzo Nibali ha vinto la 65esima edizione della Vuelta a España. Ora, finita la tappa di Madrid, la notizia è confermata ed ufficiale. Il messinese trapiantato a Mastromarco, classe 1984, va così a coronare una stagione che l'aveva visto già al 3° posto del Giro d'Italia dopo aver vestito la maglia rosa e aver vinto la tappa di Asolo.

Diventa anche complicato, dopo gli ovvi elogi scaturiti dalla gestione dell'arrivo in salita di Bola del Mundo di ieri, proseguire nei convenevoli e nei complimenti. Per fortuna in aiuto ci arriva lo stesso Nibali, con le sue dichiarazioni, a colorare così una giornata davvero storica per l'Italia, che non vinceva la Vuelta a España dal 1990 e che va a bissare il successo di Ivan Basso al Giro d'Italia: in tempi di vacche magre dal punto di vista delle classiche, soprattutto quelle Monumento, questo è un gran bel modo di "accontentarsi".

«È un giorno bellissimo - afferma il messinese - Volevo e sognavo la vittoria di un grande giro e ora posso finalmente sentirmi parte dell'élite del ciclismo. È stata una Vuelta difficilissima, combattuta e sudata. Sono riuscito a conquistarla giorno dopo giorno, prestando attenzione a tutto: dagli abbuoni alla posizione in gruppo, dall'alimentazione ai finali di corsa. Gli ultimi giorni sono stati i più sofferti: sembrava che tutti mi corressero contro. La salita finale verso Bola del Mundo, infine, entra di diritto tra i ricordi più belli della mia vita. Sono emozionato e solo tra qualche giorno comprenderò appieno cosa significa aver vinto la maglia roja».

Vincenzo Nibali ha vinto la Vuelta dopo una stagione lunghissima, iniziata a metà gennaio in Argentina con il Tour de San Luis, nel quale ha conquistato una tappa e la classifica finale. Poi sono arrivati altri cinque successi individuali: una tappa al Giro d'Italia (e terzo posto finale), una tappa e classifica finale al Tour de Slovenie e infine il Trofeo Melinda. Sei vittorie, più la cronosquadre al Giro d'Italia, che si aggiungono alle 13 conquistate da quando è passato pro' nel 2005 con la maglia della Fassa Bortolo.

«È una stagione che si sta rivelando incredibile e che ancora non è finita - continua Nibali - Da domani mi aggregherò alla comitiva azzurra, pronto a partire per l'Australia. Sarà il mio primo Mondiale e sono pronto a viverlo da protagonista. Il ct Bettini mi conosce e io sono a disposizione. Tempo per rifiatare non ce n'è, ma va bene così. Per qualche ora mi godrò la gioia del successo con i compagni, fedeli amici che mi hanno supportato in maniera splendida, e con il resto della squadra. Siamo come una famiglia e sono convinto che questa unità sia la chiave dei nostri successi».

E a chi gli domanda delle sfide future, lo "Squalo dello Stretto" glissa: «Alla prossima stagione penseremo da novembre in poi. La mia vita sportiva è stata una crescita graduale e costante: sono ambizioso e conscio dei miei mezzi. Sogno di vincere le corse più importanti e sono pronto a misurarmi con tutti. Non so se riuscirò a battere Contador o Andy Schleck, ma sicuramente ci proverò».

Senz'altro non solo l'esperienza spagnola, ma tutta la stagione 2010, dà a Nibali una nuova coscienza e conoscenza di se stesso: ora sa che nulla gli è precluso, il rapporto con Basso sembra ottimo e la scelta della Liquigas di far emigrare Kreuziger e Kiserlovski - fermo restando il punto interrogativo riguardante Pellizotti, comunque in scadenza contrattuale - può essere addirittura un beneficio per il messinese (a patto che si prendano un paio di bei gregari per le salite), che non dovrà più sgomitare per ottenere gli spazi che merita. Ardenne, Giro e Tour hanno - da oggi - trovato un sicuro protagonista per il futuro.

Mario Casaldi

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