Vuelta a España 2010: Tutto facile per Cavendish - Ci prova Gilbert, poi sprint senza storia
- VUELTA A ESPAÑA 2010
- Footon - Servetto 2010
- Team HTC - Columbia 2010
- Team Saxo Bank 2010
- Alexandre Pichot
- Daniele Pietropolli
- Dominik Roels
- José Alberto Benítez Román
- José Vicente Toribio Alcolea
- Juan Javier Estrada Ruiz
- Juan José Haedo
- Manuel Antonio Leal Cardoso
- Mark Cavendish
- Matthew Harley Goss
- Olivier Kaisen
- Pablo Urtasun Pérez
- Philippe Gilbert
- Uomini
Non c'è stato il minimo dubbio, oggi, su quale dovesse essere l'epilogo di questa 18esima tappa della Vuelta a España: si voleva la volata, e volata è stata.
Mark Cavendish festeggia così la terza affermazione nella corsa spagnola, ringraziando ancora una volta l'australiano Matthew Goss, che nei metri finali verso il traguardo di Salamanca è riuscito ad effettuare il solito importantissimo lavoro per spianare la strada al folletto dell'Isola di Man.
Otto coraggiosi hanno provato a sovvertire il canovaccio di questa frazione partita da Valladolid, attaccando al km 2: Estrada, Toribio, Urtasun, Benítez, Roels, Pietropolli, Pichot e Kaisen - quest'ultimo alla quinta fuga in quest'edizione della Vuelta - hanno raggiunto il loro vantaggio massimo al km 21 (2'20") e da lì in poi la loro tappa è continuata come un'allegoria di otto piccoli donchisciotte, ognuno a combattere contro il proprio mulino a vento.
E forse proprio il vento - presente in maniera piuttosto importante - ha sconsigliato non tanto alla Liquigas, tornata a lavorare per il leader Nibali, ma quanto alla HTC e alla Garmin, di non far decollare affatto la fuga, onde evitare di rischiare di trovarsi coi gregari troppo spremuti dalla cronometro di ieri e dalle fatiche di 17 tappe già disputate.
Nemmeno la caduta di Cazaux al rifornimento (senza conseguenze) lasciava lievitare un po' il margine, con la sola Caisse d'Epargne ai meno 45 a provare una sorta di ventaglio in un frangente con il vento laterale. Dopo il nulla di fatto scaturito dal tentativo del team di Unzue, HTC e Garmin si sono rimesse diligentemente al loro posto portandosi a soli 18 secondi dagli otto battistrada a 16 km dalla conclusione.
Il belga Kaisen ha provato a scrollare dalla fuga le zavorre, così con Toribio e Benítez ha dato vita ad un (contro) tentativo durato poco più di 4 km. L'Omega Pharma, non avendo velocisti in grado di impensierire Cavendish e Farrar (difatti Van Avermaet finirà 8°), prova ancora ai meno 9: stavolta è però un attacco pesante, perché è addirittura Gilbert a muoversi.
È addirittura la Liquigas, ponendo grande fiducia in Bennati, a ricucire il gap, anche perché Cavendish è segnalato in difficoltà (ai meno 8) e l'aretino vuole quindi accelerare per evitare il rientro del britannico. Rientro che però avviene anche perché dai meno 5 ai meno 3 nessuna squadra prende con decisione in mano le redini della volata.
Quick Step e Milram ci provano, Tosatto dà una trenata che sembra spianare la strada al lavoro che Maes ha nei suoi compiti per favorire Weylandt e Stauff. Il belga si gira e non trova i compagni, così lascia quasi la strada a Goss, che non si lascia intimorire dal cambio di programma (eravamo ai 500 metri dalla conclusione e rischiava di essere lungo) e non permette la rimonta a Bennati sulla sinistra, accelerando al momento giusto e prestando a Cavendish la destra della sede stradale per mettere la sua ruota davanti a quelle di Haedo e Cardoso, distanziando di parecchie bici il 4° posto di Farrar.
Domani l'arrivo di Toledo dopo 231.2 km di corsa potrà sembrare un antipasto di Melbourne: lecito aspettarsi Pozzato e Gilbert, oppure un acuto di Cancellara, ma di certo non dovrà scandalizzare l'eventualità di vedere Matthew Goss mettersi in proprio e dare del gran filo da torcere a quelli che, sulla carta, sono i favoriti.