Fignon - Il ricordo: Laurent e la sua nemesi - La lotta con Lemond a Chambery
Versione stampabileL'asfalto della salita è uno scivolo di fango e argilla.
Pioggia.
Una fuga da riprendere, un drappello di favoriti pronti allo scontro finale. Cielo di piombo.
Qualcosa accadrà.
La premessa del duello qualche settimana prima. Nella capitale di Francia. Un uomo giusto spogliato della vittoria da un uomo rinato. Il mondo assiste allo scontro dei due eroi. Tragedia. Furore. Rinascita.
Vendetta.
La vendetta si deve consumare qui, sul Golgota giallo e fradicio di Chambery.
Finale tattico. Due uomini tirano le sorti della gara mondiale.
Greg e Laurent, eroi nemici. Il primo in stato di grazia, il secondo assetato di rivalsa.
L'universo assiste al lungo surplace. Altre monadi viaggiano con i due eroi, le linee seconde dello scontro di guerra, pronte a profittare dell'astio fra i paladini per cogliere l'alloro finale. Ma non sarà per loro questo giorno di pioggia nera. Sarà lo scontro dei due mondi, delle vette dei due mondi. La fine del capitolo delle cronache del conflitto per quest'anno.
Attenderanno l'ultimo istante utile. Tutto sarà concentrato in un punto. La materia della corsa si addenserà formando energia, massa, concentrazione, furore.
Il punto si incunea al centro della salita quando l'universo giudica persino tardiva l'esplosione.
Invece tutto avviene. Il Big bang dal quale nasce il nuovo ordine del mondo.
Sul teleschermo schizza la sagoma blu e bionda di Fignon. Il delta da colmare sembra enorme ma l'eroe che chiede vendetta di sangue perfora lo spazio e il tempo. È solo. Recupererà i fuggitivi e li staccherà. Questa la verità che si rivela nel cuore di ognuno. Ha atteso e accumulato collera. Ora si riprenderà quel che è suo. Il trono del mondo. Vestirà l'iride. L'eroe. E rinascerà ancora una volta.
Giustizia. Giustizia. Giustizia.
Il teleschermo rimanda dall'alto la figura di Laurent che allunga sul drappello di sconfitti. Poi stringe, primo piano del volto. Occhiali inondati, capelli raccolti, ossa e tendini. È sfibrato e svuotato dal suo stesso agone. Sull'orlo dell'estasi e del precipizio.
Poi si volta. E si volta anche la camera e si volta anche l'universo.
Greg Lemond rimonta la schiena della collina e si accoda. Riparte financo, fiammeggiando anch'esso come il rivale.
L'uomo rinato a Parigi ha gli occhi della vittoria.
Il vinto è ancora Fignon. La sua maschera come la statua svuotata dei Campi Elisi.
La verità si rivela, stavolta, alla ragione del mondo intero. Greg vincerà perché non può perdere.
Rincorrendo tutti e padroneggiando un finale esplosivo come il più forte dei capitani.
L'eroe che cercava vendetta e giustizia è ancora sconfitto.
Nondimeno non si arrende e combatte fino all'ultimo, prima di soccombere.
Il mondo assiste al compimento della storia. Un ragazzo si rovina il pomeriggio della domenica martoriandosi le dita.
La sconfitta di Laurent Fignon, la sua lotta, la volontà incomprimibile, lo scontro contro una realtà avversa, l'unicità del suo passaggio, restituiscono al mondo intero una rappresentazione così esasperata e ideale della vita reale dal renderla più accettabile.
Laurent, attraverso le sue sconfitte da eroe forte, giusto e ammantato di un fascino magico, redime il mondo intero dalle sconfitte giornaliere meschine, infime e avvilenti.
Adesso che, ancora giovane e chiaro e virtuoso, è morto sotto i colpi del male, la sua vita straordinaria acquista uno spessore e un significato ancora più chiaro.
Laurent Fignon, sicuramente senza volerlo, è un eroe tragico che riscatta tutti noi, anche morendo.
Non lo piango. Lo onoro e lo ricorderò per sempre.
Racconterò a qualcuno la fortuna di averlo visto combattere e di essere stato giovane quando era un campione senza uguali.