Eneco Tour 2010: Greiplay, vincere è un gioco - Ancora André a segno: e sono 18!
Tony Martin è sempre più vicino ad aggiudicarsi l'edizione 2010 dell'Eneco Tour of Benelux: anche nell'ultima tappa in linea, infatti, il corridore tedesco della HTC-Columbia è riuscito a controllare molto bene tutti gli attacchi chiudendo in gruppo e riuscendo anche a guadagnare 1" su Moerenhout (tra i due il divario è ora di 11"), l'unico rivale diretto per la classifica generale.
La giornata perfetta della HTC-Columbia è stata completata dalla vittoria di tappa ottenuta da André Greipel che porta il totale stagiona a 50: sarà quasi impossibile replicare le 85 vittorie del 2009 ma sono ugualmente numeri impressionanti. Lo sprinter tedesco, giunto a quota 18 vittorie nel 2010, è stato protagonista di una frazione veramente sontuosa: s'è messo a disposizione di Martin portando borracce e lavorando in testa al gruppo per svariati chilometri, ha tenuto duro sulle salite riuscendo sempre a rientrare molto rapidamente e nel finale, dopo aver ricevuto il via libera a circa 10 km dalla conclusione, ha fatto tutto da sé; nonostante tutto ciò Greipel è riuscito ad aggiudicarsi la volata piuttosto nettamente.
Dopo una tappa, la terza, sui percorsi del Giro delle Fiandre e una, la quinta, su quelli dell'Amstel Gold Race per la giornata di oggi gli organizzatori avevano previsto un percorso che ricalcasse in parte quello della Freccia Vallone con salite come la Côte de Ahin o il Muro di Huy, anche se quest'ultimo era collocato a poco meno di 50 km dalla conclusione. Non è stata quindi una sorpresa vedere in fuga Mario Aerts, uno che ha proprio la Freccia Vallone (anno 2002) come successo più prestigioso della carriera; insieme al corridore belga c'è anche l'uzbeko Sergey Lagutin, abbastanza pericoloso per la classifica visto che si trovava a soli due minuti dalla vetta: i due sono riusciti a sganciarsi dopo più di 50 km di corse (tanti attacchi in precedenza) e sono rimasti in avanscoperta fino a 32 km dal traguardo.
Tra i big le prime scaramucce arrivano proprio sul Muro di Huy, il punto più impegnativo di tutta la tappa. La squadra a provare a mettere in difficoltà il leader è la RadioShack, grazie anche ad un Tiago Machado praticamente indiavolato: dopo aver isolato Tony Martin in salita, infatti, è proprio il portoghese a scattare nel tratto in falsopiano subito dopo il muro. La fortuna di Martin è che in questo tratto ci provano in tanti e che, di fatto, ogni tentativo ne annulla un altro e ben presto il tedesco ritrova i suoi gregari al proprio fianco.
Lo stesso copione c'è anche sul Mur d'Amay, l'ultima asperità della giornata porta a 33 km dall'arrivo: stavolta in cima riesce a formarsi un gruppetto con Aerts (che si è accodato appena è terminata la sua fuga), Devolder, Sicard e ancora Machardo. I quattro riescono a guadagnare una trentina di secondi ma appena il gruppo riesce a infoltirsi nuovamente il vantaggio crolla e l'azione di esaurisce a poco meno di 20 km dal termine. Ai meno nove tocca a Veuchelen, poi ai meno sei chilometri, in un tratto di pavé, ci provano Steegmans e Boom ma tutti vengono ripresi. Ai 2000 metri dall'arrivo c'è ancora spazio per un allungo di Eibegger e Quinziato ma nonostante in grande impulso dell'austriaco i due vengono ripresi proprio nel momento in cui i migliori hanno iniziato lo sprint.
La volata è lanciata dagli uomini Sky con Boasson Hagen ancora in cerca della prima vittoria in questa edizione: il norvegese parte bene ma, complice anche un po' di vento contrario, si pianta negli ultimi metri venendo superato prima da Greipel poi, proprio sulla linea, anche da Roelandts. Molto buono il quarto posto di Elia Viviani in una tappa decisamente non facile e molto combattuta.
Adesso rimane solamente la cronometro di 16.9 km di domani: nonostante Moerenhout sia un ottimo passista (ha fatto sesto nella crono finale del Tour) il pronostico per la vittoria finale pende tutto dalla parte di Tony Martin che, oltre ad essere più dotato in queste prove, ha dalla sua anche 11" di vantaggio; sulla carta, se tutto fila liscio senza incidenti e problemi vari la vittoria finale sarà del tedesco anche perché la cronometro è troppo breve perché possano rientrare in gioco anche quelli dalla terza posizione in su. Molto più parto il discorso per il podio e per la vittoria di tappa: attenzione quindi a Boasson Hagen, Tuft, Boom, Porte, Cornu, Klöden, Machado ma anche a gente più staccata in classifica tipo Grabsch, Thomas o Van Emden.