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L'intervista: Futuro perlato per la Berlato - Elena ha il Giro d'Italia in testa

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Elena Berlato in azione sullo Stelvio - Foto © Davide RonconiIl 2 agosto 1998 Marco Pantani sfilava sugli Champs-Élysées dopo aver conquistato il suo primo Tour de France. Elena Berlato, in quel caldo pomeriggio d'estate, era impegnata a spegnere dieci candeline sulla propria torta di compleanno. È nata a Schio con il ciclismo nel DNA, il fratello Giacomo milita nella formazione Juniores FDB Car-Diesel VC Schio 1902 e prenderà parte ai Mondiali di Offida, tra l'8 ed il 9 agosto («Sono molto contenta per lui, spero possa disputare un buon Mondiale, il resto verrà da sé»). La Berlato è, proprio come Pantani, una scalatrice. Le sue doti di arrampicatrice si sono viste bene all'ultimo Giro d'Italia, quando sulle grandi montagne ha saputo recitare un ruolo importante. Alla fine della corsa è risultata seconda sia tra le giovani che nella classifica riservata alle italiane, preceduta rispettivamente da atlete del calibro di Marianne Vos e Tatiana Guderzo. È una ragazza ottimista ed abituata a pensare positivo, Elena. Come ogni corridore, cerca di crescere, passo dopo passo. «L'anno prossimo andrò meglio», risponde se le chiedi un parere sulla sua più che buona prima parte di stagione.
La sua voce allegra rompe il monotono silenzio di Spresiano, cittadina del trevigiano sede della Top Girls, dove si trova in ritiro insieme alle compagne di squadra. La valigia di Elena è già pronta, ricca di sogni che aspettano solo di trasformarsi in granitiche realtà. Poche ore dopo la nostra chiacchierata l'atleta scledense sarà volata nelle gelide lande Svedesi, dove avrà preso parte all'Open de Suède Vargarda, prova valida per la Coppa del Mondo. Concluderà la gara al 25esimo posto, nel gruppo delle migliori. Dopo alcune settimane di meritato riposo la stagione di Elena Berlato è ripartita dalla Svezia.

Archiviata la prima parte di stagione con il Giro d'Italia e l'Europeo di Ankara come ti senti?
«Bene, molto bene. Adesso siamo state in una fase di scarico. Dopo un Giro come quello di quest'anno ci voleva. Ora si sta riprendendo pian piano a lavorare per porre le basi per la seconda parte di stagione, che spero mi possa regalare qualche soddisfazione in più e qualche vittoria, anche se in generale sono contenta di quanto fatto sino ad ora».

Se potessi tornare indietro nella prima parte del tuo 2010 cosa non faresti?
«Non commetterei errori vari, che comunque servono per imparare e migliorare. Alcuni dovuti all'inesperienza, altri ad incomprensioni, altri ancora al non aver saputo leggere la corsa nel modo corretto o ancora alla paura di rischiare. Spero di migliorare e non commetterne più in futuro, anche perché sono ancora giovane».

Parliamo dell'Europeo, gara non proprio memorabile dal tuo punto di vista. Com'è andata la tua corsa?
«Al briefing del mattino il ct Dino Salvoldi aveva detto che avremmo fatto la corsa per Barbara Guarischi e Rossella Callovi. Barbara avrebbe dovuto prendere parte allo sprint da sola, mentre a Rossella avremmo tirato la volata. Tutte, tranne loro due, sarebbero state disponibili se una di loro avesse forato o si fosse trovata in difficoltà. Dopo un paio di giri del circuito sento dire dalla radiolina che Rossella aveva forato. Il mio primo pensiero è stato quello di fermarmi per aspettarla ed aiutarla a rientrare. Purtroppo le nostre ammiraglie erano solo tre, quindi proprio contate. Una è arrivata dopo un po' di tempo, il cambio ruote non è stato impeccabile ed intanto il tempo scorreva. Quando io e Rossella siamo ripartite l'ho incitata più volte a rientrare, ma secondo me ha un po' mollato psicologicamente e purtroppo il nostro Europeo è finito così».

Elena Berlato ride e scherza con Jennifer Fiori © Davide RonconiPassando ad un'esperienza più positiva per prestazioni e risultati, che ne dici di parlarci del tuo Giro d'Italia?
«Sono molto soddisfatta nel complesso del mio Giro. Nella prima parte ho dovuto soltanto prestare attenzione a non perdere tempo e restare con le migliori. Nella cronometro sono andata benino, poi sono arrivate le salite. Da lì ho cercato di stare davanti, con le migliori. Logicamente tenere il passo di quella Mara Abbott era proibitivo per me. Ho cercato di tener duro il più possibile, anche se la Abbott, la Guderzo e la Vos andavano davvero forte. Ho soltanto il rimpianto di non essermi espressa al meglio nella tappa dello Stelvio. Lì mi aspettavo davvero di più da me stessa, purtroppo però ho preso la salita finale troppo indietro. Infatti nella discesa del Foscagno mi sono sfilata un po' e mi sono ritrovata a ruota della Pooley».

Stare alla sua ruota in discesa non è un buon segno...
«Già, la mia era una battuta. In realtà sul Foscagno ho scollinato con tutte le migliori, che in discesa hanno accellerato. Io non ho voluto prendere troppi rischi. Il risultato? Mi sono ritrovata in un gruppetto di cui faceva parte anche Emma Pooley...»

Sei andata vicino a conquistare la maglia bianca, non fosse stato per la Vos.
«Era il mio obiettivo principale, sia l'anno scorso che quest'anno. Nel 2009 non sono riuscita ad ottenerla, ma quest'anno ci speravo davvero. Però, purtroppo per me, la Vos ha fatto vedere che lei è sempre lì davanti, anche sulle lunghe salite. Se devo essere sincera non me l'aspettavo così pimpante sulle grandi salite, mi ha sorpresa. Vorrà dire che, se non verrà fuori un altro fenomeno nei prossimi dodici mesi, la maglia bianca sarà il mio obiettivo per l'anno prossimo».

E magari potrebbe arrivare anche un bel piazzamento, non credi?
«Beh, io andrò al Giro 2011 per conquistare la maglia bianca. Naturalmente l'altro obiettivo sarà centrare il podio, o comunque terminare nelle vicinanze».

La dimostrazione della tua forza sulle strade del Giro è stata preceduta da altre affermazioni nelle gare di un giorno.
«Già a Cittiglio mi ero sentita bene, poi alla Freccia Vallone ho terminato ottava. Con mia grande sorpresa, perché non me l'aspettavo, o comunque non era nelle mie previsioni di andare così bene. L'anno prossimo tornerò lassù in Belgio con l'obiettivo di fare meglio. La Freccia è una corsa che mi è sempre piaciuta. Il fascino di quelle strade, la folla ai lati che ti incita e poi il Muro di Huy... Ecco, alla Freccia Vallone di quest'anno ho dimostrato di essere in grado di lottare con le migliori atlete non solo in Italia ma nel Mondo».

Berlato (seconda da dx) e le altre Top Girls © Davide RonconiQuanto è stato importante il cambio di squadra nel 2010?
«Con Lucio (Rigato, ndr) sto intraprendendo un percorso che mi sta facendo crescere molto. Appena arrivata in Top Girls ero un po' spaesata, non conoscevo nessuno. In seguito mi sono ambientata benissimo, la squadra mi piace molto e provo un senso di stranezza quando con Valentina Carretta ricordiamo che l'anno scorso eravamo a lottare su queste stesse strade ma da avversarie. Dodici mesi e siamo arrivate a correre anche con la maglia azzurra da compagne di squadra. Quest'esperienza indubbiamente mi ha fatto crescere molto, anche come persona».

Sei passata dalla Safi-Pasta Zara, con una formazione esperta e guidata da corridori come Ziliute e Bronzini, alla Top Girls, con un gruppo molto giovane. Come ti sei adattata a due ambienti così diversi?
«Sono due squadre molto diverse, è vero. Ho lasciato la Safi però mi porto dentro un bellissimo ricordo di quella squadra, di Diana e Giorgia, due vere maestre per me. Comunque due compagne che mi hanno fatto notare tante piccole sfacettature delle corse. Diana soprattutto mi ha insegnato molto per quanto riguarda le gare a tappe, mi è stata sempre vicina. All'inizio dell'anno ho sentito un po' la sua mancanza in gruppo. Anche vederla alla guida dell'ammiraglia è stato un po' strano sulle prime. Ancora adesso ci sentiamo costantemente e ci vediamo prima delle corse. Lei mi chiede come sto, mi dà i suoi consigli sempre preziosi. Devo essere grata all'intero gruppo Safi che mi ha fatto crescere, non solo a Giorgia e a Diana».

Parlaci invece della Top Girls.
«È una squadra molto giovane ma con ragazze che hanno già potuto dire la loro, come Alessandra D'Ettorre, Sigrid Corneo o Gloria Presti. Da subito Lucio Rigato ha creduto molto in me e mi ha dato fiducia, insieme allo staff tecnico. Lucio mi ha sempre vista come un'atleta forte, già da quand'ero sua avversaria. Negli anni scorsi, per motivare la Carretta, la spronava ad arrivare davanti a me, per farti capire la stima che ha sempre avuto di me. Logico che mi segua in maniera particolare ed io ne sia lusingata. Le ragazze sono meravigliose. Mi hanno aiutato a conquistare obiettivi che non avrei mai raggiunto senza il loro apporto».

Quali sono i tuoi programmi ed i tuoi desideri per la seconda parte di stagione?
«Sicuramente vorrei migliorare i risultati ottenuti fino ad oggi. Non dico una vittoria ma qualche bel risultato per me e per la squadra farebbe molto piacere. Puntavo a ripartire dalla Coppa del Mondo, in Svezia, e sono andata bene, ho concluso con il gruppo delle migliori. Adesso voglio crescere perché mi attendono le corse di un giorno in Italia, quindi il Giro di Toscana a Settembre, tutte gare in cui punterò a fare più che bene. E poi ci sarebbe il capitolo Nazionale...»

A proposito, ti piace l'Australia?
«Mi piacerebbe eccome ma non voglio illudermi come mi è successo l'anno scorso. Ad ogni modo non penso più al passato ma guardo al futuro, voglio ottenere dei risultati in questo mese e se verrò convocata per i Mondiali mi farò trovare pronta per dare il mio contributo alla causa della Nazionale. Possiamo rivincere il Mondiale, abbiamo una Tatiana Guderzo che al Giro ha dimostrato di poter bissare il titolo del 2009 e riprendersi la maglia. Se Dino Salvoldi mi convocherà io sarò pronta».

Francesco Sulas

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