Il Portale del Ciclismo professionistico

.

Processo al Tour de France: «Una macchina senza eguali» - Andrea Berton testimone di difesa

Versione stampabile

Andrea Berton con Riccardo Magrini negli studi di Eurosport - Foto tratta da FacebookAndrea Berton è la voce dell'"altro" Tour de France, quello che non si segue in chiaro con la Rai, bensì sul satellite con Eurosport (magari in HD). Con Riccardo Magrini (e prima con Franco Cribiori) forma una coppia ben affiatata, scherzosa, che sa dare il giusto pathos e la giusta enfasi alle telecronache.

Quando hai iniziato a seguire il Tour?
«La prima telecronaca risale al 1999, mentre da appassionato lo guardo sin da bambino, diciamo dalla metà degli anni '80».

C'è differenza tra commentare una tappa del Tour rispetto alle altre corse?
«In linea teorica no, ma in pratica sì: Eurosport investe sul Tour de France con una produzione televisiva più ampia e che assorbe commentatore e telecronista praticamente per 24 ore. Il Tour è una full immersion di 3 settimane, quindi un po' di differenza - anche a livello tecnico (ci sono i ciclisti più forti del mondo) - è probabilmente anche ovvia».

Quanto contribuiscono alla Grandeur accorgimenti come quello di far premiare i vincitori da un fuoriclasse come Hinault?
«Ha il suo peso, ma se posso dare una risposta più ampia direi che alla grandezza del Tour contribuiscono tutta una serie di particolari. Dal mio punto di vista, ad esempio, posso parlare della qualità delle riprese televisive, altissima, come in nessun'altra corsa. Va detto anche che la tv francese è aiutata da una produzione senza eguali, visto che - per fare un esempio - il Giro d'Italia ha un budget di 12-13 milioni di euro mentre il Tour de France ha un utile netto di 80 milioni di euro. Però, a parte i soldi, ricevere settimane prima della corsa un libro di 400 pagine con le indicazioni dei castelli, città, paesi, fiumi, laghi e di tutto ciò che inquadreranno in 21 giorni è un fatto straordinario. Cito un altro esempio: durante il Tour è stato ospite dell'Organizzazione il presidente della Lega Calcio francese; ebbene, in un'intervista ha poi dichiarato di essere rimasto stupefatto dalla perfezione organizzativa e che il calcio avrebbe dovuto prenderne esempio. Poi è anche un fatto di cultura, di storia, di stampa, di promozione: in Francia ogni giornale locale dà la sua apertura al Tour de France, quando la Boucle attraversa le loro zone; qui in Italia, invece, a volte sembra di dare fastidio non solo ai cittadini, ma anche alle stesse Amministrazioni politiche. Infine, i francesi - a volte sciovinisti, spesso altezzosi, sempre molto bravi - hanno saputo invogliare le tv straniere regalando, agli inizi, i diritti televisivi ed accrescendo l'offerta economica a loro legata soltanto col tempo».

Hai la sensazione che nelle tappe di pianura del Tour possano succedere cose che in altre tappe di pianura non succederebbero mai?
«I ventagli, il pavé; c'è un attenzione al particolare che non c'è altrove. Pensiamo anche alla maglia verde: la continuità dei regolamenti ha fatto sì che la classifica a punti del Tour sia sentita in maniera enorme dai corridori più forti del mondo. In Italia invece siamo troppo indecisi: i traguardi volanti, poi i giovani, poi la combinata, di nuovo i giovani. Va detto che a livello mediatico una diretta di 6 ore contribuisce a far sì che sia più facile parlare spesso della maglia verde rispetto ad una diretta di 1 ora e mezza».

Sei mai stato in Francia? Mai respirato "l'odore del Tour"?
«No, mai, ed è la lacuna più grande della mia carriera che spero di poter colmare quanto prima. Ho vissuto da inviato corse come la Parigi-Roubaix, il Giro delle Fiandre, il Giro d'Italia, ma anche altri grandi eventi come il Mondiale di calcio o i Giochi Olimpici. Il Tour l'ho vissuto finora grazie ai racconti di Cribiori e Magrini, ma anche dei colleghi giornalisti, che mi parlano di una macchina gigantesca, di aree separate, di una rigorosità ed una precisione per cui non si può sgarrare. D'altro canto, ci sono anche dei "contro" come gli alberghi talvolta troppo lontani. Ma, lo ripeto, queste sono soltanto esperienze di riflesso».

Che riscontro hanno avuto le dirette - anche integrali - su Eurosport?
«Ottime. Abbiamo realizzato il record della rete per quanto riguarda un evento non in esclusiva. Il record assoluto spetta al Roland Garros di tennis (che era in esclusiva), che diciamo aveva raggiunto quota 100 in un'ipotetica scala lungo la quale il Tour ha saputo arrivare a quota 85 come livello medio. La tappa di Gueugnon, in particolare, è stata quella con gli ascolti maggiori. Eurosport e Sky (che è la piattaforma italiana) sono molto soddisfatte dei risultati».

Il pubblico del Tour è più o meno preparato rispetto a quello delle altre corse?
«Mi riesce complicato dare una risposta che non sia un'opinione, non avendo troppe basi scientifiche. A parere mio, durante il Giro d'Italia si riesce a coinvolgere un pubblico più generalista che possa racchiudere al suo interno anche la casalinga, tanto per fare un esempio. Il Tour, invece, è seguito dai grandi appassionati di sport - non necessariamente del ciclismo - che riconoscono l'importanza e la centralità dell'evento».

Tornando ai Tour di quando eri bambino, quali sono i ricordi del Tour che si mantengono più vivi nella tua testa?
«Ne cito due di quando ero ragazzo: il primo risale al Tour de France 1989, che seguivo in replica serale su TMC col commento di Davide Dezan. Impazzii letteralmente agli scatti di Lemond e Fignon: si attaccavano in continuazione ed in maniera rabbiosa; per fare un confronto con epoche più recenti, si possono citare Rasmussen e Contador nel 2007: un duello simile, bellissimo. Il secondo si rifà invece al Tour del '91, con la tappa Jaca-Val Louron e l'attacco di Chiappucci e Indurain che sorprese Bugno: ricordo che Gianni, in maglia tricolore, inseguì forsennatamente sulle ultime due salite e riuscì a recuperare qualcosa come 1'30" staccando corridori del calibro di Mottet e Fignon. Quell'azione acuisce i rimpianti in merito alla storia di Bugno al Tour de France: un'edizione, a parer mio, poteva benissimo vincerla».

Mario Casaldi

RSS Facebook Twitter Youtube

30/Jul/2017 - 20:30
ESCLUSIVO: le immagini del folle che ha tagliato la strada al gruppo facendo cadere decine di corridori al Giro d'Italia

24/May/2016 - 21:06
All'An Post Rás giornata di gloria per James Gullen nella tappa "di montagna": Fankhauser diventa leader

24/May/2016 - 17:07
Giro, nel giorno della nuova delusione di Vincenzo Nibali vince Alejandro Valverde davanti a Kruijswijk e Zakarin

23/May/2016 - 22:12
An Post Rás, nella seconda tappa vince il padrone di casa Eoin Morton

23/May/2016 - 16:00
Giornata di rinnovi: André Greipel e Marcel Sieberg alla Lotto Soudal fino al 2018, Geraint Thomas prolunga con la Sky

23/May/2016 - 13:11
Benjamin Prades vince l'ultima tappa del Tour de Flores ma non basta, la generale va a Daniel Whitehouse

23/May/2016 - 12:39
Brutte notizie per il ciclismo elvetico: l'IAM Cycling comunica che cesserà l'attività a fine stagione

23/May/2016 - 11:22
Conclusi i Campionati Panamericani: l'ultimo oro è dell'ecuadoriano Jonathan Caicedo

22/May/2016 - 23:59
Il Tour of California si conclude con una imperiosa volata di Mark Cavendish. Classifica finale a Julian Alaphilippe

22/May/2016 - 23:39
Il Tour of Bihor si chiude nel segno dell'Androni Giocattoli-Sidermec: tappa a Marco Benfatto, generale a Egan Bernal

22/May/2016 - 23:20
Women's Tour of California: gioie finali per Kirsten Wild e Megan Guarnier. Le altre corse: ok Bertizzolo e Lepistö

22/May/2016 - 22:44
Velothon Wales, Thomas Stewart supera Rasmus Guldhammer e Ian Bibby

22/May/2016 - 22:24
Dilettanti, ulteriori vittorie per Nicola Bagioli e Riccardo Minali alla Due Giorni Marchigiana

22/May/2016 - 22:22
Scatta l'An Post Ras: la prima tappa va all'olandese Taco Van der Hoorn grazie ad un colpo di mano