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Tour de France 2010: Li ha fatti tutti Bordeaux - Cavendish senza rivali: quarta vittoria

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Il sorriso di Cavendish sul traguardo di Bordeaux © BettiniphotoS'è voltato due volte, Mark Cavendish, quasi a voler testimoniare una sorta di stupore in una vittoria così schiacciante per lui, che ad inizio Tour non ne imbroccava mezza ed invece oggi a Bordeaux festeggia il poker di volate vinte, mentre Petacchi - 3° contro il 14esimo di Hushovd - riveste la maglia verde in una lotta che, come prevedibile, si concluderà soltanto a Parigi (visto che Cavendish ora è lontano solo 16 punti).

Era una giornata che non prometteva molto e poco ha fornito. Anzi, forse è proprio da queste tappe in cui non ci si aspetta granché a regalare le soddisfazioni maggiori. Daniel Oss, trentino dalla Liquigas-Doimo, è stato un meraviglioso protagonista di una tappa che, si sapeva, sarebbe finita in volata.

Oss si era lanciato nella fuga di giornata all'11esimo chilometro insieme a Vaugrenard, Pineau e Breschel, danese che al km 3 aveva già provato ad accelerare con altri sei corridori (Popovych, Di Gregorio, Burghardt, Barredo, Gerdemann e Perget); tentativo però reso vano al km 7.

La fuga non è mai stata lasciata prendere troppo vantaggio (3'40" al km 45 quello massimo) da Lampre, Team HTC e Milram, squadra che non pretendeva certo di vincere in volata con Ciolek ma che, messa alle strette per quanto riguarda gli sponsor ed il futuro, ci terrà molto a farsi vedere in testa al gruppo da qui a Parigi.

Breschel e Oss si sono spartiti i traguardi volanti al km 29.5 e 150.5, mentre il bravo Pineau non ha potuto sprintare su nessun traguardo Gpm, visto che il Tourmalet è stata l'ultima salita del Tour de France ed il connazionale Charteau - suo rivale ad inizio corsa - ha festeggiato la vittoria matematica della maglia a pois.

Sentito l'odore del gruppo alle calcagna, a 15 km da Bordeaux è stato Pineau a provare l'ultimo scatto, ma 700 metri dopo è stato più bravo Oss ad indovinare tempo e modalità per allungare con decisione. Gli altri tre fuggitivi venivano ripresi ai meno 13, mentre il trentino viaggiava a 37" di vantaggio su un gruppo consapevole che andare a riprendere un uomo solo - e non più quattro - poteva significare rifiatare un po' prima del rush finale.

E così ai meno 10 Oss aveva ancora 30", ai meno 6 km ne aveva 13, e ai meno 5 - con Da Dalto e Cunego a dar manforte al lavoro sin lì straordinario del Team HTC - 11.
A 3500 metri dal traguardo, il sogno di Oss viene interrotto dall'ombra di Klier, uomo Cervélo destinato al lavoro per Hushovd, seguito da Tony Martin (per Cavendish), Knees (per Ciolek) e Pauwels (per Boasson Hagen), mentre a Barry spetta il compito di andar riprendere Gerdemann - che in realtà si ferma da solo - scattato ai meno 3.3 km e rimbalzato 300 metri dopo.

Lövkvist, Wiggins e Flecha conducevano le danze dai meno 2 km fino a 500 metri dall'arrivo, per un Boasson Hagen che in realtà si perde un po' nel finale (sarà 6°), complice quel Geraint Thomas (già maglia bianca) che non riesce ad accelerare nel momento caldo della volata.
Il britannico viene anticipato da Lancaster, con Hushovd e Freire a ruota. Petacchi, rimasto più indietro, decide di nuovo per l'anticipo e parte lunghissimo, proprio mentre Ballan - da dietro - prova lo stesso tipo di sorpresa.
Cavendish e Dean sono i più lesti a capire la giornataccia di Hushovd e balzano alla ruota di AleJet (il neozelandese della Garmin stringe anche un po' l'iridato di Varese), con lo spezzino che deve arrendersi alla progressione inarrestabile del velocista del Team HTC.
Da segnalare il 4° e 5° posto per McEwen e Freire, due che ci terranno a rovinare la festa ai vari Cavendish, Petacchi e Hushovd sui Campi Elisi di Parigi.

Mario Casaldi

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