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Tour de France 2010: Otto secondi che pesano molto - I big tra Pau e Tourmalet

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Schleck guarda la catena, Vino lo marca, Contador lo punta © L'EquipeAlla presentazione - ma diciamo anche: fino a stamattina - era la tappa che più aveva fatto storcere il naso agli appassionati, con il Tourmalet a 127.5 km e l'Aubisque a 61.5 km (evitando di parlare di Peyresourde e Aspin) dall'arrivo. Ironia della sorte, la tappa di Pau rischia di essere non solo la tappa più divertente del Tour de France, ma anche quella decisiva, nonostante lo spazio tra ultimo Gpm (l'Aubisque, per l'appunto) e l'arrivo sia un lungo tratto di discesa e pianura tendente all'ingiù (a parte due dentelli più che trascurabili).

31" stamattina tra Andy Schleck e Alberto Contador. 8" stasera tra Alberto Contador e Andy Schleck. Passiamo nell'arco di un salto di catena ad una situazione che si è rivelata deludente (Contador costretto a recuperare) - nonostante l'interesse iniziale fosse alto - ad una situazione che potrebbe essere scoppiettante, visto che chi parte in svantaggio nella cronometro del penultimo giorno di Pauillac è in svantaggio anche prima dell'ultima due giorni (intervallata dal giorno di riposo di mercoledì) in grado di causare scossoni alla classifica generale.

Una classifica generale che, va detto, è stata offesa molto durante questa prima parte pirenaica: il "surplace" di ieri tra Contador e Schleck a Ax-3 Domaines è stato vivacizzato quest'oggi da quello scatto del lussemburghese sul Port de Balès vanificato, ironia della sorte, da un salto di catena che ha avvantaggiato Contador, visto il tempo impiegato da Andy a ripristinare la normalità. In fondo, una differenza di 39" che ha portato (per la prima volta in questo Tour) in maglia gialla il madrileno, ma difatto lascia i giochi apertissimi, anche per quanto riguarda la corsa di due corridori che finora si è forse sottovalutato, sicuramente poco considerato, ma Menchov e Samuel Sánchez hanno vinto grandi corse, sono saliti sul podio di un GT, e 2' e 2'13" sono in fondo niente, viste le tappe in programma e le carte da giocare di ognuno.

Ora, salto di catena di Andy a parte ed eventuale "furbata" (lo virgolettiamo perché in fondo furbata non è) di Contador - che magari potrebbe evitare dichiarazioni burletta tipo quella della tappa di Mende («Non funzionavano le radioline») o di oggi («Avevo attaccato prima, non mi ero accorto del salto di catena di Schleck») - poniamo che questi quattro corridori (Andy, Alberto, SSG e Menchov) siano i quattro corridori che si giocheranno il Tour de France da qui a Parigi. Già il 5°, il pur bravissimo Van den Broeck, è lontano 3'39" dallo spagnolo e soprattutto ha la tranquillità di potersi "accontentare" anche di un piazzamento.
Che carte ha in mano ognuno di questi quattro giocatori? E il mazziere che giocate offre?
Tappa di domani già raccontata, mercoledì riposo, giovedì arrivo sul Tourmalet con il Col de Marie-Blanque lontano e Soulor che - invece - può rappresentare una strepitosa rampa di lancio, venerdì velocisti (o fuga) a Bordeaux, sabato crono piatta di 52 km e domenica Parigi, con la conclusione sui Campi Elisi.

Samuel Sánchez e Menchov: 3° e 4° della generale © BettiniphotoLe variabili, in questa partita a poker, sono tante: innanzitutto, i giocatori non sono realmente quattro. È apparentamente un dettaglio pleonastico, se non sciocco, ma è più che rilevante.
La squadra di Contador è più forte in salita della squadra di Schleck. Fuglsang in prospettiva vale ben più di Navarro, ma ad oggi lo spagnolo è un gregario migliore; Tiralongo - seppur in calando - ha più esperienza di Chris Sörensen ed un corridore come Vinokourov - soprattutto dopo la tappa di Revel - Andy Schleck accanto non ce l'ha: o meglio, ce l'aveva, ma il fratellone Fränk è dovuto tornare a casa con una clavicola spezzata in tre parti dal pavé.
Ma, tornando anche a Menchov e Samuel Sánchez, ci sono anche i Gesink e i Gárate da giocare, mentre l'olimpionico asturiano è obiettivamente troppo solo - a parte qualche aiuto che gli potrebbe arrivare da un Egoi Martínez, se in fuga dal mattino - per pensare a qualcosa di diverso da una attacco sul Soulour, discesa a tutta fino a piedi del Tourmalet e poi sperare che la gamba regga.

E gli altri? Basso, Sastre, Leipheimer, LL Sánchez, Evans ed Armstrong staranno a guardare? Qualcuno si sta giocando la top ten, altri la top five, qualcuno desidera salutare la Grande Boucle vincendo una tappa, qualcun altro medita un successo in maglia iridata dopo la sfortuna ed il varesino cerca una vittoria che gli faccia ricordare i fasti (vicini nel tempo, lontani nella forma) del Giro d'Italia.

Ci si scatenerà con le alleanze? Riis sa essere eccezionale con il doppio capitano (Sastre che vince sull'Alpe d'Huez con Fränk Schleck in maglia gialla nel 2008 è l'apogeo), saprà esserlo altrettanto nel tessere accordi in gruppo? Sastre e Basso sono suoi ex corridori (e lo spagnolo nel 2011 potrebbe finire con gli Schleck in Lussemburgo nel ruolo di gregario di lusso), Armstrong preferirà Schleck a Contador nella lotta a due (ma potrebbe anche fregarsene e pensare alla classifica a squadre del suo Team RadioShack); insomma, margini di trattative ci sono.
Soprattutto - lo ripetiamo - per domani: una tappa apparentemente da buttare, per via del disegno impostole dagli organizzatori, e che invece potrebbe rivelarsi sorprendentemente accesa.

Per come paiono mettersi le cose, Vinokourov potrebbe veramente diventare l'ago della bilancia di questo Tour de France. Altro corridore importantissimo sarà Gesink (soprattutto giovedì), ma in casa Rabobank si potrebbe anche pensare di preservare un piazzamento con un classe '86 olandese, piuttosto che usarlo per far saltare eventualmente il banco in favore di un russo che - quasi sicuramente - nel 2011 vestirà la casacca di un altro team.
Vinokourov invece dovrà evitare che a Contador succeda qualcosa stile Parigi-Nizza 2009, con la crisi che portò LL Sánchez a vincere la corsa verso il sole. Psicologicamente, Contador ha il vantaggio di quei famosi 8" e quei 52 km dell'ultima cronometro; non solo, Contador può agire di rimessa, lui sì marcando il solo Andy Schleck, mentre Andy non poteva permettersi (e difatti ieri - annusato il pericolo - s'è messo a tirare per contenere il distacco) il lusso di snobbare Menchov e SSG e marcare il solo Contador, vista la maggiore attitudine del russo e dell'asturiano nell'esercizio contro il tempo.

Serve fantasia, dunque, oltre alle gambe. Contador sembra non essere quello dell'anno scorso e Schleck è ben più maturo di quello che lo scorso anno pagò 4'11" al madrileno. Al lussemburghese, finora forse troppo radiocomandato ed eccessivamente ragioniere (nonostante la tappa, senza quel salto di catena, poteva prendere tutta un'altra piega), la scelta: pensare soltanto alla maglia gialla, anche a costo di saltare, oppure pensarci, ma tenendo sempre un'occhio dietro per salvaguardare il podio finale?

Nella risposta a questa domanda, probabilmente, si leggerà il futuro di Andy Schleck e di questo Tour de France.

Mario Casaldi

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