Tour de France 2010: Vinokourov e una reazione geniale - Ora torna il sereno in Astana
Versione stampabileChe Alexandre Vinokourov fosse un campione molto speciale, l'avevamo capito da una vita. Da quando faceva il diavolo a quattro in ogni tappa mossa al Tour 2003, per esempio; o da quando piazzò uno scatto a Parigi per andare a vincere l'ultima tappa del Tour 2005 e scavalcare Levi Leipheimer che lo precedeva solo di pochi secondi (e "solo" per un quinto posto in classifica). Da quando affrontò di petto certi giornalisti che continuavano a spargere insinuazioni sul suo conto; per non dire di quando all'ultimo Giro decise di lasciar andare la megafuga dell'Aquila, al grido di «Qvesto è Giro di Italia, no Giro di Kazakistan» (della serie: lavorino le squadre di casa e non la Astana).
Una personalità strepitosa come quella del biondo vincitore di due Liegi e una Vuelta aveva dovuto fare i conti, ieri, con una situazione assai spiacevole: in fuga verso Mende, rimasto solo in testa, era stato ripreso dal suo compagno di squadra Contador, preso nella lotta della maglia gialla, e poi la tappa l'aveva vinta Joaquím Rodríguez.
Putiferio di polemiche, arrabbiatura epocale di Vino, giustificazioni balbettate da Contador, clima intorno alla squadra fattosi di colpo pesante. Ci voleva un colpo di classe per uscire al meglio da questa situazione, e Vinokourov è l'uomo dei colpi di classe. O forse proprio un colpo di genio; no problem, Vino è anche l'uomo dei colpi di genio.
Oggi c'erano in fuga tre ottimi corridori, Flecha, Chavanel e Fédrigo, ma il gruppo li aveva ripresi a 10 km dalla fine. Volata? Forse: una salitella vicina all'arrivo prometteva scompiglio.
E infatti: bellissimo scatto di Ballan, ma in contropiede è partito (unico tra tanti ad averci provato) proprio il kazako, e in cima al Gpm ha scavalcato l'italiano volando a vincere da solo: e come per magia da domani (Revel-Ax 3 Domaines, primo arrivo pirenaico) l'Astana sarà nuovamente tranquilla intorno a Contador, sempre preso dal progetto di recuperare i 31" che lo separano dalla maglia gialla Andy Schleck.
Una soluzione quasi monumentale per un problema che, se non fosse stato affrontato in maniera tanto efficace, rischiava di lasciare qualche strascico nei giorni a venire. Invece anche solo il fatto che nessuno andrà più a chiedere conto ad Alberto dei rapporti di forza all'interno della squadra, significa una discreta dose di stress in meno per l'uomo che dovrebbe insidiare la maglia gialla Schleck. Nel perfetto gioco delle parti che è stata la tappa di Revel, inoltre, Contador ha voluto fattivamente contribuire al programma offensivo messo a punto dal vecchio kazako, ed è andato a rompere un po' i cambi in testa dopo l'attacco di Vinokourov.
Tutto ricomposto, quindi, in casa Astana. Con la regia di un Giuseppe Martinelli che da subito ha difeso Contador, ricordando a tutti che la lotta per la classifica è molto più importante di un successo di tappa. Con la contrizione dello stesso Alberto, che si è comunque reso conto di aver fatto uno sgarbo ad Alexandre, venerdì, e ci ha tenuto a porre in qualche modo riparo. E con la certificazione in carta da bollo da parte di Vinokourov, che ha messo i suoi sigilli alla tappa, e che ha una volta di più dimostrato che tra l'anteporre i propri legittimi interessi al bene della squadra e il privilegiare il bene della squadra piuttosto che i propri legittimi interessi, c'è una terza via: curare i propri interessi contemporaneamente al bene della squadra.
Un concetto messo su strada già più di una volta, e che trae ancora più senso dalla personale condizione di Vino: corridore oggi, team manager già domani. Uomo-squadra, sempre.