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Tour de France 2010: Il gommone di salvataggio - Cancellara fa il samaritano | Cicloweb

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Tour de France 2010: Il gommone di salvataggio - Cancellara fa il samaritano

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La maglia gialla blocca tutti: arrivo neutralizzato - Foto Daylife.com © ReutersLe Ardenne Blu sono gobbe verdi. Di un verde scuro fresco e profondo, come il silenzio delle selve che le avvolgono. A questi abeti abituati al rombo bruciante dei motori di formula uno il vociare dei tifosi sulle strade sembra un canto di fringuelli. Non suona così alle orecchie  degli attaccanti di giornata, visto che sono braccati come volpi chiuse nella morsa di una battuta di caccia. Così appariva il gruppo sui colli della Doyenne, una trappola per topi, un boa policromo che stringe piano la sua morsa soffocante. Inesorabile, travolgente, fagocitante. Già tra gli alti fusti dei pini s'intravedevano le maglie dei residui intirizziti fuggitivi. Presi uno a uno come spie catturate nei loro covi.  Ancora alla macchia, nell'ordine, sparsi come schegge di un vetro infranto, resistevano Chavanel, Monfort, Roelandts e Gavazzi. Già Cavendish batteva un pò in testa in fondo al gruppo sulle cote più lunghe, ma anche davanti facce sciupate, da intenzioni serie, da cavalli messi alla frusta. Nella fuga il cast non lascia a desiderare, vincitori di tappa recenti e passati, corsari d'origine controllata e garantita, eppure il gruppo stringe, incombe. Anche Chavanel che ha appena lasciato l'ultimo compagno Roelandts per strada già ode i richiami dei marinai sulla prua. 39 miseri secondi. Ma le Ardenne Blu hanno in serbo per lui uno squarcio di azzurro. Nel bosco si materializzano fantasmi, Gavazzi toca il freno e slitta sull'asfalto, metà gruppo fa la stessa cosa.

Dove si scontrarono nella nebbia gli eserciti francese a tedesco in una paurosa battaglia corpo a corpo, viene issata la bandiera della pace universale. Cancellara si sta giocando la meglia gialla. Non appena gli giunge notizia di zattere di naufraghi sparse per le stradine ardennesi in seguito a caduta generale alle spalle, decide per il sacrificio. Rinuncia e attesa. 

Gruppo fermo, generale gesto di sottomissione e si raccogono tutti sul gommone di salvataggio: tappa e maglia a Chavanel. Amstrong, Basso, Contador sono rimasti indietro, ma con squadre al completo. Gli Schleck ancora più indietro, un pochino ammaccati, forse, ma il cerbiatto Andy sgambetta con la consueta leggiadria, solo Franck un pochino più adombrato. Ma non alla deriva, potrebbero lasciare nella foresta un paio minuti al massimo e hanno scudieri al fianco. Apparentemente nessuna tragedia all'orizzonte, solo un giro storto di roulette. Eppure si decide per la sosta. Che qualcuno voglia dare una dimostrazione di stile a quei bifolchi che hanno dinamitato il Giro d'Italia ad ogni foratura? Però lo stile non scade in eccessi e qui, francamente, pare la versione edulcorata el libro Cuore, il gruppo si presenta sul boulevard dell'arrivo in religiosa processione, sommo sacerdote Cancellara. 

Già si era notata una certa nobiltà d'animo in occasione dell'incursione canina di ieri, ma oggi si è creato un precedente. Il pavè di per sè fa terremoti, lascia corridori per strada. E se i protagonisti di altre sfortunate cadute fossero quelli oggi davanti costretti in pratica ad attendere? Per la cronaca nel gruppo all'avanguardia figuravano pur sempre Martin, Rogers, Evans. Forse domani il buon Fabian vorrà portarsi in tasca bende e cerotti per soccorrere i malcapitati visti i pericoli del percorso? Si dubita fortemente che uno conosciuto con il nome d'arte di Spartacus vesta di nuovo i panni del buon samaritano proprio domani, invece di tirar fuori dall' arsenale l'obice Krupp da 420. 

Attesi tutti, dati per dispersi alcuni, tra cui Cunego, giunto a 9', e Petacchi ancora più indietro, si sarebbe almeno potuto elemosinare uno sprint al folto e commoventemente entusiasta pubblico accorso sulle strade. In fondo, il Tour degli sprint non avrà un cospicuo seguito di puntate. Un'altra tappa senza punti può gravare ad esempio sulle ambizioni di maglia verde di chi ieri già era rimasto tagliato fuori. Condizionando una importante graduatoria.

Il Tour degli sprint si gioca ormai quasi tutto nelle tre tappe dopo il pavè. Poi sarà questione di resistenza a oltranza. In due settimane forse tre tappe buone, ma da dividere con le tradizionali fughe di metà Tour, quelle dei fondisti di alto lignaggio, quelle buone. Una prima e una dopo l'arrivo sulla Croix Neuve di Mende, una di uscita dai Pirenei, quando si conteranno i superstiti, prima della crono. Pau con i suoi oltre 4000 metri di dislivello rimane il mistero più fitto di questo percorso. Ma mistero ancora più fitto rimane a chi si avventura in spiegazioni sulla tappa di oggi. Quando all'orizzonte si annuncia la tempesta, per qualche momento si distende una surreale quiete. Un fenomeno che si realizza anche nella psische del corridore, pare. Forse l'annunciato pavè incute una tale religiosa soggezione. Ma qui ci si ferma e si interpellano gli psicologi.

Elisa Rossi

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