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L'intervista: Sotto il segno del León - LL Sánchez e un Tour da top ten | Cicloweb

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L'intervista: Sotto il segno del León - LL Sánchez e un Tour da top ten

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Luis León Sánchez in azione al Tour de Suisse © Cyclisme-Caisse-Epargne.frIn Spagna è popolare quasi ai livelli di Contador, pur avendo vinto molto meno del suo storico amico-rivale madrileno. Piace alla gente perché è un attaccante nato, Luis León Sánchez, che non ha paura di sparare i suoi colpi anche nei finali di tappa più convulsi. E il suo correre all'attacco gli ha permesso di batterlo, Contador, alla Parigi-Nizza del 2009.
Umilmente, comunque, si presenta al Tour senza lanciarsi in proclami, conscio che la condizione sarà tutta da affinare strada facendo, ma anche convinto di potersi prendere qualche altra soddisfazione in terra francese, dopo aver vinto nel 2008 la tappa di Aurillac e nel 2009 quella di Saint-Girons.

Hai avuto un'ottima primavera, con prestazioni di rilievo in Algarve, Parigi-Nizza e Catalogna. Come sei rientrato al Tour de Suisse, dopo due mesi di pausa e una caduta nelle ultime settimane?
«Nelle prime due tappe ero veramente in difficoltà, soffrivo ancora le conseguenze della caduta, e ovviamente non avevo il ritmo di gara nelle gambe, essendo fermo dalla Liegi. Mettiamoci anche che il tempo era brutto e freddo, e diciamo che ho sofferto parecchio, anche a respirare. Dopodiché mi son sentito sempre meglio, e soprattutto sentivo di essere sulla strada giusta e di star completando un'ottima preparazione per il Tour de France».

La sospensione di Alejandro Valverde ti ha catapultato nel ruolo di capitano della Caisse d'Epargne per la Grande Boucle: come ti senti in questi nuovi panni?
«Sarà molto difficile gestire il team senza Alejandro, quel che è certo è che proveremo a fare del nostro meglio per non farlo rimpiangere; ma naturalmente, non sarà la stessa cosa».

Sarai in gara per un'affermazione di tappa o per dire qualcosa anche nella classifica generale?
«Il mio obiettivo sarà vincere un'altra tappa, e possibilmente essere nelle posizioni di rilievo in classifica. Ma in tre settimane di corsa può succedere qualsiasi cosa, quindi penso che anche stavolta, come al solito, vivrò alla giornata e prenderò quello che verrà».

Ma potendo scegliere, opteresti per un successo di giornata o per un posto nella top-10 della classifica?
«Sarebbe una decisione difficile... perché non tutte e due le cose? Se ce ne sarà la possibilità, proverò sicuramente a centrare entrambi gli obiettivi, e ovviamente sì che mi piacerebbe essere nei 10 a Parigi. Ma come ho detto prima, mi pare più saggio aspettare e vedere quel che succede giorno dopo giorno».

Hai già scelto le tappe in cui potrai provare a dare una botta?
«Non ancora. Certo, un'idea generale sul percorso e sulle varie frazioni me la sono fatta. Ma ci sono tanti elementi che intervengono per far sì che un atleta possa giocarsi le sue chance in una determinata giornata. Per questo preferisco stare concentrato tutto il tempo e studiare il roadbook e le altimetrie ogni mattina, e solo all'inizio di una tappa decidere se quello potrà essere un buon giorno per tentare qualcosa che mi porti alla vittoria».

La Caisse d'Epargne si presenta con una formazione di tutto rispetto, con corridori adatti a ogni tipo di terreno. Qual è il vostro punto di forza, Luis León Sánchez in una  prova contro il tempo © Cyclisme-Caisse-Epargne.frsecondo te?
«Il team è forte perché ognuno, individualmente, è forte. Siamo molto compatti, abituati a correre insieme, e questo ci rende uno dei gruppi più forti del mondo. In questo Tour io sarò il leader, ma indubbiamente, come ho detto, l'assenza del nostro capitano abituale, Valverde, renderà le cose più difficili. Proveremo comunque a venirne fuori bene».

In Svizzera hai incrociato alcuni dei favoriti per la Grande Boucle: chi hai visto meglio?
«Sì, in effetti al Tour de Suisse c'erano diversi protagonisti del Tour de France: il livello della corsa è stato elevato, e da quanto ho visto, posso solo dire che la lotta per il podio sarà senza quartiere. Di sicuro sarà bello per gli spettatori e tutti gli amanti del ciclismo».

Ultima domanda: in qualità di corridore tra i pochi ad aver battuto Contador in una gara a tappe, puoi dirci qual è il segreto per superare Alberto? E pensi che qualcuno potrà effettivamente batterlo, al Tour?
«Beh, la Parigi-Nizza non è certo paragonabile al Tour de France, anche se comunque vincere una gara a tappe è sempre significativo, e dà in ogni caso grande felicità. Il mio successo dello scorso anno ha dimostrato che nessuno è imbattibile, tantopiù in un GT di tre settimane in cui così tante cose possono accadere».

(Cycling123.com - traduzione Marco Grassi)

Mikkel Condé

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