Giro del Trentino 2010: Pooley, discesa al Paradiso - Ancora un grande assolo di Emma
L'equazione Pooley uguale salita l'abbiamo ormai imparata tutti a memoria. L'equazione Pooley uguale fughe interminabili, pure. E di che ci stupiamo se su un allungo di Noemi Cantele a 53 km dall'arrivo, non appena la strada cominciava a salire, Terminator Emma le abbia preso la ruota, abbia collaborato per qualche chilometro con la bi-medagliata di Mendrisio e poi l'abbia lasciata sui pedali per involarsi tutta sola verso Appiano, nonostante la lunga discesa? Anzi, ci saremmo dovuti stupire del contrario, quasi quasi. Una Pooley che su una salita di oltre trenta chilometri se ne fosse stata buona buona a ruota, questo sì che ci avrebbe stupito.
In cima al Passo della Mendola Noemi passa con 4', il gruppo delle migliori a 4'30", la selezione non è stata molta e sono quasi una quarantina le ragazze che scollinano con questo ritardo. La discesa, abbastanza tecnica, permette alle inseguitrici di recuperare oltre un minuto e mezzo sulla battistrada e di riassorbire Cantele. Inoltre le più brave riescono anche a prendere il largo e sul rettilineo di arrivo c'è un sestetto a giocarsi il podio: D'Ettorre precede Leleivyte, Martisova, Kapusta, Lechner e Schwager, mentre poco più indietro c'è Judith Arndt, forse la grande sconfitta di giornata. Il grosso arriva a 3'19", condotto da Trixi Worrack.
Pochi commenti da fare di fronte a cotanta superiorità. Casomai il tarlo che questa non venga al Giro d'Italia a farci da gregaria di lusso come detto e ridetto, fossimo in Claudia Häusler, ce lo faremmo venire. Lo Stelvio sembra messo lì apposta, salita lunghissima, con pendenze sì dure, ma non durissime, proprio quelle che Emma predilige, poche discese, una crono perfetta per distanziare le scalatrici pure che si azzardassero a tenerle la ruota in salita (ce ne viene una su tutte, Mara Abbott), il Giro d'Italia che forse lei stessa avrebbe disegnato se ne avesse avuto la possibilità. Insomma, la storia della gregaria di lusso ci convince poco, poi la strada (e le avversarie) ci potrà smentire, a tempo debito.