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Suisse 2010: Robroom Gesink senza rivali - Assolo di Robert sull'Albulapass

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Il più che motivato sorriso di Robert Gesink sul podio di La Punt - Foto Daylife.com © ReutersA vederlo, questo spilungone, non diresti mai di avere di fronte uno scalatore. Eppure ormai da anni abbiamo imparato a conoscerlo come tale, anzi spesso ha dato filo da torcere a fior di corridori sulle salite del Delfinato o della Parigi-Nizza o della Vuelta e abbiamo ancora negli occhi la bellissima affermazione in cima al San Luca nell'ultimo Giro dell'Emilia. E abbiamo avuto modo di capirne anche i limiti, in primis a cronometro dove ha sempre pagato - spesso con gli interessi - quello che guadagnava in salita, e poi in discesa, anche lì spesso ha lasciato secondi e non solo, perdendo una Parigi-Nizza guadagnata sul Ventoux e sperperata nella discesa verso Cannes (ne approfittò Rebellin), e ancora con qualche caduta di troppo, vedi Tour e Vuelta 2009 per non andar troppo lontani. Insomma, nonostante la giovane età (24 compiuti da pochi giorni) l'olandese è sulla breccia da qualche anno e se durante l'anno l'avevamo visto poco davanti (il quinto posto alla Tirreno il suo miglior risultato finora), oggi ha sfoderato una prestazione notevole con la quale si candida prepotentemente alla prima importante vittoria della sua giovane carriera. 

Quando sei uno scalatore, hai una crono che ti aspetta e hai una sola frazione per fare la differenza a poco vale nascondersi, giochicchiare. La salita è lì, i tuoi avversari pure, chi ne ha deve menare, chi ne ha di meno deve difendersi, non ci sono alternative. E se magari il Giro di Svizzera t'interessa fino ad un certo punto perché tra quindici giorni c'è il Tour, il discorso cambia di poco, un test così importante non va sprecato. Lo sa Gesink, ma lo sa anche Andy Schleck, e quando il campione lussemburghese accelera violentemente con l'orange e Carrara a ruota, alla vetta mancano quasi 15 km e davanti ci sono una dozzina di fuggitivi sparpagliati, condotti con piglio da Brice Feillu. Con il francesino i più attivi sono Gárate, Marcato, Txurruka, Vanotti e Roy e la sorte li ha voluti premiare anche con un bonus di un minuto per via di un passaggio a livello che si è frapposto tra loro e il gruppo in forte rimonta a 35 dall'arrivo. Ma l'HTC e la Saxo hanno fatto spallucce e pancia a terra hanno approcciato le prime dolci rampe del Passo dell'Albula con poco più di 3'. 

Cancellara ben presto alza bandiera bianca, rapportino e si salvi chi può. Pochi istanti dopo ecco l'accelerazione di Schleck jr con i già citati Gesink e Carrara in scia ai quali si aggiungono Devolder, Kreuziger e l'altro Saxo Fuglsang. Sestetto ben assortito, il solo Carrara non collabora per difendere il vantaggio di Feillu, ora solitario in testa, che pare ancora interessante e non scende poi di tanto. Dietro molla la maglia gialla Martin, mentre Sky (per Lövkvist) e RadioShack si impegnano per ricucire il ritardo che sfiora il mezzo minuto. Ai meno 18 (8 dalla vetta) rientra un gruppetto sui 6, ci sono 3 RadioShack (Armstrong e Klöden i più pimpanti, soffre un po' di più Leipheimer), Urán, Schleck sr., Morabito, Zaugg e Joaquím Rodríguez. Ai meno 16 altra rasoiata di Andy sul quale, dopo qualche centinaio di metri, si riporta ancora Gesink e i due raggiungono in poche pedalate gli ultimi superstiti della fuga, Gárate e Txurruka che nel frattempo avevano ripreso e staccato Feillu. L'ex-campione spagnolo dà quel che gli rimane per la causa del compagno, ma sono sforzi ben ripagati perché ai meno 15 Gesink cala un dente e se ne va. Andy si gira, cerca rinforzi, ma gli altri sono lontani una decina di secondi. Questo è l'attimo decisivo ai fini della corsa, Gesink ha un'altra marcia e i secondi aumentano a dismisura, nonostante dietro un generosissimo Klöden tenga alto il ritmo. Vano è pure il tentativo di Zaugg e Frank Schleck che vengono risucchiati in prossimità dello scollinamento. Gesink è passato da oltre un minuto e i 10 km di discesa (i primi 3 sono un falsopiano, in realtà) serviranno a recuperare non più di 20" all'olandese che rischia pochissimo. 

Armstrong, oggi discreto in salita ma poco reattivo nei cambi di ritmo, lancia una lunga volata ed è facilmente superato da Urán, JRO e Zaugg, mentre Carrara, sesto, conferma di attraversare un ottimo periodo. Andy Schleck, splendido a tratti ma in fin dei conti inconcludente, paga una quarantina di secondi dal gruppo-Armstrong, persi tutti in discesa: evidentemente non vale la pena rischiare l'osso del collo in discesa per un piazzamento di rincalzo al Tour de Suisse.
Ora sono 29 i secondi che Gesink può gestire sul primo inseguitore, Urán, 36 su Morabito, 38 su Frank Schleck, 42 su JRO, 54 su Carrara, 55 su Armstrong che domenica, fosse il Lance che conosciamo, in 28 km di cronometro potrebbe pure fare il colpaccio. Chi non vuole rimandare tutto alla crono, può approfittare della tappa di domani, con un finale piuttosto vallonato, per rosicchiare o infliggere qualche secondo agli avversari.

Giuseppe Cristiano

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