Suisse 2010: La fuga dà i suoi Frutigen - Tappa a Burghardt, Oss terzo
Non si può dire che questa stagione resterà negli annali come quella meteorologicamente più clemente per i corridori professionisti. Il maltempo ha imperversato sul Giro d'Italia il mese scorso, e anche il Tour de Suisse, nel suo piccolo, ci sta offrendo la sua brava serie di precipitazioni. Nell'ennesima giornata bagnata, in Svizzera è andata la fuga. Un tentativo a cinque che aveva preso il largo dopo un acceso avvio di tappa, caratterizzato anche da un tentativo a due con Turpin e Gerrans, presto annullato dal gruppo.
Intorno al km 40 si sono mossi due italiani, Angelo Furlan e Daniel Oss, insieme allo spagnolo Javier Aramendia, al tedesco Marcus Burghardt e all'olandese Martijn Maaskant. Il plotone, a quel punto, ha lasciato fare, pur tenendo sempre cura di non far esondare il margine dei battistrada oltre i 5'30" (tanti sono stati nel momento di massimo vantaggio, a 140 km dal traguardo).
Nulla, nemmeno la pioggia insistente, lasciava presagire che il lavoro che Rabobank e HTC si erano autoimposte per riavvicinare i fuggitivi potesse risultare frustrato da qualcosa. E infatti il distacco dai 5 uomini di testa, man mano che ci si avvicinava a Frutigen, declinava lentamente ma puntualmente, tanto che le squadre dei velocisti iniziavano a fare la conta di chi c'era e chi no per organizzare qualche vagone di treno.
Ma a 40 km dalla fine, con la Omega Pharma in testa e il vantaggio di Furlan e soci sceso praticamente a 2', la variabile impazzita si è materializzata in forma di "lungo" di Gerben Löwik, che è finito tra la folla cadendo e provocando una reazione di timore nel plotone, che da quel momento ha tirato il freno a mano per parecchi chilometri: la sfortuna di Löwik, per quanto cinico ciò possa sembrare, si è tramutata in buonasorte per gli attaccanti, che hanno potuto darci dentro per incrementare nuovamente il margine sul gruppo in fase di rallentamento. In pochi chilometri i 2' sono diventati quasi 4', e quando le squadre si sono riorganizzate per inseguire in maniera più convinta, i buoi erano ormai scappati dal recinto.
Anche l'ultima (piccola) asperità di giornata non è bastata al plotone per recuperare in maniera decisiva, anche se su quello strappo i 5 hanno perso un minuto tondo, conservandone un altro (abbondante) di vantaggio. Purtroppo per Furlan, tale strappo (di Aeschi) è stato invece sufficiente a farlo staccare dai compagni di fuga e a fargli salutare le speranze di vittoria; poco dopo anche Aramendia ha gettato la spugna, lasciando così in testa i soli Oss, Maaskant e Burghardt, che hanno difeso con successo quel vantaggio fino alla fine.
Non è valso a nulla nemmeno il tentativo Caisse d'Epargne, con Lastras e Rojas ad allungare in discesa: il massimo che i due spagnoli hanno potuto fare è stato riprendere per primi il connazionale Aramendia, prima di essere rifagocitati dal plotone, in cui Cancellara aveva tra l'altro passato buon tempo a sfottere gli iberici una volta saputo che la Svizzera aveva clamorosamente battuto la Spagna ai Mondiali di calcio.
Mentre dietro tenevano banco allegri siparietti pro televisione, davanti si arrivava alla resa dei conti: e non è stata nemmno una pratica complicata, visto che il primo affondo si è rivelato decisivo: l'ha piazzato Burghardt a 1300 metri dall'arrivo, e Maaskant e Oss, malgrado l'impegno, si sono rivelati troppo stanchi per tenere testa al tedesco. Il trentino in particolare era proprio alla frutta, ed è stato staccato sul rettilineo finale dall'olandese, collezionando comunque un buon terzo posto di giornata, mentre in classifica nulla cambia in attesa della decisiva tappa di domani a La Punt.
Infine, due righe sulla caduta di ieri: la giuria ha riconosciuto Cavendish colpevole, penalizzandolo di 30" e dando tutte le attenuanti a Haussler. Evidentemente non contenti di quella che è stata considerata una punizione troppo blanda per l'inglese, i compagni di Coyot (fratturato), Mondory e Haussler (ritirati), hanno ritardato la partenza della tappa di 2', a Wettingen. Un'iniziativa, da parte di Caisse d'Epargne, AG2R e Cervélo, volta forse anche a sensibilizzare Mark su questo tema: non a caso poi, durante la tappa, il britannico è andato a parlare con alcuni rappresentanti di questi team (Hushovd tra gli altri). La speranza è che l'abbia fatto per scusarsi e per impegnarsi a un maggior autocontrollo in futuro.