Suisse 2010: Coyot fratturato, Mark penalizzato - Il bollettino: Haussler a casa
Il bollettino medico dopo la tappa di Wettingen è tutto sommato più generoso rispetto a quanto sembrava. Arnaud Coyot, francese della Caisse d'Epargne, non sarà purtroppo d'accordo: è lui il corridore che ha riportato i danni peggiori dalla caduta di oggi. Per lo sfortunato Arnaud si parla di una frattura a scafoide e radio, quindi tempi lunghi per il recupero. In bocca al lupo al francese.
Gli altri coinvolti: Cavendish, che ha innescato la carambola, se l'è cavata con botte su tutto il corpo, ma niente di grave. Su di lui si registra l'unico intervento della giuria, che ha penalizzato il ragazzo di Man di 30" in classifica (e 25 punti nella relativa graduatoria) e che gli ha comminato 200 franchi svizzeri di multa.
Peggio è andata a Haussler, che si è dovuto ritirare dalla corsa a causa del dolore e delle ferite: per lui si registra una profonda ferita al gomito destro e altre abrasioni su tutto il corpo. «Non ho visto Cavendish arrivarmi addosso, mi sono ritrovato per terra praticamente senza accorgermene», spiega Heinrich.
Nessun problema per Simon Spilak e Manuel Quinziato, che pure hanno saggiato l'asfalto, mentre Tom Boonen, finito addosso a Cavendish, descrive la dinamica del suo capitombolo: «È andata meglio di quanto poteva andare: ho visto per tempo che davanti stavano cadendo, e sono riuscito a diminuire sensibilmente la mia velocità. Ma qualcuno da dietro mi ha tamponato, e sono finito pure io per terra, picchiando il ginocchio sinistro». Il belga, che già in California aveva picchiato lo stesso ginocchio, sarà comunque al via domani: «Sperando che il dolore non aumenti».
Il terzo dei coinvolti, Ciolek, è praticamente illeso, e non giungono notizie di problemi seri dalle sedi di Garmin e AG2R (Hesjedal e Elmiger erano comunque stati tra i primi caduti a tagliare autonomamente il traguardo), così come non si è fatto niente Alex Moos della BMC. In definitiva, come già detto, è andata bene, a parte Coyot. Prima che situazioni del genere si ripetano, comunque, un attimo di riflessione su quanto successo, da parte dei principali attori di questa granguignolesca rappresentazione (Cavendish su tutti), sarebbe quantomeno necessario.