Suisse 2010: Schleck afferra l'attimo giusto - Tappa a Frank, Martin scavalca Cancellara in classifica
Nella giornata dei mille scatti, dei mille capovolgimenti di fronte e dei mille tentativi andati a vuoto, a Frank Schleck è bastato uno scatto - per quanto ben assestato - a 1.1 km dall'arrivo di Schwarzenburg per aggiudicarsi la tappa e lasciare il sorriso in casa Saxo Bank. Eh sì, perché nel giorno del lussemburghese festeggiante si deve far fronte ad una leggera flessione da parte di Cancellara, che ha pagato forse in maniera troppo pesante le non certo impossibili pendenze delle salitelle previste in questa terza tappa. Non che lo stesso Frank, o il fratellino Andy (ma anche Fuglsang e Larsson, parecchio attivi quest'oggi) non garantiscano sufficiente copertura nel caso che il buon Fabian decida di non provare a bissare il successo ottenuto l'anno scorso sulle strade del Tour de Suisse, però ci saremo francamente aspettati di vedere Cancellara abdicare su una salita di 2000 metri d'altezza, eventualmente, e non sul pur onorevole Kalchstätten (che - è vero - arrivava dopo un Gpm di 1a categoria come il Col des Mosses, ma entrambi erano tutt'altro che spauracchi ad inizio tappa). È pur vero che è sicuramente esagerato fasciare la testa di Cancellara per aver perso - su un arrivo comunque pendente - 4" da Tony Martin (che gli ha dunque sfilato la maglia gialla per 1"), ma è anche vero che la gestione di gara di Fabian nel finale, e la faccia sofferente nel dopo tappa, non lasciano buone impressioni sulle prossime giornate del campione olimpico e mondiale a cronometro.
La tappa, partita senza Sagan (lo slovacco era stanco e la Liquigas ha preferito non tirargli il collo) e proseguita con vari ritiri tra cui quelli di Agnoli e Felline, è vissuta sin dal km 10 con la fuga di Pliuschin, Capelli e Veikkanen, il più vicino in classifica con un distacco di 2'18" da Cancellara. Il Team Saxo Bank ha bellamente ignorato i tre battistrada, lasciando che ai meno 60 km dall'arrivo il loro vantaggio fosse ancora di 8'28". Ci han dovuto pensare Omega Pharma e Sky, poi supportate dalla Cervélo, a mettersi in testa al gruppo a menare. Forse anche con un po' troppa veemenza, se è vero che nel giro di dieci chilometri il vantaggio era calato di quasi tre minuti (5'37" ai meno 50) e ai meno 40 si era sui 4' netti.
Dmitriyev e Brice Feillu hanno iniziato la serie dei mille scatti di cui parlavamo in apertura, mentre il moldavo Pliuschin approfittava del chilometro al 9.7% di pendenza media che ha caratterizzato l'immediata vicinanza dell'arrivo di tappa, sotto al quale ai meno 30 si è passati per la prima volta, per salutare la compagnia di Veikkanen e Feillu e tentare l'azione solitaria, durata fino ai meno 22. Dietro, nel frattempo, succedeva di tutto: l'attacco di Txurruka accendeva la miccia, mentre si andava a formare un gruppetto con corridori come Gesink, Barredo, Carrara. La maglia gialla di Cancellara non si muoveva ed approfittava dell'azione di gregariato di Andy Schleck, mentre Fuglsang e Larsson controllavano i contrattaccanti non mandandoli troppo distanti. Dopo il Gpm lo stesso Cancellara tentava di ricucire il gap di 15" che si era creato, allungando leggermente in discesa, poi un nuovo scatto di Gesink (francobollato ancora da Fuglsang) dava vita al tentativo solitario di Albasini, partito a 18.5 km dall'arrivo e in avanscoperta fino ai meno 12. Mille metri più in là è stata la volta di Luís León Sánchez Gil, attacco che ha smosso addirittura la fantasia di Freire, che si è mosso con Kirchen, Ballan, Elmiger, Rojas e Devenyns per tentare di riportarsi sul corridore della Caisse d'Epargne. Sfumata anche quest'azione, intorno ai meno 5 km, ci ha provato - troppo timidamente - Cheula, finché sotto lo strappo finale non è stato il Team HTC-Columbia a prendere seriamente in mano la situazione.
Visto Cancellara di nuovo in difficoltà, Rogers ha lanciato Tony Martin all'attacco. Il tedesco non è uno da cambi di ritmo prorompenti, però, dunque il gruppo non è stato affatto sopreso dalla progressione del passista scalatore di Stapleton. Urán, Roche, Gesink e Frank Schleck gli si sono incollati alla ruota, mentre Armstrong era bello vigile in testa al gruppo e Gilbert - nonostante il lavoro svolto dai suoi compagni - si afflosciava senza mettere praticamente mai il muso fuori dal gruppo.
Dopo un tentativo di Roche al chilometro e mezzo, è stato l'allungo di Frank Schleck a mettere tutti d'accordo, anche se Mollema ha tentato di ricucire il gap ed il colombiano Urán ha addirittura tentato la rimonta solitaria negli ultimi 800 metri, rischiando addirittura di cadere lungo il rettilineo finale per colpa (poca) di un tifoso e (soprattutto) per via della mancanza di lucidità. Lo stesso Mollema, a 3", regolava il gruppetto con Morabito, Carrara, Gárate, Gesink (ottima prova di squadra della Rabobank), Lövkvist, Roche e Martin, con quest'ultimo che va a vestire la maglia gialla su Cancellara (giunto a 7"), con lo svedese della Sky in terza posizione a 8". Stupisce la giornataccia di Kreuziger, giunto a 2'04" ed ora 55esimo in classifica; in un Giro di Svizzera senza padroni il ceco avrebbe dovuto saper fare qualcosa in più.