Delfinato 2010: Assolo di Navarro, Janez in carrozza - Capecchi 2°, nessuno attacca Brajkovic
Che questo Criterium del Delfinato non sarà ricordato come la corsa più divertente di tutti i tempi lo si poteva già immaginare, se non dalla starting list, quantomeno dalle tappe che hanno preceduto la giornata di oggi. La cronometro - forse troppo lunga? Qui però entriamo nella solita tiritera che non porta da nessuna parte... - ha messo in chiaro parecchie cose, e a metterne in chiaro altre ci hanno pensato direttamente i protagonisti. Contador, ad esempio, si è subito affrettato a dichiarare che la vittoria del Delfinato non era importante e che era molto più importante affinare la condizione in vista del Tour de France. Con tali simili premesse (e promesse), come attenderci battaglia? Da chi, poi? Da Brajkovic che deve difendere la maglia gialla? Dal giovane Van Garderen, che in Francia sta scoprendo i propri limiti? Dal non-scalatore Millar? Da Menchov, che ha avuto segnali di ripresa solo l'altro giorno a cronometro, dopo una mesata praticamente buttata tra ritiri e distacchi patiti in ogni corsa? Chi, se non Contador, poteva illuminare il Delfinato?
Uno suo scagnozzo, ad esempio, anche se definire la pur bella azione di Daniel Navarro un'illuminazione è esercizio vagamente retorico di cui facciamo volentieri a meno. Però, pronti-via, l'asturiano s'è infilato nel drappello che s'è avvantaggiato dopo pochi chilometri, lungo l'ascesa del Col du Lautaret insieme ad altri sedici coraggiosi (tra i quali segnaliamo l'altro Astana De la Fuente, ed ancora Gusev, Szmyd, Fédrigo e Pujol, tra i nomi più rappresentativi), poi - inevitabilmente - diventati vari gruppetti durante i chilometri successivi della tappa.
Pasamontes, Capecchi, Champion e Pinot ci hanno provato già prima del Gpm ad abbandonare la cospicua - e pur sempre rischiosa, per quanto utile - compagnia del gruppetto formatosi, venendo poi raggiunti da Egoi Martínez lungo la discesa. Cinque battistrada fino al km 55, circa, quando Bole e Tankink si sono riportati in testa alla corsa formato un drappello di sette corridori. Il gruppo, a 3'15", lasciava fare.
Sulla Chamrousse (17.5 km di salita al 7,5% di pendenza media) sono Egoi Martínez e Capecchi ad accelerare per primi, con Pinot che nel giro di poco riesce a riportarsi sulle loro ruote. Gli altri si sfaldano. Vengono raggiunti da Moreau, Kadri, Kessiakoff, Kern e Navarro, un mix tra la prima fuga di giornata e un drappello di contrattaccanti stanco di procedere a passo d'uomo nel gruppo tirato da Paulinho e Horner, cioè i luogotenenti odierni di capitan Brajkovic. I tre in testa procedono in maniera costante, mentre dietro Navarro scalpita. Dapprima attacca, andando a riprendere Bole e portandolo nel gruppetto di testa. Poi, neanche il tempo di rifiatare - a 5 km dal Gpm - tira una rasoiata che mina le certezze di Egoi Martínez innanzitutto, ma anche quelle dei giovani Pinot e Capecchi, che provano ad organizzarsi per andarlo a riacciuffare ma passano al Gpm con 50" di ritardo dallo spagnolo. Roba mica da ridere.
La discesa è larga, poco tecnica, e Navarro riesce a tenere. Perde 15" nei primi 12 km all'ingiù, poi guadagna 5" nel successivo tratto in pianura. Tra Pinot, Capecchi e la maglia gialla di Brajkovic intanto succede di tutto, ma nulla che sia effettivamente rilevante, a parte un attacco di Rolland e Le Lay in salita e l'attacco di Riblon (11esimo in classifica) in discesa. Pinot sbaglia un paio di curve ed anche Capecchi perde il ritmo dell'inseguimento, mentre Navarro - stimolato dalle urla di un pimpante Guidone Bontempi in ammiraglia - è ad un passo dal primo successo in carriera.
Successo che arriva, meritato, sotto lo striscione del traguardo di Grenoble, con 34" su Capecchi e Pinot e 1'39" su Champion, Egoi Martínez e Moreau. Riblon, che nel frattempo aveva trovato per strada Le Lay e Kadri, ma aveva dovuto fare i conti con la menata della Cofidis in gruppo (a difendere, crediamo, il 9° posto in classifica di Taaramäe...) giunge con 2'40" di ritardo dal vincitore e con 24" di vantaggio sulla maglia gialla (col gruppo regolato dal sempre più bravo Bole). Vantaggio che gli permette di risalire fino alla settima posizione in classifica generale. In tempi di vacche magre, bisogna accontentarsi.
Classifica generale che, speriamo, sarà riscritta (o quasi) dall'arrivo sull'Alpe d'Huez di domani: 151.5 km in tutto, col Gpm del Col de Glandon - altra salita di 19.5 km al 7,2% di pendenza media - posto al km 99. Il terreno per attaccare - anche da lontano - c'è, eccome. Speriamo possa esserci la volontà dei corridori di onorare una salita mitica (affrontata per la prima volta dal Criterium del Delfinato) e di assicurare un degno spettacolo ad una tappa disegnata in maniera più che egregia.