Giro d'Italia 2010: Ma che numeri ha fatto Arroyo! - David splendido in discesa
Tappa a Scarponi, maglia a Basso, questo è il verdetto della Brescia-Aprica, più volte messo in discussione da un Arroyo molto volitivo, che però nulla ha potuto contro l'irresistibile coppia Liquigas Basso-Nibali.
La partenza (a cui non si presentano Greipel, Hondo e Dean, protagonisti negli ultimi due giorni) è decisamente pancia a terra: 51 di media nella prima ora, e fuga che riesce a prendere il largo solo al km 46. La animano 9 uomini: Tondo (Cervélo), Failli (Acqua&Sapone), Jackson Rodríguez (Androni), Krivtsov (AG2R), Bonnet (Bbox), Duque (Cofidis), Bakelants (Omega Pharma), Samoilau (Quick Step) e Mazzanti (Katusha). Gli attaccanti, malgrado un minutino perso ad un passaggio a livello chiuso al km 63, aumentano il loro vantaggio fino a 8'48", punta massima toccata al km 86 (a 109 dal traguardo).
Sulle rampe dell'Aprica (al primo passaggio) il gruppo, sempre guidato da una Liquigas in controllo, recupera parecchio. Karpets prova un allungo estemporaneo, e transita sotto il traguardo (a 82 km dalla conclusione) con 4'48" di ritardo dai primi, mentre il gruppo della maglia rosa passa a 5'04". Il successivo Trivigno è preso dalla Liquigas con tutte le intenzioni di far male a molti: Agnoli si mette a fare il forcing, e dal plotone iniziano a staccarsi parecchi corridori (anche Karpets, ripreso nel frattempo). Idem nel drappello di testa: perdono contatto Tondo (che era uscito nella speranza di far punti Gpm), Bonnet, Mazzanti e Krivtsov.
Dopo 3 km di salita (a 8 dalla vetta e 73 dall'arrivo) scatta secco Garzelli. mentre poco più su Failli seleziona ulteriormente il gruppetto di testa (si stacca Bakelants, restano con l'italiano solo Rodríguez, Duque e Samoilau): si profila un interessante gioco di squadra della Acqua&Sapone. E infatti dopo qualche chilometro l'ammiraglia di Gini ferma Failli dal drappello di testa per fargli aspettare il capitano e aiutarlo nel finale di scalata. In vetta la coppia Acqua&Sapone passa con 1'26" di ritardo da Rodríguez, Duque e Samoilau. Il gruppo (già ridotto a circa 35 unità, e sempre tirato da un inesauribile Agnoli) transita a 2'41" dal terzetto di testa.
In discesa Garzelli recupera parecchio, e a fine picchiata (a 50 km da Aprica) è con Failli, Samoilau e Bakelants a 30" dalla coppia rimasta in testa e formata da Duque e Rodríguez, mentre il gruppo con l'onnipresente Liquigas in testa accusa 2'45" dai due sudamericani. È nelle vie di Mazzo, ai piedi del Mortirolo, che il quartetto inseguitore aggancia la coppia al comando. Si inizia a scalare la durissima salita lombarda e Garzelli resta praticamente subito da solo (l'ultimo a resistergli è Samoilau), mentre in gruppo Agnoli si sposta e cede il passo a Kiserlovski, che tira fortissimo sin dalle prime rampe.
Il risultato è che lo sparpaglìo si fa in breve impressionante. E quando passa a tirare Szmyd, saltano i pezzi grossi: dapprima Porte, poi Cunego (con Pinotti e Mollema), poi la maglia rosa Arroyo (scortato da un convincente Uran), mentre nel gruppettino di Basso restano in una decina: con Ivan ci sono i compagni Nibali, Szmyd e Kiserlovski, e poi Evans, Sastre, Vinokourov, Gadret e Scarponi. È una comitiva che dura poco insieme: perché prima Nibali, poi, sul punto più duro del Mortirolo (a 8 km dalla vetta e 41 dall'arrivo), Basso, attuano un forcing che frantuma il gruppetto. Uno dopo l'altro, Sastre, poi Vinokourov, poi Gadret, infine anche Evans, cadono sotto i colpi del capitano Liquigas. Alle sue spalle resistono solo Scarponi e - non senza fatica - Nibali. Siccome Basso ha bisogno del siciliano per la discesa, diminuisce il ritmo per non farlo staccare; ma ci pensa Scarponi a rilanciare l'andatura, ed Evans, che era tornato a tenere a tiro il terzetto che lo precedeva, vede nuovamente allontanarsi il trenino buono.
L'australiano va nettamente in difficoltà, su di lui tornano Vinokourov, Sastre e Gadret, mentre più indietro Arroyo, rimasto senza gregari, prova a salvare il salvabile, trova strada facendo l'aiuto di Ardila, stacca Cunego e Pinotti che erano con lui, ma a 38 km da Aprica (5 dalla vetta del Mortirolo), quando Basso, Nibali e Scarponi prendono Garzelli, lo spagnolo conta quasi 2' di ritardo. Ne aveva 2'27" di vantaggio, il sogno di vincere il Giro è destinato a svanire prima del Gpm.
Garzelli non resiste che un chilometro al ritmo di Basso, e a 3 km dalla vetta viene ripreso e superato dal quartetto di Evans, quartetto dal quale Vinokourov emerge prepotentemente con un allungo solitario. È un'altra mazzata per Evans, che si stacca inesorabilmente anche da Sastre e Gadret. Al Gpm il terzetto di testa ha un vantaggio di 55" su Vinokourov, 1'29" su Sastre e Gadret, 1'43" su Evans e 1'55" su un Arroyo che in discesa si mette a fare il diavolo: la maglia rosa riprende e stacca Evans, riprende e stacca Sastre e Gadret, ma quel che più conta è che guadagna moltissimo su Basso, Nibali e Scarponi, che scendono parecchio più piano, frenati dai problemi di Ivan sul terreno bagnato.
La discesa pare lunghissima; Arroyo, sempre più scatenato, riprende pure Vinokourov (che si è spaventato per un lungo a inizio picchiata e ha recuperato meno del prevedibile), mentre Evans pare superare il momento più difficile e si riporta su Sastre e Gadret; a 20 km dal traguardo (quasi a fine discesa), i battistrada hanno appena 38" su Vino e Arroyo, e 52" su Sastre, Gadret ed Evans. Questi ultimi si ricongiungono ai 12 km con la coppia che li precedeva, appena prima dello strappo più duro della salita finale.
Non appena la strada torna seriamente a salire, Basso, Nibali e Scarponi (che collaborano in maniera ottimale) tornano a guadagnare sugli inseguitori, approfittando anche del fatto che Arroyo non trova una grande collaborazione (Evans a parte) dagli altri componenti del suo gruppetto. A 10 km dalla vetta il margine torna a 1'06", ed è solo l'inizio della cavalcata di Basso, che continua a spingere mettendo alla frusta i due compagni di fuga, e a 3 km dalla vetta diventa maglia rosa virtuale. Un sempre più nervoso e deluso Arroyo può solo prendere atto di questo passaggio di consegne, del resto quelli nel plotoncino insieme a lui sono ormai quasi privi di energie.
La volata a tre per la vittoria di tappa è solo una formalità: Basso mette Nibali a tirare per tutto il tratto finale per guadagnare il più possibile e lasciare il successo parziale (e i 20" di abbuono) a Scarponi senza troppi rimpianti. Ivan chiude comunque al secondo posto e per lui ci sono 12" di bonus oltre ai tanti scavati tra sé e i rivali per la rosa: alla fine sono oltre tre i minuti di ritardo per Arroyo, Evans, Vinokourov, Gadret e Sastre. In classifica, 4 anni dopo l'ultima volta, Basso va al comando, e ha 51" su Arroyo, 2'30" su Nibali, e 2'49" su Scarponi quarto.