Giro d'Italia 2010: Grand Monier, dolce brindisi - Fuga a 19, vince il francese
Con un percorso come quello della tappa di oggi, chi avesse voluto attaccare avrebbe potuto tentare delle belle cose. Il punto è che per inventarsi un assalto nella Brunico-Pejo Terme sarebbero servite gambe sane (e non lo sono più dopo oltre due settimane di Giro) e mente sgombra (impossibile da avere quando sai che ti aspettano il Mortirolo e il Gavia nei prossimi giorni).
Sicché nella 17esima tappa della corsa rosa hanno trovato spazio 19 fuggitivi. Sin dalla partenza si sono moltiplicati i tentativi di fuga, ma la Lampre in prima battuta ha tenuto la corsa abbastanza chiusa. Solo al km 54 sono riusciti ad avvantaggiarsi 19 corridori, che qui elenchiamo: Wyss (BMC), Ochoa (Androni), Kireyev (Astana), Arashiro (Bbox), Amador (Caisse d'Epargne), Konovalovas (Cervélo), Duque e Monier (Cofidis), Stortoni (Colnago), Hondo e Marzano (Lampre), Moreno (Omega Pharma), Kruijswijk (Rabobank), Cummings (Sky), Reynes (HTC), Ignatiev (Katusha), M. Fothen (Milram), N. Sorensen (Saxo) e A. Efimkin (AG2R).
La Lampre, evidentemente conscia di non poter tirare fino alla fine (a beneficio di Cunego, magari), ha infilato due uomini nell'azione e si è fatta da parte. La Caisse d'Epargne della maglia rosa Arroyo, più che controllare che il distacco non prendesse proporzioni ingestibili (avendo Efimkin a quasi 20' di ritardo nella generale), non ha fatto. E così la fuga ha preso il volo, raggiungendo il vantaggio massimo di 12'09" ai piedi del Passo delle Palade (al km 90).
In cima alla lunga salita i 19 hanno visto il loro vantaggio abbattersi a 8'18", ma dietro l'interesse a lavorare per recuperare sugli attaccanti era veramente nullo, e quindi dopo lo scollinamento i battistrada hanno ritrovato via libera per procedere.
Tra tanti fuggitivi, era chiaro che qualcuno avrebbe provato l'anticipo. A poco meno di 30 km dal traguardo ci prova Ignatiev, ma la sua idea è destinata a non durare a lungo. E tra l'altro il russo è il primo a staccarsi all'abbrivio (piuttosto dolce) della salita finale che porta al traguardo di Pejo, a 15 km dalla conclusione. Il più pimpante e convinto, forse pure troppo, è Daniel Moreno, che piazza un paio di scatti a 14 km dal traguardo, ma poi si distrae sul più bello, quando gli partono in contropiede Kruijswijk, Hondo e Monier.
Moreno resta un po' a bagnomaria, poi aspetta gli altri fuggitivi, dopodiché prova in tutti i modi (collaborando con Cummings, a sua volta avvantaggiatosi sul drappello) a recuperare sul terzetto di testa, ma senza fortuna.
Intanto fra i tre battistrada, a 3 km dal traguardo Monier parte subito prima dell'inizio del tratto più duro, e fa il vuoto. Kruijswijk stacca dapprima Hondo, ma poi addirittura subisce il ritorno del velocista tedesco, che sarà secondo al traguardo alle spalle dell'ormai irraggiungibile Monier, che centra la sua prima vittoria da professionista. Terzo Kruijsijk, quarto Moreno, quinto Cummings, sesto e primo degli italiani Stortoni, mentre il gruppo nel finale accelera per opera della Liquigas, che schiera i suoi uomini in testa ad aumentare l'andatura. Si direbbe un preambolo per un possibile attacco di Basso, ma di fatto non accade niente (a parte che qualche nome importante si stacca, vedi Garzelli), e tra gli uomini di classifica l'unica cosa da segnalare è il secondo guadagnato da Scarponi nella volata finale.