Giro d'Italia 2010: Ora l'artiglieria pesante - Sarà difficile recuperare
Il terremoto si annuncia sempre e i più sensibili ne carpiscono i segnali. Le chiese sventrate dell'Aquila attendevano il Giro dense di presagi. In una città spezzata la carovana del Giro oggi arriva contando i suoi mattoni caduti al suolo. Ma all'approssimarsi della catastrofe alcuni preferiscono l'oppio. Eppure i segnali il terremoto lì dà. Già da diversi giorni appariva chiara la natura cristallina del palazzo del Giro. Le squadre faticavano a tenere a bada pochi umili avventurieri. Un colpo ben calibrato non era ancora stato portato ma il fianco sembrava scoperto. Quando i saraceni ormai aprivano brecce nelle mura di Costantinopoli assediata, nell'assemblea si dibatteva il problema di quale sesso avessero gli angeli. Oggi le prime scosse di terremoto sono iniziate presto: all'orizzonte, sugli altipiani abruzzesi, nubi dense, ma gli scenari di corsa erano ancora più torbidi. La cupola tremava paurosamente. L'alto clero, con le sue fazioni rose da profonde divergenze, sembrava ignorare l'imminente pericolo. Astana bluffava: sì sì, tranquilli che poi li prendiamo. Liquigas si nascondeva: 4 uomini in fuga e dobbiamo tirare? Altre squadre puntavano alla vittoria prestigiosa, Lampre, Acqua e Sapone, Androni, ma tranquille aspettavano le risoluzione delle dispute tattiche.
Filosofia, come i saggi dell'assemblea di Costantinopoli: ma vero filosofo è colui che indaga la natura delle cose, guai a deviare lo sguardo da ciò che accade di momento in momento. Il buon scalatore è anche buon filosofo. Deve sopportare con distacco le avversità di inzio corsa, subire le stilettate degli scattisti, incassare di buon grado qualche minuto tra cronometro, abbuoni e buchi del gruppo; ma sa che arriva il momento della verità, quando dal cronometro si passa alla sveglia nella conta dei distacchi e quello è il suo momento. Sastre come il buon filosofo guardava avanti e attendeva. Deve aver letto Seneca e, stoico, in perfetta atarassia attende sereno il suo momento nelle retrovie del gruppo. Non che non soffra, ma, attento, sta in ascolto dei rumori sordi provenienti dalle fondamenta e, come le vergini sagge, all'arrivo del padrone veglia con la lampada accesa. Pronto ad entrare in azione ai primi segnali del terremoto vero.
Ora lo scenario ha una tonalità lunare. In attesa delle rupi da scalare, i favoriti sono sparsi per la classifica a distanze siderali, i capitani più attesi dai 10 minuti di Vinokourov in su. La diga però è stata aperta e ora si vedrà dove il terreno è più profondo e si raccoglieranno le acque. La corsa si è messa sul fondo, è chiaro ormai che il gruppo è vulnerabile e ora tutti gli attesi protagonisti devono scoprire le carte facendo la corsa dura, unico tradizionalissimo sistema per recuperare terreno su solidi corridori che contano minuti di vantaggio.
Porte maglia rosa, al Romandia - altre pendenze - in salita tutto sommato teneva, Arroyo da levare di ruota è duro, Tondo al Terminillo ha fatto il miglior tempo di scalata, Gerdemann conta pur sempre un Giro di Germania vinto in salita. Due guardie della fortezza Liquigas espugnata nella battaglia di Montalcino, Kiserlovski e Agnoli, si ritrovano nei pressi del vertice: potrebbero essere l'ago della bilancia. A nostro avviso, però, non con scelte conservative. Non aspettando il non troppo preventivabile crollo di Porte e quello ancor meno prevedibile di Arroyo. Sarebbero forse più utili per aprire subito la corsa, nelle tappe dure, logorando ai fianchi i corridori di classifica, che a quel punto dovrebbero rispondere pure a loro, oltre che ai capitani designati.
Tondo e Sastre si trovano a mezza via tra il vertice e il limbo in cui galleggiano i grandi nomi. Hanno un buon vantaggio su di loro e sono ottimi scalatori, in prospettiva, alleati, sembrano in pole position, ma devono pur sempre recuperare dei minuti sul vertice della classifica. Tuttavia, possono giocare di rimessa sui prevedibili attacchi, possono anche rimanere in scia delle grandi navi per approdare all'attracco rosa.
Giorni fa, quando si era ancora all'antipasto, già si capiva che i commensali avevano allegramente stracciato il manuale del galateo, prendendo posizione a colpi di stiletto. Ora si è capito che bisognerà usare l'artiglieria pesante. Sempre che qualche buona cartuccia sia rimasta di scorta.