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Tour de l'Aude 2010: Ecco le salite, scalatrici in cattedra - Abbott tappa, Pooley maglia

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Mara Abbot batte allo sprint Emma Pooley - Foto CJ FarquharsonLe ammirava dal primo giorno, queste montagne. Scendendo da quella rampa di lancio di Gruissan, Mara Abbott sapeva che non avrebbe primeggiato nel prologo ma era altrettanto fiduciosa nei rilievi che scorgeva laggiù in lontananza. Ecco, quelli sarebbero stati la sua vera rampa di lancio! Così è stato oggi per la 27enne di Boulder, Colorado, che ha una marcia in più quando la strada s'impenna. Chissà se è solo merito di quella collina che da adolescente era costretta a percorrere in bicicletta, tornando da scuola ed abitandovi proprio in cima, e per di più con le Montagne Rocciose a poche miglia. Quello che è certo è che la scalatrice statunitense si sente a casa, quando si trova fra le montagne.

Oggi si partiva da Osséja, un paesino situato nei Pirenei Orientali, dove il tempo sembra essersi fermato. A pochi passi la Catalogna ed Andorra lassù, incastonata tra le vette pirenaiche. Le scalatrici stamane alla partenza devono essersi proprio sentite felici sapendo che cosa le aspettava. Il profilo altimetrico della tappa è invitante, specie per quelle atlete che ieri sono rimaste attardate tra i ventagli. Tra di loro c'è, nemmeno a farlo apposta, Mara Abbott. Gli Stati Uniti decidono di fare corsa dura sin da subito. Dopo soli 11 km Katheryn Mattis va in fuga. Dapprima la cavalcata è solitaria ma a due chilometri dalla vetta del Col du Calvaire si portano in testa alla corsa anche Emma Johansson, Mara Abbott ed Evelyn Stevens, anch'essa come Abbott attardata in classifica dopo la tappa di ieri. Insieme a loro non manca un bel trio di ragazze Cervélo, nella fattispecie Regina Bruins, Sharon Laws ed Emma Pooley.
La situazione si fa interessante ed al contempo pericolosa per qualcuna là dietro. QuestaUltimo giorno in maglia gialla per Adrie Visser - Foto CJ Farquharson fuga, con questi nomi, rischia di compromettere il Tour di più di un'atleta. E così, lungo la discesa del Col du Calvaire, altre nove atlete si portano all'inseguimento della testa della corsa. Si tratta di Andrea Bosman, già ieri in avanscoperta e seconda al termine della tappa, Edwige Pitel della Michela Fanini, Ruth Corset, Trixi Worrack, Annemiek van Vleuten e la ragazza di Béziers, Christel Ferrier-Bruneau, che corre sulle strade di casa. Insieme a loro altre due Cervélo, Carla Ryan e Claudia Häusler. Le nove inseguitrici riassorbono in breve tempo la Mattis, staccatasi dal drappello di testa, mentre il gruppo si mantiene a 58". Le nove contrattaccanti vengono riprese dal gruppo della maglia gialla al termine della discesa del Col du Calvaire ed all'attacco della seconda asperità di giornata, il Col de Creu, davanti sono rimaste in cinque.
La Abbott è tra le più pimpanti ed Evelyn Stevens ha da faticare non poco per tenere la ruota della statunitense. Anche Emma Pooley è molto brillante ed in più può contare sull'apporto della compagna Sharon Laws. L'altra Emma, Johansson, pare invece resistere più per testarsi sulle grandi salite. L'esito della prova per la svedese arriva negli ultimi chilometri del Col de Creu, quando si stacca insieme alla Laws. Davanti il terzetto composto da Pooley, Abbott e Stevens prosegue nella sua marcia ed al valico ha 15" su Johansson e Laws. Quest'ultima incappa in un errore nella discesa molto tecnica ed insidiosa e così Johansson si mette all'inseguimento del terzetto, anche se nella mente della svedese il pensiero di aver perduto il treno giusto è molto più di un presentimento.
Sulle rampe del Col de la Llose il terzetto di testa esplode letteralmente sotto i colpi di pedale di Emma Pooley. Il talento di Wandsworth, in mezzo a queste lande brulle, si lascia alle spalle con uno scatto meraviglioso le altre due compagne di fuga. La Stevens perde da Pooley attorno ai 12", la Abbott qualcosa di meno. È quest'ultima che, con uno scatto d'orgoglio, si riporta in vista della Cervélo in fuga. La ragazza venuta dal Colorado recupera terreno e transita per prima sull'ultimo Gpm, con la Pooley alla sua ruota, mentre 34" dopo passa una Stevens provata dalla difficoltà dell'erta. Si protrae l'inseguimento di Emma Johansson, che al Col de la Lloise ha 1'58" dalla testa della corsa, mentre la Laws, ormai prossima alla resa, transita a 2'32". Il gruppo, ridotto ad una ventina di unità, viaggia con ben 5' di ritardo, con la Ferrier-Bruneau che si danna l'anima per ridurre il gap.
Nella discesa la Stevens prova a rientrare sulla testa della corsa ma ormai è tardi ed il distacco è troppo ampio per essere colmato. È una questione a due là davanti, Mara ed Emma lo capiscono e collaborano. La Abbott Emma Pooley e Mara Abbott sul Col de la Lloise - Foto CJ Farquharsonvuole il prestigio di una vittoria al Tour de l'Aude, la Pooley cerca il primato nella generale. All'entrata di Osséja le due mantengono una quarantina di secondi sulla Stevens e dopo una breve fase di studio si lanciano in una volata che vede trionfare Mara Abbott senza troppi patemi, sebbene la Pooley azzardi un colpo di reni. Arrivano alla spicciolata Stevens, Johansson, Laws, quindi il gruppo, regolato come al solito da Marianne Vos, con un ritardo di 3'15".

Emma Pooley riporta la maglia gialla in casa Cervélo, dopo che per due giorni il primato era stato mantenuto dalla Htc-Columbia, grazie a Adrie Visser. Cervélo ancora e sempre padrona della corsa, con la Pooley che ora vanta più di 3' sulle dirette avversarie e che potrebbe ancora contare su Claudia Häusler, in caso di defaillance. La Johansson, parsa oggi molto determinata ma che forse ancora paga qualcosa sulle grandi pendenze, in classifica ha ora un ritardo di 3'15". A 3'21" troviamo invece Evelyn Stevens, mentre la vincitrice uscente, Claudia Häusler, paga dalla compagna di squadra 3'35". Abbott si riporta avanti in classifica, dopo la giornataccia di ieri, con una vittoria che dà morale. Ancora male le italiane, con Tatiana Guderzo che taglia il traguardo 16' dopo la Abbott ed ora in classifica ha un ritardo abissale che si aggira attorno alla mezzora. Forse punterà a qualche tappa, se le gambe e soprattutto le avversarie glielo permetteranno.
Domani si scende di quota, si partirà da Amélie Les Bains e si affronterà subito il Col de Corsavy, dove potrebbe andar via un buon numero di atlete, e chissà che la Abbott non ci riprovi. Alla ricerca del tempo perduto tra i ventagli, Mara si ricorderà di quand'era adolescente e, tornando da scuola in sella alla sua bici, era costretta a percorrere la salita che portava in cima alla collina dove viveva. Del resto la ragazza del Colorado, su queste strade di montagna, irte e senz'ombra, ha dimostrato di sentirsi proprio come fosse a casa sua. Sono il suo habitat naturale.

 

Il commento di Edita Pucinskaite

Francesco Sulas

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