Tour de l'Aude 2010: Super Cervélo, ma le italiane? - Il commento di Edita
Seconda giornata, seconda vittoria e seconda maglia gialla: un bottino niente male per il team Cervélo, che a quanto pare stà recuperando lo smalto dell'anno scorso, lo stesso del "vecchio" ds Manel Lacambra, capace di guidare questa formazione nel 2009, dettando legge dall'inizio alla fine della stagione. Lo stile del team è sempre il medesimo: aggredire sempre, subire mai, con risultati che gli danno sempre ragione. D'altronde se un team possiede determinati elementi (Häusler, Pooley, Wild, etc…) fa bene a correre con un pizzico di arroganza e prepotenza. Quest'anno la Cervélo forse non detta legge come l'anno prima, ma senz'altro continua a vincere (è una colpa o un merito del nuovo ds?). Per tutta la primavera c'è stata tanta Wild (velocista di lusso) e altrettanta Pooley (scalatrice di piuma), adesso all'Aude, tanto per cominciare, dalla loro ruota sono uscite compagne come la Bruins e l'Armitstead.
Nella fuga odierna non erano presenti dei supernomi, piuttosto le seconde e terze punte dei vari team, avvantaggiatesi, con lo scopo di giocarsi la tappa e magari di trarre vantaggio in classifica generale in vista delle prossime tappe. Attenzione però: l'Aude a volte fa pagare caro gli errori di valutazione del gruppo, fa bene chi con scaltrezza se ne approfitta dell'occasione di infilarsi in una fughetta già prima che arrivi il verdetto della strada che sale. A ben vedere, non tutte le presenze in avanscoperta sono vere e proprie outsider. Qualcuna di loro ha tutte le carte in regola per sognare l'alta classifica.
Come ultima considerazione, debbo constatare che tra le undici fuggitive, in cui spiccano ben cinque nomi olandesi, non ci sia neppure un italiana, sarà un caso? Presente nella fuga una sola formazione azzurra (team Gauss, con l'olandese Bras), formazioni come Safi, Fenixs, Valdarno e Michela Fanini, avrebbero potuto e dovuto infilare una loro ragazza nella fuga.