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Giro d'Italia 2010: Terminillo porto delle nebbie

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Nonostante sette tappe alle spalle e una classifica già abbastanza lunga la tappa di oggi è stata la prima che ci ha fatto capire i reali valori in salita dei corridori. Dopo le mille emozioni di ieri quello di oggi è stato probabilmente il giorno più noioso di questo Giro con i grandi che si sono studiati per tutta la salita ed il successo che quindi è andato al danese Chris Anker Sörensen che ha anticipato il gruppo al termine di una lunga fuga. Dopo l'infortunio alla Volta Catalunya c'erano molti dubbi sulle condizioni di questo bravo scalatore ma oggi ha dimostrato di stare molto bene: i minuti persi nelle tappe precedenti, però, non fanno di lui un contendente per una buona classifica a Verona.
Le prime notizie del giorno, stavolta, non sono gli attacchi ma i ritiri: al km 21 si è fermato Andrea Masciarelli, al km 40 invece è salita in ammiraglia Alessandro Petacchi la cui bronchite è peggiorata ulteriormente con la pioggia di ieri, mentre nella metà iniziale di questa frazione hanno abbandonato anche Murphy (la BMC perde un altro uomo), Modolo (infiammazione al nervo sciatico), Francesco Masciarelli (problemi ad un polso), Kozonchuk e Wegmann.
Le prime pedalate, oggi, sono state a ritmo abbastanza tranquillo e la fuga è partita solamente dopo 76 chilometri ed era formata da ben 17 uomini: in questo gruppo molti corridori validi tra cui Chris Sörensen, Uran, Moncoutie, Petrov, Ochoa, Sarmiento e Stortoni, unico italiano presente. Un'azione molto pericolosa che ha spinto la Lampre a lavorare in testa al gruppo per tenere il distacco sotto controllo ed infatti il gap ha oscillato a lungo tra i due ed i tre minuti. Paradossalmente il vantaggio massimo viene toccato a 30 km dall'arrivo dopo numerosi scatti nel gruppo di testa che però non hanno prodotto frazionamenti: il plotone condotto ancora dalla Lampre accusava in quel momento 3'25" di ritardo.
I fuggitivi hanno affrontato le prime rampe del Terminillo con circa due minuti e mezzo di vantaggio ma in gruppo nessuno ha preso seriamente in mano la situazione e l'unico a provare un allungo è Wegelius. Davanti, invece, la stanchezza e la pendenza fanno selezione con Stortoni e Sörensen tra i più brillanti e generosi: il danese della Saxo Bank è rimasto da solo in testa alla corsa a 5800 metri dalla fine con i big a circa 1'40". A poco più di 6 km dal traguardo sono iniziate le prime schermaglie nel gruppo maglia rosa con Serpa che si è messo in testa a fare l'andatura per Scarponi: è stato proprio il marchigiano il primo ad attaccare circa ai meno 5 ma tutti i big, tranne Sastre e Karpets, hanno reagito prontamente. L'unico che riesce a guadagnare un certo margine è il catalano Xavier Tondo che comunque non impensieriva i grandi favoriti per la generale.
Lo studio di quelli che dovrebbero essere i corridori migliori continua fin dentro all'ultimo chilometro e i timidi tentativi di allungo di Scarponi, Cunego e Garzelli sono stati rintuzzati nel giro di pochi metri. All'arrivo Sörensen si presenta tutto solo in mezzo alla nebbia con un margine di una trentina di secondi su Stortoni mentre Tondo è andato a completare il podio di tappa. Il gruppo con la maglia rosa Vinokourov è giunto a circa 1' dal vincitore ed è stato regolato da Damiano Cunego che ha conquistato così il sesto posto di tappa. In classifica praticamente tutto invariato anche se Nibali ha recuperato un paio di posizioni ed ora è terzo alle spalle di Vinokourov ed Evans.

Sebastiano Cipriani

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