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Al via la stagione dei Grandi Giri - Al Tour de l'Aude è sfida tra le grandi

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Worrack e Häusler saranno ancora tra i protagonistiGuardando fuori dalla finestra di Gruissan si vede solo acqua. Quella della laguna e delle saline, acqua nel canale che collega i laghi dell'interno con il mare del Golfe du Lion, le cui coste, sferzate dal mistral e baciate dal sole, hanno fatto da sfondo al dramma di Betty Blue. Casette, un tempo abitate da pescatori, che si stringono a cerchio attorno all'antico castello, con la Torre del Barbarossa che dal XIII Secolo vigila sul borgo, come a sfidare conquistatori di terre e mari venuti da lontano. Da questo contesto medievale e mediterraneo atlete venute da tutto il mondo si riuniranno venerdì, sfidandosi alla conquista del 26esimo Tour de l'Aude, la corsa a tappe che per importanza eguaglia, se non supera, il Giro d'Italia. Si partirà con un prologo a Gruissan, appunto.
Come l'antico borgo avvolge il castello, così il tracciato della prova contro il tempo avvolgerà la parte più moderna della cittadina balneare, in 3 km e 900 metri piatti come un biliardo. Forse una gentile concessione degli  organizzatori alle atlete visto che, dopo una rapida occhiata alle restanti tappe, non si scorgono frazioni prive d'insidie, mentre si possono contare ben diciotto Gpm, escludendo da questi i vari strappetti e dentelli ben sparsi per il tracciato. Dieci appassionanti giorni di gara per percorrere gli 874 km dell'Aude, fino alla conclusione di Carcassonne, capoluogo del dipartimento del cosiddetto Paese dei Tartari. Tra Gruissan e Carcassonne le sfide saranno molteplici, molteplici le delusioni così come le sorprese e le certezze rinforzate dai risultati.

Si riparte da Claudia Häusler, che tornerà in questa regione dodici mesi dopo la sua vittoria. Per lei sarà un banco di prova importante per le corse a tappe successive, Emakumeen Bira, Giro del Trentino e Giro d'Italia, ma il peso piuma bavarese cercherà di certo il bis. Dalla sua avrà la squadra, anzi, lo squadrone, quella Cervélo Test Team che schiererà tra le proprie fila, tra le altre, una certa Emma Pooley. Per la britannica che vola contro il tempo e fa sfracelli in salita le vere insidie saranno le strette e difficili discese di questo Tour de l'Aude privo di un arrivo in quota. Sarà eterno derby con l'HTC - Columbia, con una Teutenberg in forma strabiliante ed una Evelyn Stevens che vuol diventare ciclisticamente grande, presenze che compensano la defezione di Judith Arndt. La Columbia in azione durante la cronosquadre Tali compagini saranno accostate a realtà al di sotto di un gradino rispetto alle succitate ed a Nazionali di un certo calibro, come gli USA, deboli nel complesso senza Amber Neben ma con Mara Abbott pronta a dar battaglia appena la strada s'impennerà.

Dopo il prologo (occhio alla specialista Villumsen) e la tappa relativamente semplice di sabato, nel dì di festa ci si eserciterà in un classico del Tour de l'Aude, la cronosquadre nei 34 km attorno a Clermont L'Hérault. Una prova complessa da interpretare, con due dentelli che rimarranno nelle gambe di molte e la cornice del Lac du Saladou. Certo molto importante per chi ha la squadra (vedi Cervélo e HTC di cui sopra, ma occhio anche ad una Nederland Bloeit molto competitiva) e va bene sul passo, considerando che le frazioni successive saranno piene zeppe di salite e le possibilità per attaccare, anche sin dalla partenza, non mancheranno certo.
Il punto più elevato della corsa verrà toccato martedì, nella frazione attorno a Osseja, quando il gruppo risalirà, fin quasi a toccare il cielo con un dito, al Col de la Llose. I suoi 1866 metri s.l.m. si faranno sentire, anche perché la salita giungerà dopo il Col de Creu ed il temibile Col du Calvaire, posto ad inizio tappa forse solo come monito. Quella di Osseja sarà la tappa regina e probabilmente decisiva; in questa cittadina pirenaica l'anno scorso arrivò un terzetto: Worrack, che si aggiudicò la frazione, Häusler, che sfilò la maglia di leader alla compagna di team Bruins, ed Armstrong. Le altre tagliarono il traguardo dopo 6 minuti, regolate dalla solita Marianne Vos. La Vos, già. Come non menzionarla

Pur patendo non poco - e per sua stessa ammissione - le salite di una certa lunghezza, l'olandesina è reduce da un inizio di stagione più che buono, senza contare che ha dominato e meravigliato in Repubblica Ceca, alla Gracia - Orlová, facendo coppia fissa con la compagna di team Annemiek Van Vleuten (siamo proprio curiosi di vedere all'opera la rivelazione di quest'inizio di stagione) ed infliggendo distacchi abissali alle avversarie. Alla luce del terzo posto ottenuto all'Aude 2009 come non annoverare il giovane tulipano tra le favorite o, quantomeno, tra le pretendenti?Una vittoria di Marianne Vos La mettiamo nel mazzo di carte che vede una Johansson molto costante e che spera di poter dire la sua anche sulle salite, una Verbeke che, con un Fiandre già in saccoccia, può essere una bella mina vagante, una Corset (guidata in ammiraglia da chi un Tour de l'Aude lo vinse 13 anni fa, Linda Jackson) che all'esordio su queste stradine francesi potrebbe sorprendere e non poco, e una Worrack che, pur quasi invisibile finora, queste strade le conosce a memoria e sa pure come si vince da queste parti.

C'è poi la mezza incognita Nicole Cooke: non perché si mettano in dubbio le capacità atletiche della Campionessa Olimpica di Beijing, quanto perché la defezione della Nazionale Britannica a causa dell'incidente stradale avvenuto venerdì scorso ad alcune atlete non permetterebbe alla Cooke di avere una squadra per il Tour de l'Aude. E allora ecco che l'ipotesi di vederla gareggiare come guest rider con il team sudafricano MTN non è così peregrina. Nessuna conferma né smentita, per adesso.

Per quanto riguarda la spedizione italiana, senza Noemi Cantele, che si concederà un periodo di riposo, le speranze saranno riposte tutte nell'iridata Tatiana Guderzo, alla ricerca della condizione dopo aver tirato il fiato a sua volta. L'italiana (qui intesa come team) Safi - Pasta Zara - Manhattan punterà a qualche volata, se la condizione assisterà Rasa Leleivyte, la Gauss RDZ Ormu potrà contare sull'olandese Bras mentre la Michela Fanini ripone molte delle sue speranze in Edwige Pitel, che a quasi 43 anni in salita sa ancora farsi valere.

Sfide contro il tempo in solitaria e con la squadra, sfide alla gravità e colpi di mano saranno il sale di questo Tour de l'Aude che si appresta a partire da una cittadina balneare che fu villaggio di pescatori e di sudditi, circondata dalle acque e sferzata dal vento, con una torre che, vigile, guarda i monti ed il mare. Un'immensa distesa blu davanti, infinita e misteriosa, proprio come un'avventura tutta da assaporare, come una vittoria che è là, tutta da gustare.

Francesco Sulas

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