Giro d'Italia 2010: Tanta tecnica e agilità - Wiggo domina, Nibali è lì
Ai gloriosi viali a quattro corsie dei prologhi di qualche anno fa, dove il corridore poteva scaricare liberamente sull'asfalto tutti i watt di cui disponeva, il disegnatore di percorsi contemporaneo preferisce le curve da pennellare al centimetro con uscita a filo di transenna in stile gran premio, meglio se nei centri storici dove pure il pavè in caso di pioggia aggiunge una ulteriore dose di adrenalina perfino per lo spettatore meno attento. In più, anche pochi chilometri dove l'azione è interrotta e rilanciata più volte, oltre che rallentata dalla scarsa aderenza del pavè, riescono a fare spesso una differenza al chilometro che rapportata ad una crono lunga (e quindi in teoria più selettiva) risulta affatto paragonabile. Anche in un prologo di 8 chilometri, come oggi, si misurano già più di un paio di secondi al chilometro (vuol dire quasi due minuti proiettati su una crono "classica" di 50 km.) per atleti che sono classificati in una onorevolissima trentesima posizione. Lo spettatore ha spesso la sensazione del gioco di fioretto, piuttosto che quella della potenza pienamente scaricata sul pedale. E in questo caso non pare nemmeno che si sia in presenza di una prestazione mostruosa del vincitore, il quale, a nostro avviso, ha ottenuto una vittoria che per le sue straordinarie doti da inseguitore su pista è perfino eccessivamente risicata e sofferta nel finale, dove, dopo l'intermedio, ha lasciato anche alcuni secondi rispetto a qualche avversario (Porte su tutti). Il tutto in linea con un livello di preparazione forse non ancora massimale rispetto ai suoi dichiarati obiettivi.
Particolamente evidente il confronto tra la pedalata di Wiggins, in possesso di una leggerezza ad alta frequenza (ad occhio, molto vicino alle famose 100 pedalate al minuto) davvero entusiasmante, e quella molto "piena" e possente di Evans, probabilmente con un rapporto di sviluppo maggiore, chiaramente meno adatta ai frequenti rilanci dopo le curve e anche alla minore aderenza del pavè. La sua prestazione anche per questo motivo è ancora più incoraggiante, al di là delle manciate di secondi che già conta sui principali avversari, ad eccezione di Vinokourov.
In ottica classifica, al di là delle doti tecniche, ma soprattutto in vista della cronosquadre di Cuneo fra pochi giorni, si è messo in pole position Nibali. Non si sa se la sua Liquigas possa battere l'Astana di Vinokourov (4 corridori nei primi trenta contro 1 a favore di kazaki) ma, sembrando più prestante rispetto alla BMC di Evans (la quale tuttavia grazie al sorprendente Brent Bookwalter si attesta molto avanti nella classifica a squadre) e alla Cervélo di Sastre, potrebbe, vento e sterrati permettendo, prendere una salita buona per lui come il Terminillo, per lo meno alla pari con i principali pretendenti alla vittoria finale. Fermo restando il solco probabilmente scavato da Sky in favore di Wiggins.
Basso e Sastre, invece, devono ritenersi contenti, tralasciando anche i due secondi al chilometro accusati su Evans e Vino. Parla a loro favore la posizione in graduatoria: un 37esimo e un 42esimo posto in un prologo affrontato allo spasimo anche da molti velocisti in prospettiva maglia rosa, oltre che da specialisti e uomini di classifica, hanno un valore importante. La scelta di far partire Greipel ultimo per avere riferimenti completi su tutti gli avversari la dice lunga sui progetti di maglia rosa della HTC, il colosso tedesco ha svolto il compito egregiamente mantenendosi a distanza-abbuono (18") dal vertice, e questo è un segnale.
Tra gli attardati spicca il leggerissimo Pozzovivo, il quale già di suo gode di una aderenza sull'asfalto nettamente inferiore ai colleghi, in più oggi penalizzato dall'asfalto altrettanto nettamente più bagnato nel primo pomeriggio. Parlando della spettacolarità dei percorsi veloci e stretti bisogna tener presente che questo comporta anche il rischio di perdere qualche concorrente fin dalle prime battute: nel caso di Pozzovivo sembra che considerato lo scivolone - tra stop, accelerazione e perdita di sicurezza nelle successive curve la perdita si potrebbe quantificare in molto più dei 25" cronometrati dal motociclista Rai - il minuto di ritardo totale rispecchi una incoraggiante prestazione. Resta da vedere quanto si ritroverà da recuperare dopo il vento, la cronosquadre e gli sterrati, presenze inquietanti dei suoi sogni già da qualche giorno...