Giro d'Italia 2010: Forfait che sì, forfait che no - Il campo dei velocisti e i pezzi persi
Nel continuare l'analisi iniziata ieri sulle presenze al Giro 2010, è il caso di mettere un po' il naso in casa degli sprinter. Anche qui, come nel campo della lotta per la classifica generale, la corsa rosa presenta qualche lacuna rispetto all'edizione 2009: e non migliora la situazione la notizia del forfeit dell'ultim'ora di Oscar Freire, che avrebbe dovuto esordire al Giro (ed era anche ora, visto che il cantabro ha 35 anni) e che invece si è arreso a dei problemi respiratori. Una perdita che si aggiunge a quella, venuta poche ore prima, di Daniele Bennati, messo invece ko da guai muscolari.
Tra i big del settore, si fa prima a elencare chi manca, visto che molte delle vedette della specialità sono altrove, o in vacanza: per tutti, quel Mark Cavendish intorno a cui si è aperto un vero e proprio caso in casa HTC: messa in discussione da Greipel la sua leadership nel ruolo di velocista della squadra, incappato in una primavera da incubo tra mille problemi (e con due sole vittorie all'attivo), il giovane britannico si è visto dirottare sul Tour of California in ottica Grande Boucle, e - va detto - ha digerito maluccio la cosa. Se il nervosismo di Cavendish si è anche esplicitato nel gestaccio che ha accompagnato il suo recente successo al Romandia, il suo collega (e compagno di schermaglie dialettiche a mezzo stampa) Greipel si appresta a salire sul treno biancogiallo per confermare che se Mark è il più forte velocista al mondo, lui è se non altro il secondo.
Non avrà, Greipel, né Freire né Bennati a contrastarlo, come detto più su. Non avrà Boonen e Hushovd, per dire altri due corazzieri delle volate. Il campo dei contendenti è più esiguo del solito, insomma, e i motivi sono almeno tre: un Giro meno "mediatico" del precedente (che era pur sempre quello del Centenario, con tanto di ricorrenza da sbandierare al mondo) ha fatalmente meno attrattiva nei confronti dei corridori e (soprattutto) dei team manager che allestiscono le formazioni per questa o quella corsa; il percorso particolarmente duro nell'ultima settimana può aver scoraggiato qualcuno a mettersi alla prova nella corsa rosa (partecipando magari nel frattempo a gare meno impegnative in cui non doversi ritirare a due terzi della competizione); e il terzo motivo è che con un Mondiale che tanto ammicca agli uomini veloci, dovendo scegliere due Gt da disputare, i big dello sprint - tenendo fermo il Tour al centro del loro calendario - tendono a optare per la Vuelta, che può lanciarli al meglio all'appuntamento iridato di Melbourne.
Il campo dei contendenti, rispetto ai grandi nomi, è esiguo, come detto, anche se un Petacchi che sembra ringiovanito in Lampre potrà dare più di un grattacapo al massiccio André. E siccome, lacrime o non lacrime, ogni vittoria di AleJet al Giro è sempre un evento, lo spezzino garantisce anche un certo battage di ritorno, almeno in Italia. Anche Farrar potrà fare la sua parte, mentre un vecchio leone come McEwen pare un po' in declino per poter assestare una delle sue memorabili zampate; e se i comprimari (da Henderson a Loddo, da Bonnet a Brown, da Cooke a Förster) non fanno tremare i polsi al sol citarli, c'è in realtà un corridorino che potrebbe dare un senso ulteriore alle sette tappe per velocisti previste dal disegno di Mauro Vegni: è quel Sacha Modolo che alla Sanremo ha conquistato un gran quarto posto e che potrebbe entrare in una nuova dimensione se solo riuscisse a centrare un bersaglio grosso: non ha ancora 23 anni, il futuro è dalla sua; ma anche il presente può essere ricco di soddisfazioni.