Garzelli: «Niente limiti» - Il varesino guarda all'imminente Giro d'Italia
Versione stampabileDopo la vittoria mozzafiato di inizio stagione alla Tirreno-Adriatico, Stefano Garzelli è pronto per la "sua" corsa, il Giro d'Italia che già l'ha visto trionfatore esattamente un decennio fa, spalleggiato da un ritrovato Pantani, e che nella stagione della maturità gli ha concesso di togliersi più di una soddisfazione.
Stefano, innanzitutto congratulazioni per la vittoria della Tirreno-Adriatico, arrivata dopo così tanti piazzamenti. Come ti sei sentito?
«È stata una sensazione particolare, che in effetti non provavo da tanto tempo. La vittoria, per come è arrivata, sembrava parte di una sceneggiatura di un film e, venendo da una serie notevolissima di secondi posti, mi dà tanta fiducia per il proseguio della stagione, nonostante ormai per me non sia così importante vincere come poteva esserlo una volta».
Hai spazio per quel "piccolo" trofeo a casa?
«Per fortuna, nonostante i tanti trofei di questi anni, un po' di spazio m'è rimasto. L'ho messo tra il trofeo del Giro 2000 e quello del Tour de Suisse '98. Quando mio figlio Marco l'ha visto in tv ha chiesto alla mamma: "E adesso dove lo mettiamo il forchettone?" (ride)».
Paolini ti ha aiutato un bel po' nel finale della Tirreno ma tu hai ricambiato il favore a Sanremo. Ritornando indietro, pensi che saresti stato in grado di ottenere un risultato migliore se avessi corso per te stesso? Sembravi molto forte sul Poggio...
«Quest'anno ho avuto la conferma che i velocisti preparano la Milano-Sanremo come nessun'altra corsa. Considerate che quest'anno abbiamo fatto corsa dura già dalla discesa del Turchino, poi sulle Manie noi e la Katusha di Pozzato abbiamo fatto ancora un grande forcing ma ogni volta che rimanevamo in 30, c'erano comunque tantissimi velocisti: su questo percorso sarà sempre difficilissimo staccarli. Per quanto riguarda il Poggio all'inizio avevo intenzione di attaccare, ma quando mi sono reso conto del forte vento contrario ho rinunciato cercando di tenere solo un ritmo alto per Paolini. È stata la scelta più giusta visto anche lo scarso esito degli allunghi di Gilbert e Pozzato».
Guardiamo avanti. Il Giro è alle porte, come ti senti?
«Mi sono allenato a fondo e ho sfruttato il Trentino come rifinitura di tutto il lavoro svolto. Il fatto che lì non stessi benissimo non mi preoccupa, ormai conosco bene il mio fisico e so che mi servono quelle 3-4 giornate di corsa per mettere a frutto gli allenamenti. Infatti già a Liegi mi sentivo molto meglio...».
L'anno scorso hai avuto una giornata storta e sei comunque riuscito ad arrivare settimo. E nel 2010? Pensi di riuscire a fare classifica?
«Sì, purtroppo l'anno scorso ebbi quella giornata no che non mi permise di salire sul podio. Quest'anno spero proprio che l'episodio non si ripeta».
Che pensi del percorso di quest'anno? Quali tappe possono fare al tuo caso?
«Ce ne sono diverse. Nella prima parte potrei fare bene a Montalcino, visto che il test alle Strade Bianche ha dato buon esito, così come potrebbe andar bene l'arrivo al Terminillo dove vinsi nel 2003 riconquistando la maglia rosa. Anche L'Aquila ha un finale che mi stuzzica. Nella seconda parte del Giro invece tanto dipenderà dalla mia posizione di classifica e da come riuscirò a recuperare le fatiche, visto che l'ultima settimana sarà terribile e ogni giorno potrà succedere di tutto».
Quest'anno ritorna il Monte Zoncolan. Nel 2003 ne facesti un bel tratto appaiato a Marco Pantani in uno dei momenti più emozionanti di quell'edizione. Come vedi questa salita? Sarà qui che si deciderà il Giro?
«Non so... Nel 2007 non lo fu, a volte sulle salite più dure è paradossalmente più difficile scavare distacchi importanti. Solo se qualcuno ha una giornata di crisi, allora sì che volano i minuti!».
Chi sono i tuoi favoriti per la vittoria finale?
«Credo che possano essere considerati favoriti Sastre, Evans e Basso, mentre un gradino sotto metterei Vinokourov, Caruso e Scarponi. Poi ci sono io che un Giro l'ho già vinto e che quest'anno, a 10 anni di distanza da allora, ho deciso di non pormi limiti. Comunque il mio obiettivo principale resta la conquista di una tappa».
L'anno scorso ammirammo un forte Francesco Masciarelli. Dove potrà arrivare quest'anno?
«Francesco è un ottimo scalatore, molto dipenderà da come riuscirà a gestire le tre settimane. Di sicuro può puntare alla maglia bianca e ad un buon piazzamento nella generale».
Chi sarà la sorpresa?
«Spero Garzelli...».