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Romandia 2010: Valverde piglia tutto

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È Alejandro Valverde il vincitore dell'edizione 2010 del Tour de Romandie: il corridore murciano aggiunge al proprio palmares una corsa che ancora gli mancava e sale a quota cinque successi in stagione. Se consideriamo solamente gli ultimi 12 mesi il ruolino di marcia di Valverde nelle corse a tappe è qualcosa di impressionante: oltre alla Vuelta, infatti, "Balaverde" s'è imposto anche al Catalogna, al Delfinato e alla Vuelta Burgos nel 2009, quest'anno oltre al Romandia ha vinto anche il Giro del Mediterraneo e tra tutti i giri disputati solamente al Down Under non ha terminato sul podio. Il bello di Valverde è che, a differenza di altri, è un corridore sempre presente durante tutta la stagione e le sue caratteristiche ed il suo atteggiamento in corsa gli consentono di essere competitivo e di poter lottare per la vittoria anche quando la condizione non è quella dei giorni migliori. Inoltre è sicuramente apprezzabile il modo in cui lo spagnolo sta affrontando questo 2010 in cui, da un momento all'altro, l'interdizione dalle gare sul suolo italiano tutt'ora in atto potrebbe essere estesa a tutto il mondo: ogni gara per Valverde potrebbe essere l'ultima e lui la interpreta proprio in questa maniera cercando di non farsi scappare nulla.
La frazione odierna è stata caratterizzata dal maltempo e il campione uscente Roman Kreuziger dopo la debacle della tappa di ieri ha deciso non prendere il via. I primi attacchi subito dopo pochi chilometri: sulla salita di Anzère sono riusciti a sganciarsi Peraud, Efimkin, Paulinho, Zaugg, Pinot, Weening, Wegelius e Bakelants ma il gruppo controllato da Caisse d'Epargne e HTC-Columbia ha lasciato al massimo 3'20" e s'è riportato sotto proprio in prossimità dell'ultima salita del giorno, quella di Ovronnaz, la cui vetta distava appena una ventina di chilometri dall'arrivo. Fin dalle prime rampe la delusione viene tutta da Ivan Basso che si stacca dai migliori (terminerà con 9'30" di ritardo) e da l'impressione di non essere ancora brillante: è vero che le tappe veramente decisive del Giro saranno tutte concentrate nella terza settimana ma è vero anche che un corridore come Basso non può permettersi di perdere terreno "gratuitamente" nei primi 10 giorni.
Il primo ad attaccare seriamente, invece, è stato il portoghese Tiago Machado a cui si è accodato anche John Gadret che si rivede finalmente a buon livello. I due sono rimasti in avanscoperta per un paio di chilometri, fino a quanto dal gruppo non è uscito Igor Anton: lo scalatore basco era proprio colui che era il più indicato a creare la grande selezione sulla dura salita di Ovronnaz e così è stato. In vetta il corridore dell'Euskaltel è transitato con 20" su un terzetto composto da Valverde, Menchov e Spilak mentre il leader Rogers accusava dalla testa ben 47" insieme a Pinotti, Brajkovic, Machado, Gadret e Wyss. In discesa, nonostante la strada bagnata, Valverde imposta le curve con grande aggressività mandando in difficoltà Menchov: a 12 km dalla conclusione di forza un quartetto al comando con il russo rientrato a fatica mentre il gruppo Rogers era a circa 50"; un traguardo volante vinto da Valverde non ha contribuito a movimentare il finale e la situazione è rimasta congelata fino alla volata. A 500 metri dalla conclusione Anton ha provato a sorprendere i rivali ma non ha avuto chance con Valverde che lo ha affiancato e superato negli ultimi 50 metri. Terzo posto quindi per Spilak davanti a Menchov mentre il gruppo di Rogers è giunto staccato di 23" ed è stato regolato da Machado.
In classifica generale Valverde ha quindi chiuso con un vantaggio di 11" su Spilak, 21" su Menchov mentre Michael Rogers ha perso anche il podio terminando solo in quarta posizione staccato di 35". Ottavo posto per Pinotti, miglior italiano. Per molti corridori oggi si è chiusa la prima parte della stagione per altri (decisamente meno però) quello odierno è stato solo l'ultima uscita agonistica prima del Giro d'Italia: l'appuntamento è per sabato prossimo ad Amsterdam.

Sebastiano Cipriani

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