Papà Cervi 2010: Niente trucchi, c'è Pelucchi! - La Trevigiani fa doppietta
È più facile, per noi, sbagliare elencando una delle loro statistiche, che per loro vincere una volata. Abbiamo chiesto conferma, per precauzione: è la 18esima vittoria stagionale. Loro invece non chiedono certo permesso in volata. Conducono (difficilmente rimontano), sfrecciano, vincono. La Trevigiani Dynamon Bottoli firma anche il Trofeo Papà Cervi, lo fa con la vittoria di Matteo Pelucchi (al quarto sigillo stagionale) e con il secondo posto di Tomas Alberio. Lo fa battendo due della Gavardo Tecmor, Nicola Ruffoni e Andrea Palini, due gran bei corridori insomma, due di quegli avversari che nobilitano ulteriormente una vittoria.
Pensare che, si era detto alla vigilia di questo 40esimo Trofeo Papà Cervi (Alcide Cervi era il padre di sette figli fucilati in un sol colpo dai nazifascisti durante la Seconda Guerra Mondiale), quest'anno l'epilogo allo sprint era meno scontato. Qualcuno azzardava che no, stavolta non sarebbe andata come va di solito. Perché? Circuito rinnovato, con qualche strada stretta e curve a gomito, e addirittura una svolta a U a 400 metri dal nuovo traguardo. E poi perché, si diceva, con pochi veri velocisti al via la soluzione della fuga sarebbe stata quella più logica, più congeniale alla maggioranza delle squadre. E invece tutto ciò dovrà aspettare ancora.
Eppure ci hanno provato in tanti. Prima in 13: Bone (Mantovani), Boifava (Gavardo), Sinigaglia e Alberio (Trevigiani Bottoli), Masotti (Caneva), Stocchero (Team Sudtirol), Sanetti e Magini (Parmense), Zoli (Reda), Baffi (Lucchini), De Gaspari (Marchiol), Biccini (Virtus Villa) e Ceola (Coppi Gazzera). E qui è stato soprattutto il Team Trentino a chiudere, perché tutto sommato alla Trevigiani poteva stare bene che Alberio se la giocasse contro questi non velocissimi avversari, per di più con un compagno di squadra a disposizione. Ripresi i 13, poco dopo se ne sono andati in più di venti: Zanelli, Ziliani e Franzini (Lucchini), Farkhutdinov (Parmense), Melchiori (Team Trentino), Stacchiotti (Reda), Fusaz, Magrin e Marcolina (Cycling Team Friuli), Sinigaglia, Stocco e Alberio (Trevigiani), Fiumana, Fedi e Pozzetto (Team Hopplà), Ferraresso e Balykin (Coppi Gazzera), Palini (Gavardo), Rodrigues (Marchiol), Karimov (Team Idea), Gozzi (Virtus Villa), Aldegheri (Mantovani), Buttazzoni (Caneva) e Boifava (Gavardo). Dietro però si mettono a tirare le maglie neroblù della Trevigiani. Il perché lo spiegherà Alberio a fine corsa: «È un periodo che sento male ad un ginocchio, per cui non ero sicuro di vincere, anche perché c'erano corridori abbastanza temibili in volata». E, aggiungiamo noi, il veronese di Sommacampagna sarebbe stato l'uomo più marcato.
Evidentemente Pelucchi si sentiva bene. Cattaneo, Pagani, Coledan, Stocco, Sinigaglia, Zhupa e lo stesso Alberio si mettono tutti al servizio del capitano di giornata. L'ultimo ad arrendersi all'inevitabile è Magrin del Cycling Team Friuli, che percorre solitario al comando la penultima tornata (ogni giro misura 7,2 km). Poi dal gruppo non esce neppure una mosca. Alberio sbuca in testa ai 200 metri, Pelucchi digrigna i denti e lo passa quando ne mancano una cinquantina, mentre Ruffoni esce dalla sua ruota e rimonta, ma non abbastanza, perché la corsa finisce lì. Nizzolo a Roncadelle ha vinto poco prima. Era il 17esimo successo. Pelucchi toglie subito quel numero dalla casella delle vittoria e fa 18. Bando alla scaramanzia…