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Asturie 2010: Colombia es Pasión! - Duarte e Alex Ardila dominano la scena

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Prendete una squadra di colombiani di discreto o elevato talento. Poi assecondate la loro indole battagliera, fantasiosa, spesso incosciente, che li porta difficilmente a star fermi quando la strada si impenna, aggiungete quella perizia tattica che tante volte servirebbe per giungere al risultato vincente ed otterrete uno scenario da applausi. Si, applausi sinceri perchè tanti ne meritano quest'oggi Fabio Duarte, Alex Ardila Cano e la Café de Colombia per aver sovvertito la generale con un colpo di genio in grado di spiazzare tutti, trasformando quella che sembrava la classica azione buona magari soltanto a conquistare il successo di tappa in un trionfo. 

Eppure all'inizio della scalata finale proprio il niño maravilla trionfatore a Varese tra gli Under 23 non sembrava troppo convinto della propria azione, lasciandosi sfilare dalle ruote di Mosquera e Santi Peréz che nel frattempo avevano aperto le danze. Ma quel che poteva apparire quasi un segno di resa, un "non avere le gambe" è diventato, nel breve volgere di una manciata di chilometri, un inequivocabile giocata d'astuzia, utile a recuperare preziose energie. Difatti poco dopo è iniziato lo show: tra il cartello dei -7 e quello dei -6 chilometri all'arrivo infatti prima Duarte si è portato in testa al gruppetto di testa a fare l'andatura, per poi lasciare spazio allo scatto deciso di Alex Ardila Cano, proprio quel corridore che i più attenti ricordano in Italia nelle file dell'Unidelta e che, grazie ai successi ottenuti sull'Alpe di Pampeago al Giro Baby 2006 e soprattutto al Giro della Valle d'Aosta dell'anno succesivo, sembrava destinato ad essere la maggiore speranza del ciclismo colombiano nei grandi giri. E' bastato un cenno con la mano del cugino del più famoso Mauricio per far esplodere la corsa, una sorta di "Vamos a gañar!" raccolto immediatamente da Duarte. Un'azione bellissima sia visivamente che tatticamente in cui l'abnegazione di Ardila Cano è stata eccellente per trainare su il proprio capitano e condurlo non solo verso l'affermazione giornaliera ma anche verso una maglia di leader che andava ad apparire sempre più vicina man mano che i chilometri di ascesa diminuivano. 57 erano infatti i secondi da recuperare in classifica da Intxausti e quando ai tre chilometri dal traguardo i secondi di vantaggio sul leader erano saliti a 36 si poteva cominciare a pensare concretamente al nuovo ribaltone. A quel punto è stato proprio Duarte a prendere in mano la situazione ponendosi in testa col compagno a ruota, portando il vantaggio a raggiungere il minuto sotto lo striscione dei meno 2; era il momento giusto per finalizzare, apporre il proprio sigillo, regalarsi gli applausi scroscianti del pubblico e così, all'ultimo chilometro, Fabio ha ringraziato di cuore il fido Alex per il grande sforzo profuso e si è involato a prendersi il successo, con la doppietta completata proprio da Ardila Cano, giunto dopo 15" sul traguardo.

Una conclusione degna e spettacolare sull'Alto del Acebo, salita simbolo della Vuelta Asturias, giunta al termine di una tappa animata da una fuga di quindici corridori, tra cui spiccavano Izagirre (il meglio piazzato nella generale), due Footon (Cheula e Mata), due Café de Colombia (Fader Ardila Cano e Chalapud), un compagno di squadra di Mosquera (Marcos García), uno di Vicioso (Piedra), uno di Intxausti (Azanza) e Fortunato Baliani. Situazione interessante quindi, con alcuni corridori a fare eventualmente da testa di ponte per i propri capitani, mentre era l'Euskaltel ad incaricarsi compatta dell'inseguimento e di ridurre pertanto il vantaggio (3'08" attorno all'ottantesimo chilometro). Ulteriormente interessante è sembrata farsi la situazione negli ultimi quindici chilometri, quando in prossimità del ricongiungimento tra il gruppo e i fuggitivi (dove intanto l'accordo era pressochè esaurito e si iniziava a proseguire per scatti) dal plotone erano fuoriusciti Mas e Laverde e soprattutto la presenza del colombiano poteva dare una testimonianza significativa di ciò che sarebbe successo poco dopo Cangas del Narcea. L'azione di Laverde altro non è stata se non il prologo all'ascesa finale, in cui Marcos García prima di defilarsi definitivamente dopo esser stato riassorbito ha prodotto l'ultimo sforzo per aprire la strada a Mosquera. Proprio l'azione del leader della Xacobeo sembrava il sintomo di un'ottima giornata ma sia la sua azione, sia quella di Santi Peréz (su cui si è prontamente portato Intxausti) non hanno prodotto sconquassi eccessivi, semmai hanno contribuito a ridurre a circa dieci unità il gruppo (da cui hanno alzato bandiera bianca sia Vicioso che Blanco). Detto della spettacolare azione degli alfieri della Café de Colombia, nel gruppo non si è assistito a grossi sussulti, con il solo francese Monier a rendersi volenteroso prima facendo l'andatura e poi tentando l'inseguimento solitario a circa 2,5 km dall'arrivo. Sono stati così gli ultimi chilometri a creare un pò di distacco tra i contendenti, con Intxausti che, nel tentativo disperato di salvare una leadership ormai andata, ha allungato ai 300 metri portandosi dietro Santi Peréz ma il minuto e dieci secondi con cui entrambi sono giunti all'arrivo non ha fatto altro che decretare l'avvenuto cambio della guardia. Via via son giunti tutti gli altri: Cardoso a 1'17", Mosquera (ci si aspettava qualcosa in più da lui) a 1'18", Herrada a 1'24", Monier a 1'28", Javier Moreno e Zaballa a 1'43" mentre i 2'01" accusati da Blanco e soprattutto i 3'01" di Vicioso costituiscono ormai un duro colpo alle ambizioni di successo finale di entrambi.

Domani, con Duarte in maglia di leader con 19" su Intxausti e 50" su Santi Peréz, il traguardo di Oviedo decreterà il vincitore finale di quest'edizione 2010 ma dopo quel che è accaduto quest'oggi possiamo dirci pronti ad attenderci di tutto. I 198 chilometri accidentati (5 i gpm previsti) del percorso dell'ultima frazione potrebbero dar spazio ad imboscate da un momento all'altro. Siamo proprio curiosi di vedere come finirà tra una Café de Colombia galvanizzata e un Euskaltel costretta quest'oggi a sventolare il vessillo della sconfitta. Con i Loulé pronti a fare eventualmente da terzi incomodi.


 

Vivian Ghianni

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