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Romandia 2010: Allarme baby-gang - Sagan e gli altri ventenni d'assalto

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Qui il discorso si fa serio. C'è in giro un gruppetto di ventenni che hanno proprio l'intenzione di rubare la scena. Hanno già bruciato le tappe, ma non mostrano il minimo timore reverenziale al cospetto dei più scafati frequentatori del gruppo. Con la sfrontatezza richiesta dall'età, agiscono, senza chiedere il permesso a nessuno. E lasciano segni, sempre più profondi: la prima tappa in linea del Giro di Romandia è stata in questo senso un compendio spettacolare, e un resumen se vogliamo necessario per fare il punto su tre delle future vedette d'Europa: nello stesso giorno, nella stessa gara, Peter Sagan (26/01/1990) ha vinto sfoderando una volata avvoltoia, Fabio Felline (29/03/1990) si è preso coi denti un quinto posto dopo essere stato chiuso da Hondo, e Thibaut Pinot (29/05/1990, addirittura) si è fatto quasi 150 km di fuga (di cui oltre 20 da solo). Per chi ama scoprire i campioni del futuro, diciamo che in questa giornata ce n'è d'avanzo, insomma.

Si partiva da Porrentruy con Pinotti in maglia gialla (1" su Sagan) e con una bella giornata di sole. Baciata subito (al km 11) dall'avvio della fuga di Pinot (il vincitore del Giro della Valle d'Aosta 2009) con Beyer e Zeits. Il percorso era vallonato e quindi non si poteva lasciare un margine esagerato agli attaccanti: il Team HTC, conscio di avere in casa la vedette in caso di (probabile) arrivo in volata (parliamo di Cavendish), si è assunto la responsabilità di controllare davanti al gruppo, tirando per recuperare sui fuggitivi nella seconda metà della tappa. Tutto secondo copione, fino a 40 km dall'arrivo, quando, sulla salita di Monte des Buttes, il britannico in bianco-giallo si è staccato.

Indietro tutta, quindi, per gli uomini di Piva, ma non certo per i Liquigas, che infatti si sono messi immediatamente a tirare per far fuori Cavendish: anche Basso ha contribuito alle trenate dei verdi che preparavano il terreno per una volata in cui il piccolo Sagan non avrebbe dovuto fare i conti con lo spauracchio dell'Isola di Man. Intanto sulla medesima salita Pinot aveva staccato i due compagni di fuga (o meglio: Zeits e Beyer avevano più che altro finito la benzina), e dal gruppo era emerso per un tentativo estemporaneo Charles Wegelius. Il britannico ci ha provato per una decina di chilometri, ma poi, visto che non riusciva a guadagnare un bel niente su Pinot, e visto che il gruppo era sempre lì dietro a una ventina di secondi, ha staccato la spina.

Ci si è dovuto mettere Jan Bakelandts, con un'azione di forza ai 20 km, per annullare infine il tentativo del giovane Thibaut (19 anni, lo riscriviamo per chi non ci avesse fatto il giusto caso), ripreso ai 17 km dal belga. Il quale comunque ha guadagnato 15" e poi è stato riacciuffato dal gruppo quando mancavano 10 km alla conclusione e tutto era pronto per lanciare le operazioni per lo sprint. Alla Liquigas, mattatrice degli ultimi chilometri, aveva dato qualche cambio la Lampre, che con Francesco Gavazzi in rampa di lancio sapeva di avere una bella carta da giocarsi.

L'ultimo a provare a sottrarsi alla legge della volata è stato Ryder Hesjedal, che ha piazzato un allungo sotto lo striscione dell'ultimo chilometro, ma non ha avuto la forza per rilanciare fino al traguardo. Ai 500 metri la Liquigas aveva un uomo in testa con la Lampre a ruota (Hondo a fendere l'aria a Gavazzi); in quel momento, Peter Sagan era intorno alla quindicesima posizione, abbastanza intruppato. In quell'istante, alla sua destra è partito il trenino Footon con Felline (reduce da soddisfacenti esperienze in alcune classiche del nord); se sia stato solo istinto, o anche rapidissimo calcolo, non lo sappiamo. Fatto sta che lo slovacco, anziché provare ad accodarsi, ha scelto l'altro lato della strada: e da sinistra, andando sull'esterno e prendendo tanto vento in faccia, in cento metri è andato a piazzarsi alla ruota di Gavazzi, che in quel momento si stava decisamente lanciando, visto che Hondo aveva aumentato la velocità dopo che Hesjedal era stato ripreso.

Felline l'avevamo lasciato sul lato opposto della strada: quando ai 250 metri Hondo ha deciso di spostarsi, il giovane piemontese era già stato lasciato al vento dal suo apripista. Non bastasse, il tedesco della Lampre, nel suo scarto verso destra, è andato a ostacolare palesemente proprio Felline, che ha perso un paio di pedalate e ha dovuto rilanciare: nonostante ciò, porta a casa un quinto posto, e potrà comunque dire di aver visto da vicino una bellissima volata: infatti Sagan, appena il tempo di respirare, ha tenuto la scia di Gavazzi ed è passato prepotentemente al centro, vincendo nettamente davanti a Francesco (che sta rimpolpando il suo palmarès di tanti piazzamenti comunque rilevanti).

E ovviamente, coi 10" di abbuono al traguardo, Sagan ha anche strappato la maglia gialla di leader della classifica a Pinotti. Dopodiché, Peter ha detto che in questo Romandia lavorerà comunque per Kreuziger, capitano designato in Liquigas. Se poi - aggiungiamo noi - scoprirà strada facendo di non doversi necessariamente staccare sulle salite più lunghe, sicuramente troverà il modo per farcelo notare...

Marco Grassi

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