Subida al Naranco 2010: La settimana dei ritorni - Vince Santiago Pérez
Vinokourov che vince il Giro del Trentino al termine di una lotta all'ultimo centimetro con Riccò. Oscar Sevilla che si impone nella classifica finale della Vuelta Mexico. Ancora Vino che sovverte più di un pronostico e si riprende la Doyenne a cinque anni di distanza. E per non farci mancar nulla quest'oggi abbiamo un Santiago (ma ormai per tutti Santi) Pérez che fa sua la Subida al Naranco e riassapora il gusto della vittoria dopo sei anni.
Qualcuno penserà di essere stato catapultato all'interno di un incubo senza fine, qualcun altro farà spallucce e penserà che così devono andare le cose, quel che è certo è che negli ultimi giorni il tempo sembra essersi improvvisamente fermato. Tra una discussione e l'altra sui talenti del domani, sul perchè l'Italia sia uscita con le ossa rotte da questa primavera di classiche ci ritroviamo protagonisti più o meno inaspettati, forse dovremmo dire quella schiera di ragazzacci che i più ferventi sostenitori della radiazione alla prima positività come soluzione più idonea per debellare i mali di un ciclismo che non vuol cambiare avrebbero già cancellato da un pezzo, facendoci così parlare di altre storie, altri protagonisti in una giornata come questa. Il rompicapo sembra proseguire, visto che ci troviamo sempre di fronte alla stessa disfida e quindi ognuno porterà avanti le proprie posizioni. Intanto però siamo di fronte alle seconde possibilità, lasciando al libero arbitrio di ognuno la possibilità di esprimere o meno il proprio dissenso di fronte al corso degli eventi. Se si è sbagliato e si è pagato e si ha la possibilità di tornare in gara per provare nuovamente a dimostrare di poter vincere, magari scacciando via i dubbi che i misfatti precedenti hanno inevitabilmente portato con sè, bisognerà pur farsene una ragione. Ci divertiremo, ci entusiasmeremo oppure resteremo impassibili facendo finta che non sia successo nulla perchè in fondo si vive lo stesso. Ma alla fine questo ci consegna la cronaca e quest'oggi è toccato a Santi Pérez, quel corridore che notammo fin dal Giro d'Italia 2002 quando militava nella Kelme e che poi fu protagonista di una Vuelta a Espana 2004 culminata con il secondo posto finale, prima che si aprissero le porte del baratro: positività per trasfusione omologa alcuni giorni dopo la conclusione della corsa a tappe spagnola, relativa squalifica e coinvolgimento nell'OP, che però non gli ha lasciato in dote ulteriori sanzioni. Il marchio da reietto però sì e da quel momento è cominciato il riciclo in squadre di seconda o terza fascia a cavallo di Spagna e Portogallo (Relax, Centro Ciclismo de Loulé, Boavista e nuovamente Loulé) per cercar di ritrovare un'immagine vincente di sè. L'attesa si è protratta fino a quest'oggi, nella 44esima Subida al Naranco che non vedeva un corridore asturiano trionfare da dieci anni (ultimo successo targato Rubiera nel 2000) e che, sull'onda dell'azione principale di giornata, è scivolata via con una media alquanto elevata su un percorso particolarmente nervoso nel finale.
Dicevamo in apertura che qualcuno penserà di trovarsi a vivere un incubo e quel qualcuno magari sarà Andrés Antuña, altro atleta asturiano che ha assaporato per quasi due chilometri la gioia del primo successo da professionista unito alla soddisfazione di essere lui il corridore autoctono finalmente sul gradino più alto del podio. Questo fino agli ultimi duecento metri, quando l'ardore di Pérez l'ha relegato in un batter d'occhio alla piazza d'onore. Epilogo thrilling di una giornata che ha avuto la sua svolta attorno al sessantesimo chilometro di gara, quando sono stati in 28 a prendere il largo dal gruppo; la presenza di varie squadre plurirappresentate come Footon (presenti Pedro Merino e Corti), Xacobeo, Colombia Es Pasión (dentro Laverde), Miche (Niemiec, Baliani e Muto), Caja Rural e Loulé, tutte con tre effettivi all'interno dell'azione ha poi fatto il resto, portando il vantaggio a superare i dieci minuti nei confronti di un plotone in cui era l'Euskaltel ad abbozzare l'inseguimento. Le asperità finali poi hanno inevitabilmente contribuito a scremare i fuggitivi e se sul Padrún (-20 al traguardo) sono rimasti in venti a battagliare con circa 4' sul plotone, sul successivo Alto de la Manzaneda (divenuto tristemente famoso dal 2005 per la tragica fine di Alessio Galletti) la corsa si è accesa ulteriormente grazie alla vivacità di Fortunato Baliani, che piazza un paio di stilettate a cui solo i corridori della Colombia (in special modo Laverde) cercano di porre un argine. In realtà le azioni dell'esperto atleta vincitore sul Naranco nel 2006 sembrano fungere da testa di ponte per successivi tentativi di Muto o di Niemiec e si ha testimonianza di ciò quando il campano allunga, portandosi dietro Laverde poco prima dello scollinamento. Da dietro non sembra esserci gran reazione ed il solo Santi Peréz esce all'inseguimento per tentare l'aggancio, puntualmente avvenuto nell'abitato di Oviedo, quando al traguardo mancano 6 chilometri. All'attacco del Naranco si uniscono alla compagnia anche Antuña e Andre Cardoso e dopo un chilometro e mezzo di ascesa di calma apparente (col resto dei fuggitivi distante una trentina di secondi), è proprio Muto a riaccendere la miccia a circa 3,5 chilometri dal traguardo, a cui solo Cardoso tenta di rispondere concretamente, riuscendo nell'aggancio a circa 2700 metri dall'arrivo. Le scaramucce continuano, con lo stesso Cardoso e Peréz a provarci ma quando viene superato il cartello dei -2 è Antuña, rimasto leggermente staccato, a tentare il classico scatto del fagiano. L'azione del portacolori della Burgos è buona e da dietro non sembrano dargli peso, cosicchè i trenta-quaranta metri guadagnati restano tali. Neppure al superamento dell'ultimo chilometro (Cardoso nuovamente all'attacco agli 800 metri) si assiste ad una reazione realmente convinta degli inseguitori ed è così che la manciata di secondi guadagnata da Antuña sembra sufficiente. Ma si sa che è meglio non dar nulla per scontato e così se ai 300 metri per l'asturiano sembrava già il momento delle gioie e dei sorrisi, la veemente rimonta di Peréz ha mutato lo scenario in rammarico e imprecazioni. Laverde giunge poco dopo (a 7"), Cardoso chiude quarto a 23", la Miche piazza Muto (a 31") e Niemiec (a 46") in quinta e sesta piazza prima che Marcos García, Ospina, Baliani ed Herrada completino la top-ten col gruppo ancora lontano.
Santi Peréz si gode quindi il suo ritorno al successo ma già domani è tempo di tornare in azione nella Vuelta Asturias. Se dovremo dar spazio a protagonisti vecchi o nuovi questo ce lo dirà solo la strada, intanto andiamo avanti così.