Giro dell'Appennino 2010: Senza capitani Kiserlovski vince - Pontedecimo, secondo Pozzovivo
Quando bisogna giudicare il valore di una squadra come prima cosa si guarda sempre chi sono i capitani ma il fattore che, se possibile, è ancora più importante sono i gregari e quei corridori definiti "seconde linee". Oggi al Giro dell'Appennino la Liquigas non aveva al via nessuno dei corridori più rappresentativi, non c'era Nibali (vincitore un anno fa), non c'erano Basso e Pellizotti (favoriti per l'imminente Giro d'Italia) e non c'era neanche Kreuziger: nonostante queste prestigiose assenze la formazione diretta da Amadio è riuscita a trionfare sul traguardo di Pontedecimo con il croato Robert Kiserlovski. Con questo successo la Liquigas sale a quota 16 vittorie nel 2010 ottenute con ben otto corridori diversi: al massimo livello internazionali non sono molti i team che possono vantare un inizio di stagione simile.
Per Kiserlovski questo è il primo successo da professionista e il non ancora 24enne croato potrebbe entrare in una nuova dimensione visto che è riuscito a sbloccarsi dopo tanti piazzamenti di rilievo: già da qualche anno, infatti, Robert è indicato come una bella promessa ma era sempre mancato l'acuto. In una corsa impegnativa come il Giro dell'Appennino, Kiserlovski ha sfruttato tutte le due doti in salita e sul passo dimostrandosi anche molto freddo nel finale quando, da strafavorito, è riuscito a gestire a meglio la volata a due con Pozzovivo. Giornata da capitano e vittoria: cosa chiedere di più?
Dopo tre passati a saltellare tra il mese di agosto e quello di giugno il Giro dell'Appennino è tornato quest'anno ad essere un gustoso antipasto del Giro d'Italia e nonostante la sovrapposizione con Liegi-Bastonge-Liegi la corsa organizzata dall'US Pontedecimo ha avuto comunque una buona startlist: senza Scarponi che ha preferito un ritiro in altura per avvicinarsi alla corsa rosa l'attesa era tutta per il duello tra Riccò e Pozzovivo sulle durissime rampe del Passo della Bocchetta. La corsa, però, si è animata ben presto (partenza fortissima a 46 di media) e poco prima del primo passaggio sul Passo della Castagnola, dopo circa 75 km (a più di 110 km dall'arrivo), è partita una fuga di una trentina di uomini con molti dei favoriti: dietro non sono molte le squadre interessate a ricucire il buco e le poche che ci provano non riescono a guadagnare sui battistrada, il cui vantaggio supera ben presto i 3'.
A 60 km dall'arrivo, sulla breve salita di Borzoli, il giovane talento Peter Sagan fa un bel forcing in testa alla corsa ed è in questo tratto che si sgancia un piccolo drappello con Muto e proprio Kiserlovski. Quest'azione permette a Kiserlovski di approcciare la salita della Bocchetta con un buon margine di vantaggio sugli inseguitori e ciò si rivelerà decisivo: sulla "Salita delle Streghe", infatti, uno scatenato Pozzovivo (che era rientrato sulla fuga in un secondo con un'azione di forza sulla Castagnola) ha fatto letteralmente esplodere il gruppo. In vettà la situazione vedeva proprio il piccolo scalatore lucano della Colnago-CSF assieme a Kiserlovski con 38" su Pardilla (unico che ha provato a reggere il ritmo di Pozzovivo), 40" su Pardilla, 1'55" su Visconti, Niemiec e Damiano Caruso e addirittura 2'20" su Bertolini, Ochoa, Rodriguez, Hollenstein, Belkov ed un Riccò apparso un po' in difficoltà dopo le fatiche del Trentino. Il dato, sempre molto interessante, sul tempo di scalata ha premiato Pozzovivo con 23'11": alto rispetto ai migliori tempi assoluti ma condizionato dalla fuga e dal forte vento che soffiava in senso contrario. La corsa si è praticamente chiusa qui perché Kiserlovski e Pozzovivo hanno proseguito con un ottimo accordo per tutto il tratto finale con le salite di Castagnola e Giovi mentre dietro gli inseguitori si sono ricompattati arrivando però a perdere anche più di 1'50".
Nella volata finale Kiserlovski non ha lasciato scampo a Pozzovivo: dopo una lunghissima fase di studio il lucano s'è lanciato per primo a circa 150 metri dall'arrivo ma è stato presto affiancato e superato dal ben più rapido avversario. A completare il podio troviamo Alessandro Bertolini che è riuscito a staccare gli altri inseguitori nel finale e conferma così il suo feeling con questa corsa (ha vinto nel 2007 e nel 2008). Quarto posto per Visconti che in volata ha avuto la meglio di un generoso Damiano Caruso mentre l'attesissimo Riccò non ha preso parte allo sprint per il piazzamento ed ha chiuso così in decima posizione. Una valanga di applausi, nonostante i 12' di ritardo all'arrivo, se l'è presa anche Gilberto Simoni che ha lasciato ottimi ricordi negli appassionati liguri e che ancora detiene (e forse deterrà anche ancora a lungo) il record della scalata della Bocchetta.
Per gli organizzatori adesso la sfida si chiama Campionato del Mondo perché la canditura presentata per il 2012 è ancora valida anche per l'anno successivo anche se la concorrenza di Firenze potrebbe costringere a rivedere i piani futuri.