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Voci e colori della Chirio-Forno d'Asolo - A Santa Margherita Ligure il vernissage del team astigiano | Cicloweb

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Voci e colori della Chirio-Forno d'Asolo - A Santa Margherita Ligure il vernissage del team astigiano

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L'appuntamento è fissato alle 10 a Villa Durazzo, un tempo residenza estiva dell'omonima nobile famiglia, oggi splendida cornice adatta ad ospitare rinfreschi per matrimoni e grandi eventi. In fondo una presentazione di inizio stagione che cos'è se non un matrimonio ed al tempo stesso un battesimo?
La villa è circondata da un immenso parco plurisecolare ed è posta su un'altura all'interno di Santa Margherita Ligure, cittadina che in questo sabato d'aprile, con questo primo, tiepido sole, fa venir voglia di mare. Rispetto alla nostra tabella di marcia raggiungiamo la Villa quasi in anticipo. Infatti sul ciottolato antistante la costruzione non troviamo nessuno, se non qualche fotografo. D'altronde è cosa nota che una delle peculiarità del gentil sesso sia quella di farsi attendere agli appuntamenti. Arrivano dei SUV, sarà qualche membro della squadra, pensiamo. Invece no, sono gli invitati del matrimonio, che si svolgerà praticamente in contemporanea con questa presentazione. «Speriamo di non fare la fine di Fantozzi, che quando va al funerale sbaglia corteo funebre!», scherza Fabiano, l'amico fotografo.
Di punto in bianco, dal verde del viale alberato spunta un'altrettanto verde ammiraglia, poi un'altra ancora. Trovandoci in cima ad una leggera salita la prima ad arrivare non poteva che essere la scalatrice del gruppo, Rosane Kirch. La brasiliana dalle unghie variopinte, che oggi opta per un motivo striato, bianco e nero, al posto della consueta bandiera verdeoro, scende dall'auto elargendo sorrisi e baci a destra e a sinistra. Arriva anche la seconda ammiraglia, sul cui sedile anteriore si scorge la biondissima chioma di Luisa Tamanini; scende Daniela Lionco e Rosane la avvolge in un caldo abbraccio a ritmo di samba. Il piazzale si riempie e le atlete arrivano alla spicciolata. La Tamanini ha la mano sinistra fratturata. «Purtroppo questa stagione non è iniziata benissimo perché in una banale caduta in allenamento mi sono rotta la mano e sono ferma tutt'ora. Tra un decina di giorni dovrei poter riprendere ad allenarmi e spero di recuperare in fretta. È un peccato perdere così tanti giorni d'allenamento, tra l'altro per una caduta proprio stupida, praticamente da ferma!»
I fotografi iniziano a studiare le posizioni in cui predisporre le ammiraglie ed il direttore sportivo Fabrizio Massa ha un bel da fare nell'improvvisarsi posteggiatore per creare un set consono, con la costruzione seicentesca sullo sfondo. Intanto una ragazzina giunge sul piazzale, accompagnata dai genitori. Si tratta di Annalisa Barbieri, classe '91 che arriva direttamente dalla categoria Juniores. È la più giovane del gruppo ed anche la prima ad essere immortalata dai flash dei fotografi con la casacca 2010 del team. Annalisa è un po' emozionata e si vede, anche i genitori lo sono per lei, tant'è che la madre cerca di nascondersi quando le viene chiesto di posare con la figlia. Anche la minuta Francesca Faustini è accompagnata da mamma e papà. La ragazza di Gavardo si presenta ad alcune delle sue nuove compagne, che incontra oggi per la prima volta. «Piacere, Francesca...». Ha 21 anni ma dimostra grande maturità e senso del gruppo quando, pochi minuti dopo averle conosciute, fa da interprete con le colleghe dell'Est Europeo, traducendo loro in inglese le direttive che i fotografi stanno impartendo. Francesca studia Psicologia a Brescia: «Voglio avere un futuro solido e certo, per adesso però mi piace questo mondo». E con "questo mondo" intende il mondo del ciclismo, certamente, ma anche quello dello spettacolo. Chi ricorda una bella ragazza in bicicletta fare da testimonial per una nota rivista di giochi enigmistci? Ebbene sì, era Francesca Faustini, che infatti ha occhi, sorriso e fascino della donna di spettacolo ma tiene i piedi ben piantati per terra, anzi sui pedali.
Arriva il patron Franco Chirio e dopo un saluto a tutti i presenti inizia la sfilata di foto. In posa con le atlete italiane, lituane, ucraine, brasiliane. Nel backstage facciamo ancora due chiacchiere con Rosane Kirch, che ci parla del suo inizio di stagione. «Ho corso la Vuelta do Futuro, la prima tappa era a cronometro e l'ho vinta. Il giorno dopo ho perso la maglia per 1" ma nella tappa seguente l'ho ripresa, ancora una volta per 1". Durissima poi l'ultima frazione perché sapevo che dovevo staccare in tutti modi la mia rivale, Cristina Gerhard, infatti in volata contro di lei non avrei avuto speranze: ci ho provato in tutti i modi ed ha ceduto solo all'ultimo giro del circuito. Anche ai Giochi Sudamericani ho corso bene ma ho concluso solamente in seconda posizione: purtroppo ero rimasta da sola contro quattro colombiane, non avevo modo di fare meglio! Adesso mi attende una lunga stagione. Da quando sono tornata dal Sudamerica però ho patito eccessivamente il passaggio dal caldo al freddo, tanto che ancora oggi non riesco a pedalare come vorrei. Cercherò di migliorare nelle prossime settimane, o almerno spero che sarà così».
Intanto è arrivata anche la madrina dell'evento, Miriana Trevisan, che saluta le ragazze e si concede con loro ai fotografi. Indossando, naturalmente, una maglietta della squadra.
Le ragazze ucraine e lituane fanno gruppo e chiedono spesso l'aiuto di Edik Muselimjn, un uomo bassottello, dalla carnagione olivastra, che fa loro da interprete. Anche la "Tama" resta per gran parte del tempo al riparo dell'ammiraglia a chiacchierare con Odette Bertolin, simpaticissima veneziana che quando deve essere immortalata per la fotografia di inizio stagione improvvisa un passo di flamenco, accompagnato da un po' di dialetto veneziano. «È tutt'un'altra cosa rispetto a quello padovano», tiene a farci sapere. Francesca Faustini si presenta sul set con i manicotti e puntuale si becca lo sfottò della Bertolin: «Ragazze, dopo le foto la Faustini parte direttamente per la corsa...». La piccola Francesca sta alla battuta di Odette, divertita.
È tempo di conferenza stampa, le atlete sono infreddolite e l'ucraina Vyktoriya Vologdnina sbuffa, forse un po' annoiata da tanti spostamenti e pose innaturali, a favor d'obiettivo. Le ragazze si ricoprono con le tute e si portano nella sala conferenze. La sala si riempie ed arriva anche il russo Evgenij Berzin, ben lontano dalla forma che gli permise di vincere il Giro d'Italia nel 1994. Eugenio, come ormai viene chiamato da tutti, fa un personale in bocca al lupo alla squadra, quindi torna a sedere in platea, attentissimo ad ogni parola. Al tavolo principale, insieme al Presidente della squadra, Fabio Gallina, ed a Miriana Trevisan, siede Franco Chirio. «Anche quest'anno - esordisce il patron della squadra - la nostra sarà una formazione multietnica. Abbiamo sempre avuto ottimi rapporti con alcune federazioni e con altre abbiamo avviato una buona collaborazione: spesso sono proprio loro a segnalarci le atlete più promettenti. Abbiamo sempre cercato di avere una rosa di una ventina di atlete in modo da poter svolgere una doppia attività durante il corso della stagione e anche nel 2010 sarà così. Questo sarà un anno importante, in cui la squadra punterà a far bene soprattutto al Giro d'Italia: il Giro sarà particolare perché dedicato alla memoria di Coppi. Per ricordarlo si salirà per la prima volta fino in cima allo Stelvio; speriamo che le nostre scalatrici si facciano valere». Tra gli applausi si nota il labiale della Trevisan che, stupita per l'immensa fatica che attenderà le ragazze al Girodonne, esclama:«Saliranno allo Stelvio? Ma fino in cima? Ma sono matte!»
Una parola anche per chi non può presenziare alla cerimonia: «La presenza in squadra dell'austriaca Kollmann - continua Chirio -, che in passato è stata un'ottima atleta dello sci alpino e che in inverno pratica lo sci di fondo, ci ha permesso di stringere ottimi rapporti con la Fischer. Il ciclismo e lo sci di fondo sono discipline abbastanza simili, visto che entrambi sono sport di fatica e resistenza: per questo motivo dal prossimo anno cercheremo di dare la possibilità alle atlete che lo vorranno di cimentarsi anche nello sci nordico». C'è spazio anche per una nota tecnica, grazie alle parole di Roberto Parodi, che da quest'anno curerà le biciclette per la Chirio: «Ho sempre lavorato con singole atlete, mai con un'intera squadra. Quello che abbiamo avviato con Chirio è un progetto importante; tutte le ragazze, infatti, avranno a disposizione una bicicletta personalizzata e soprattutto adatta alle esigenze di una donna. Inoltre ogni mezzo sarà dotato di un cambio ad impulsi elettronici, un'autentica novità per quanto riguarda il ciclismo femminile: è il futuro, noi cerchiamo solo di anticipare i tempi per dare alla squadra un vantaggio notevole».
Il futuro si costruisce nel presente, ed il presente del Team Chirio è fatto di tanti nuovi arrivi. Uno di questi è il direttore sportivo Fortunato Lacquaniti. «Il gruppo è giovane ma molto ben assortito. Nel 2009 mancava un po' di esperienza ma gli arrivi di Tamanini e Kirch sono molto importanti soprattutto da questo punto di vista. Stiamo già lavorando per il Giro d'Italia ma nel frattempo non trascureremo corse importanti come la Freccia Vallone, che è pur sempre una prova di Coppa del Mondo. Al Giro vogliamo essere competitivi sia con le fughe che nella classifica finale. Se dovessi però indicare un obiettivo per la stagione direi il Campionato Italiano: Luisa Tamanini ci è andata spesso vicina e sarà la nostra punta di diamante; in più la corsa si disputa a Riese Pio X, a pochissimi chilometri dalle sede del nostro sponsor principale e questa sarà una motivazione in più per fare bene». L'ultima Settimana Tricolore che la "Tama" sfiorò si correva a pochi chilometri da qui, in quel di Varazze, nella riviera ligure di ponente. Allora la Lechner, un po' a sorpresa, la battè. Luisa annuisce con un sorriso un poco amaro a chi glielo ricorda. «Ho un buon rapporto con Franco - esordisce la ragazza di Trento - e cercherò di aiutare la squadra: darò qualche consiglio alle più giovani, perché migliorino ma al tempo stesso mi piacerebbe far bene al campionato italiano, vedrete che ce la metterò tutta».
Da Trento a Venezia la strada è breve e così anche Odette Bertolin esplicita i suoi programmi per l'anno che verrà. «Aver cambiato squadra mi ha dato tanti stimoli nuovi - dichiara al microfono di Alberto Rigamonti -. Adesso mi piacerebbe davvero tanto correre il Giro e fare bene nelle tappe venete, quelle della mia regione». E tornando a sedere aggiunge una terza frase: «Ora mi aspetto di andare al Giro solo per questa dichiarazione», mormora scherzando, ma non troppo. «Sono arrivata alla Chirio dopo tante vicissitudini - afferma invece Francesca Faustini - e il cambio di squadra è stato un ulteriore stimolo per crescere. Nella stagione passata ho corso molto ma mi è mancata un po' di costanza. Voglio dimostrare che posso fare bene tra le élite anche perché la mia carriera praticamente è appena iniziata. Mi piacerebbe anche riprendere ad esercitarmi nelle corse a cronometro senza però escludere il resto: le crono sono prove particolare, affascinanti, ma vincere è bello ovunque. Idee chiare e gambe buone.
Rosane Kirch è la più esperta del gruppo, ma anche la più affamata di vittorie: «Quest'anno il mio obiettivo sarà di vincere finalmente una tappa al Giro, quella dello Stelvio sarebbe un sogno, ma perché non pensarci seriamente? Qua alla Chirio l'atmosfera è molto tranquilla, non ci manca niente e mi sto trovando molto bene». Dopo cotante dichiarazioni la Trevisan si dice stupita dalla forza di volontà di queste ragazze. Musica per le orecchie di Franco Chirio. «Il mio legame con il ciclismo - continua l'ex velina - è iniziato nel 1996 quando con Cesare Cadeo conducevo l'Italia del Giro. Allora la corsa rosa era nei palinsesti Mediaset. È stata un'esperienza bellissima perché abbiamo girato tutto il paese e ho avuto modo di scoprire posti splendidi grazie a questo sport». A questo punto giunge una proposta che stona un po' con i discorsi finora portati avanti: «Ho partecipato all'Isola dei Famosi - asserisce la Trevisan - e devo dire che mi pare di trovare molte analogie tra la mia esperienza ed il ciclismo: bisogna soffrire, ci vogliono forza e coraggio ed è una prova in cui si è soli contro se stessi. Io voglio fare davvero i complimenti a queste ragazze che fanno sacrifici incredibili, cercherò di seguirle sempre durante l'anno. Ma bisognerebbe fare sì che tutti seguissero di più il ciclismo femminile. Lo dovrebbe trasmettere la tv di Stato, altrimenti farà la fine degli artigiani, che stanno scomparendo. Ci vorrebbe un reality, con un format che permetta di seguire gli allenamenti, le gare e la grande fatica di questo sport, le gelosie e tutto quello che c’è attraverso il linguaggio del reality. Non c'è soltanto il Grande Fratello! Io dico che si può fare e che la gente si appassionerebbe, non credete?». Ciò che stona non è tanto la proposta dell'ammirevole Miriana, quanto la modalità. Il ciclismo è reale, non ha bisogno di reality per avere un maggior seguito ma di personaggi di spicco che siano in grado di fare da traino per gli adolescenti e che rafforzino l'interesse nel pubblico. Lo precisa anche Franco Chirio, ribadendo a Miriana ed a tutti i presenti la grandissima forza di volontà di queste ragazze che corrono in bicicletta. E qui l'astigiano, novello Mike Bongiorno con Miriana al suo fianco, estrae dal cilindro la gaffe, quando afferma che nel ciclismo femminile, al contrario di quello maschile, spesso ricco di ritiri in gara, «ci sono corse in cui alla partenza trovi 150 atlete ed all'arrivo ne conti 170, 180...». Ci sarebbero molti interrogativi da porsi se ciò fosse vero, ma sappiamo che tale girandola di numeri è stata dettata dall'ardore di un team manager appassionato dal proprio lavoro.
Finita la conferenza c'è il tempo per fare una serie di fotografie di gruppo, con il Golfo del Tigullio alle spalle delle atlete, con la Faustini che è avvolta in una giacca a vento e «sembra che parta già per la tappa dello Stelvio», sorride la Bertolin. La "Tama", invece, porta degli Oakley che la rendono particolarmente aggressiva. È ormai passata l'una e ci si dirige verso il rinfresco. «Sono una parente dello sposo!», dice la sempre allegra Odette Bertolin, tentando di imbucarsi al pranzo di nozze. La sua iniziativa non va però in porto e così la veneziana si dirige verso i tavoli riservati alla squadra. Il pranzo a base di focacce liguri e pansoti al sugo di noci manda in estasi gli ospiti e le ragazze. Però anche la cucina brasiliana è ottima - afferma la Kirch -. A volte nel nostro appartamento vicino ad Asti noi brasiliane facciamo una serata con cena brasiliana. La prossima volta che cuciniamo brasiliano sarete miei ospiti. Però al mattino devo svegliarmi e mi devo allenare. Non sono mica come Uenia, che ama dormire. Non ho ancora capito se non smaltisce il fuso orario o se è proprio pigra. Credo tutt'e due... In pratica, mentre io mi alzo alle 8 del mattino ed esco per l'allenamento verso le 10, lei si alza alle 13, con un conseguente sfasamento. Uenia va a letto tardi ed al mattino dorme, ma per forza! Mi stupisce quando ci sono le gare e lei non vuole andarci. Credetemi, non lo dice perché non vorrebbe correre o perché è stanca ma perché sa che la sua sveglia suonerà molto presto quella mattina! È pazzesca! Altrettanto pazzesche - continua Rosane, tra uno spritz e l'altro - sono le nostre ucraine, che durante gli allenamenti invece di starsene belle tranquille in gruppo ti scattano in faccia ripetutamente».
Ancora due chiacchiere con le ragazze ed il tempo per qualche foto artistica nel roseto, poi è ora di ripartire. Daniela Lionco non trova la sua borsa e passa davanti a Rosane Kirch due, tre volte, finché la scalatrice l'avverte:«Stai attenta, così dimagrisci!». È tempo di ritiro e di ritirata per le ragazze con quella casacca verde che sembra della Nazionale verdeoro ma in realtà ingloba in sé moltissimi usi, costumi, tradizioni e caratteri, nessuno uguale a se stesso ma tutti simili di quel tanto da poter convivere. Ringraziamo Franco Chirio e ci diamo appuntamento con le ragazze per le prossime gare, dove contiamo di vederle recitare un ruolo da protagoniste. Rosane Kirch per gli arrivi in salita nelle corse a tappe, Luisa Tamanini per le gare in linea. Anche se non siamo all'Isola dei Famosi e almenio per adesso non si correrà in un gigantesco reality ma "soltanto" alla Freccia Vallone o al Giro d'Italia, laddove non vi sono nomination ma semplici scremature del gruppo, selezione naturale, la chiamano. Laddove è vincitrice non solo la prima a tagliare il traguardo ma anche l'ultima ad arrivare, perché sa di aver dato tutto, anche l'anima, a volte.

Francesco Sulas

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