Tanto Orio quanto pesa - JRO arriva da solo. Domani crono
Ieri avevamo speso le ultime righe interrogandoci sulle reali condizioni di Joaquím Rodríguez e se la piccola debacle sull'arrivo di Arrate fosse dovuta o meno ad una giornata no: oggi è stato lo stesso corridore catalano della Katusha la fugare ogni dubbio vincendo in modo perentorio la quinta tappa di questa Vuelta al País Vasco con arrivo a Orio. Dopo quanto visto oggi possiamo dire con assoluta certezza che anche Rodríguez è in ottima condizione e che quello di ieri è stato solo un passaggio a vuoto: in più la Katusha avrà a disposizione su al nord un vero e proprio squadrone visto che potrà contare su Kolobnev, anch'egli in grande spolvero oggi, Ivanov e Pozzato.
La formazione russa, oggi, ha dato anche un ottimo saggio di tattica tanto che durante la corsa, intervistato dalla televisione basca, il direttore sportivo Konychev s'è permesso il lusso di dichiarare che in quel momento la situazione di corsa era ideale per loro: «Se prendono la fuga vince Rodríguez altrimenti vince Kolobnev, quindi è perfetto». Ed infatti è stato proprio il ruolo di Kolobnev il punto chiave della tappa di oggi: il russo è andato in fuga dopo una trentina di chilometri con altri 14 corridori e dopo insieme ad altri nove riuscendo a conquistare fino a più di 3' sul gruppo prima che la RadioShack si portasse nelle prime posizione per tentare di colmare questo margine.
Come prevedibile la tappa si è decisa sulle due ascese dell'Alto de Aia: 1,8 km all'11,5% (massima al 22%) il primo tratto con scollinamento a 17,8 km dalla conclusione mentre il secondo misurava 1700 metri con una pendenza media del 12,65% e con il Gpm posto a 13,5 km dall'arrivo. Sulla prima salita, praticamente nello stesso punto e a distanza di circa un minuto, ci sono stati i primi attacchi: tra i fuggitivi è ancora una volta Amets Txurruka a scappare via da solo mentre dal gruppo dei migliori è Joaquím Rodríguez ad allungare ed a riportarsi sul compagno Kolobnev, perfetto nel suo ruolo di testa di ponte; al Gpm Txurruka è transitato con 33" su Kolobnev (in testa a lavorare a fondo), JRO ed Efimkin mentre il gruppo dei migliori era a 1'01". Nella breve ma impegnativa discesa s'è interrotto il "sogno" (questo il significato di Amets in basco) di Txurruka a causa di una scivolata: il corridore è riuscito a terminare la tappa ma si parla di una possibile frattura alla clavicola destra che, nel caso impedisse al corridore di disputare domani la cronometro, unirebbe al danno anche la beffa visto che è già matematicamente prima nella classifica degli scalatori. Su secondo muro Rodríguez saluta la compagnia e s'invola da solo mentre dietro è Valverde ad incaricarsi dell'inseguimento imponendo il suo ritmo nel tratto con le pendenze maggiori: il murciano, però, si è trovato senza compagni di squadra e così s'è formato un gruppo di 19 corridori all'inseguimento di Rodríguez.
Quando ormai mancavano cinque chilometri all'arrivo è stato chiaro che nessuno avrebbe più potuto riprendere il corridore della Katusha visto che il suo vantaggio era ancora di 40" circa: margine rassicurante per tappa ma anche importante in ottica classifica generale però andava a colmare quasi interamente i 49" perduti ieri. Sull'ultima rampetta prima di Orio, però, Samuel Sánchez ha provato a forzare nel tentativo di chiudere il buco e si è portato dietro Valverde e Horner: in questi frangenti s'è colta anche l'azione diplomatica messa in atto ieri da Valverde visto che gli uomini dell'Euskaltel sono stati preziosissimi negli ultimi 13 km. Rodríguez arriva così sul traguardo di Orio a braccia alzate e con la solita borraccia in mano, un gesto che ormai sta diventando un vero e proprio marchio di fabbrica di Purito: a 14" giungono nell'ordine Sánchez, Valverde e Horner mentre la prima parte del gruppo chiude con un distacco di 20".
Veramente notevole la prova di Francesco Gavazzi che ha tenuto molto brillantemente sulle salite ed è arrivato in sesta posizione confermandosi come un possibile outsider già per l'Amstel Gold Race: la sua prestazione serve ancora una volta a tenere alto il morale in casa Lampre visto che Cunego è stato costretto al ritiro da una gastroenterite che lo ha debilitato nella notte; per il Piccolo Principe questo problema rischia di condizionare l'avvicinamento alle classiche anche se il tempo per ristabilirsi appieno c'è. Il passaggio a vuoto del giorno, invece, è firmato Robert Gesink: l'olandese della Rabobank ha perso le ruote al secondo passaggio sull'Alto de Aia ed è arrivato al traguardo a 1'07" da Rodríguez; se farà come Sánchez e JRO potremmo consigliare una puntatina su di lui proprio per l'Amstel.
Domani, invece, si chiuderà questa 50esima edizione della Vuelta al País Vasco con una lunga cronometro di 22 km con partenza ed arrivo a Orio e nuovamente un passaggio sull'Alto de Aia. La classifica generale è estremamente corta con ben nove corridori racchiusi in meno di un minuto ed i primi due, Valverde e Horner, separati da appena 1". Il favorito sembra essere proprio il corridore americano della RadioShack ma non essendo una cronometro per specialisti i giochi sono molto più aperti: attenzione dunque anche al francese Peraud, quarto a 38", ed anche al nostro Marco Pinotti, sorprendente 7° a 54", che potrebbe anche cercare di agguantare il podio con una prestazione perfetta.