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Il gran Gallo è Scarponi - La Panne: Paolini è il nuovo leader

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L'approssimarsi del mese di aprile regala come di consueto la spasmodica attesa per la Settimana Santa del Nord, con l'aria inevitabilmente inebriata da muri e pavè. Mentre però alcuni dei grandi protagonisti sono impegnati a rifinire la preparazione in quella che è comunemente conosciuta come la Tre Giorni di La Panne, anche l'Italia ha la sua Settimana ciclistica, certamente meno nobile ma pronta comunque ad offrire all'occorrenza qualche spunto interessante. Con questa premessa quindi iniziamo a parlare della Settimana Ciclistica Lombarda, giunta alla quarantesima edizione ed apertasi quest'oggi con il cronoprologo in salita che da Casazza dopo 6,6 chilometri conduceva in vetta al Colle Gallo. Esordio quindi che offriva un primo responso già significativo all'interno del lotto di contendenti, corredato come sempre da un bel tocco d'internazionalità (varie equipe straniere presenti al via, tra le quali ancora una volta non poteva mancare la Rabobank Continental, che proprio sulle strade bergamasche e bresciane nel 2006 rivelò per la prima volta al pubblico Robert Gesink), reduci della Coppi e Bartali (Sella, Niemiec, Riccò per fare qualche nome) ed altri attesi protagonisti quali Matteo Carrara e Michele Scarponi.
A questo punto diventa impossibile non riprendere il discorso dal corridore di Filottrano ed al suo dramma sportivo vissuto sul lungomare di San Benedetto del Tronto, con quel bis alla Tirreno-Adriatico sfumato attraverso due traguardi volanti. Una di quelle pagine da cancellare al più presto nei ricordi, dove lasciare soltanto i giorni belli. Andando a ravanare proprio nell'album dei ricordi però un dato balza all'occhio: nell'edizione 2004 la breve corsa a tappe lombarda partì con il medesimo prologo in salita e chi te lo vinse? Proprio Michele Scarponi, allora giovanotto promettente in forza alla Domina Vacanze con il sogno di essere un giorno non lontano protagonista anche in un grande giro.
Di certo, adesso ci sarà da fare tutti i debiti scongiuri del caso per far sì che, dopo la cocente delusione di un paio di settimane fa, almeno questo ricorso storico si possa ripetere ma nel frattempo non possiamo che attenerci ai fatti e dire che Scarponi conquista il suo secondo successo stagionale, fermando i cronometri sul tempo di 14'55" ad una media di 26 orari e rotti. È il primo segnale di una sfida già lanciata, che nei prossimi giorni potrebbe farci vivere altre puntate entusiasmanti e che chiamerà allo scoperto anche i primi battuti di quest'oggi, che si chiamano Matteo Carrara (leader della Vacansoleil forte anche della presenza di Brice Feillu e Lagutin), staccato di 16"; Przemyslaw Niemiec e la sua Miche già ben comportatisi sulle strade emiliane (presenti Baliani e Rasmussen), che ha chiuso in terza piazza a 20"; naturalmente poi Riccardo Riccò, che quest'oggi si è attestato in quarta posizione a 21" ma che potrebbe dare un'impronta decisiva alla gara col sostegno del proprio team (nessun velocista per la Ceramica Flaminia ma Anzà, Giampaolo Caruso, Celli, Bailetti, Gentili, Giordani e il decano Noè pronti a dar man forte al formiginese). Non manca neppure la Carmiooro, che ha piazzato Sella (a 35") e Pardilla (a 37") in settima e ottava posizione, preceduti da un buon Zanasca (quinto a 29") e dall'olandese Ruijgh (altro Vacansoleil giunto 6° a 33".
Avversari che non mancano quindi per il team di Gianni Savio, pronto comunque a supportare Scarponi in salita con i vari Serpa, Ochoa (decimo quest'oggi) e Rodriguez ma che potrà puntare al successo parziale già dalla tappa di domani con Alberto Loddo, atteso al pari di Mattia Gavazzi sul traguardo di Calcinato.
Come inizio non c'è male, per il resto si vedrà... (Vivian Ghianni)

La classica imprevedibilità delle corse fiamminghe oggi ha colpito di nuovo nella seconda tappa della Tre Giorni di La Panne: in Belgio basta poco, un po' di vento o pioggia o freddo, per rendere dura una tappa ma se questi tre fattori si presentano tutti contemporaneamente ecco che una giornata apparentemente facile e senza grosse asperità si trasforma in una frazione in grado di sconvolgere la classifica generale. Questo, a grandi linee, è quanto successo oggi nella Zottegem-Koksijde, una tappa che sulla carta doveva essere preda dei velocisti e che invece ha fatto quasi più danni di quella di ieri.
Che non si sarebbe stata una giornata facile lo si era intuito già dopo 24 km quando si è formata una fuga di 12 uomini tra i quali c'erano anche Philippe Gilbert e Andriy Grivko, quest'ultimo il più pericoloso visto che alla partenza era 13° in classifica a 55" da Chainel: la Bouygues Telecom, forse ben conscia dei limiti di Chainel e della squadra o forse già appagata dal successo di ieri, ha scelto di inserire in questa fuga il suo Sébastien Turgot e di lasciare quindi alle squadre dei velocisti o degli altri favoriti per il successo finale il peso dell'inseguimento. Questa mossa deve aver spiazzato molti team perché i fuggitivi sono arrivati a guadagnare fino a più di 9' e quando l'andatura degli inseguitori si è fatta più elevata la pioggia, il vento e i tre muri affrontati nella parte centrale (Mesemberg, Montemberg e Kemmelberg) hanno creato una netta selezione nel plotone. Le condizioni atmosferiche proibitive ed il forte ritardo di molti atleti hanno spinto la giuria ad accorciare la tappa da 214 a 188 km (annullati due giri del circuito finale) ma chilometro dopo chilometro il gruppo ha continuato a perdere uomini ed a circa 30 km dall'arrivo, quando il vantaggio dei battistrada era ancora nell'ordine dei 3', s'è staccato anche il leader della classifica Steve Chainel.
A questo punto in testa alla corsa erano rimasti appena quattro uomini (Gilbert, Grivko, Mouris e Turgot, quasi sempre passivo) mentre al loro inseguimento la spinta dalla Garmin con Pate e Farrar ha ridotto il plotone ad appena 16 unità: tra i protagonisti di ieri, oltre al leader, mancavano anche i nostri Gasparotto ed Oss; a 12 km dalla conclusione, al passaggio sotto al traguardo, gli inseguitori erano riusciti a riportare il margine ad 1'15" e con Grivko ancora virtualmente in testa alla classifica è stato proprio David Millar a muoversi in prima persona e dopo un suo allungo il gruppetto si è ulteriormente ridotto: tra coloro che hanno perso contatto in questa fase c'era anche Westra, 6° ieri e favorito insieme al britannico per il successo finale. Negli ultimi 10 km il distacco dei quattro di testa è rimasto pressoché stabile intorno ai 50" con un generoso Grivko a tenere alta l'andatura per cercare di conquistare la testa della classifica: anche all'ultimo km è lo stesso ucraino a sacrificarsi tirando in pratica la volata ai compagni. Tutti si aspettano il successo di Philippe Gilbert che sarebbe anche il primo stagionare per la Omega Pharma ma in volata la maggior freschezza di Turgot, rimasto quasi tutta la tappa a ruota, ha avuto la meglio.
Un bravo al francese ed alla Bouygues Telecom che coglie il secondo successo consecutivo ed il quarto in appena cinque giorni ma non proprio quella che si può definire una vittoria meritata come esemplifica molto chiaramente anche il gesto di disappunto di Grivko nei confronti di Turgot appena passato l'arrivo. Il primo gruppo arriva a 41" e grazie al sesto posto odierno Luca Paolini riesce a conquistare la maglia bianca di leader a pari tempo con Grivko (in casa Acqua & Sapone si stanno specializzando in questo...) mentre Millar perde altri 3" nel finale ed ora è quarto a 12" preceduto anche da Amorison, staccato dalla vetta di 9". Domani ultima giornata di gara con due semitappe tra cui una cronometro di 14.7 km che potrebbe lanciare Grivko e Millar. Visto quanto successo oggi però bisognerà stare molto attenti ai 112 tutti in pianura del mattino: si dovranno affrontare anche molti chilometri lungo la costa ed il vento trasversale potrebbe fare altri danni.

Vivian Ghianni
Sebastiano Cipriani

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