Hai voluto la bicicletta? - Scopriamo il mondo di Guillermo Ruben Bongiorno
Versione stampabile Intervistiamo Ruben Bongiorno la sera della prima giornata di gare alla Settimana Internazionale Coppi&Bartali: ci racconta che non è soddisfatto, è uno dei suoi primi giorni di gara della stagione e seppur si dica allenato, non è riuscito a tenere il ritmo del gruppo e si è staccato. Un viaggio nel mondo del timido velocista argentino, appena passato alla Zheroquadro-Radenska dopo un eternità alla corte di Reverberi, tra Italia e Argentina, abbronzature permanenti e «un quarto d'ora di tempo che il piatto si fredda...» (l'abbiam chiamato all'ora di cena).
Quando hai cominciato a correre: quando hai conosciuto il ciclismo in Argentina?
«Ho cominciato a correre quando avevo 5 anni, ho sempre fatto pista e circuiti in Argentina. Nel 2000 ho deciso di lasciare la pista definitivamente per la strada, per approdare nel 2001 al dilettantismo italiano. Poi, come tutti sapete, sono diventato professionista con la Panaria».
Come ti trovi nella tua nuova squadra? Avete affrontato un ritiro?
«Io sono arrivato tardi, quando loro avevano già finito il ritiro: per ora mi trovo bene, ci stiamo un po' conoscendo».
Guardando il tuo palmarès, sembra che tu vada più forte in inverno che durante la stagione europea: specialmente in Malesia. Come mai?
«Beh, in Malesia fa caldo e col caldo riesco a esprimermi meglio. Poi lì andavo sempre dopo aver fatto gare in Argentina; fino a gennaio riuscivo a farne anche 10. Appena tornavo in Europa stavo un po' fermo, e quando ricominciavo facevo sempre un po' di fatica».
Immaginiamo allora che l'inverno torni sempre in Argentina.
«Sì, rimango da metà ottobre a metà gennaio.».
Sei uno di quelli ai quali prende la "saudade" o riesci a star lontano da casa? «Torno in Argentina più che altro per stare un po' con mio papà e allenarmi al caldo. Praticamente è dal 2001 che vivo un'estate perenne!».
Beato te, sarai sempre abbronzato allora! Ci hai parlato di pista. L'Argentina ha una buona tradizione, però anche atleti un po' anziani. Proprio non ci pensi a Londra 2012?
«Sapete, a me piacerebbe anche, ma in Argentina ci sono già i corridori che puntano alle olimpiadi 2012. Io, stando qui in Italia, sono un po' escluso, perché non sono sotto l'occhio dei tecnici, e quindi non mi tengono nemmeno tanto in considerazione, vista tra l'altro la disponibilità degli altri ragazzi per la Coppa del Mondo e le gare internazionali».
Qual è stato il corridore più simpatico che hai conosciuto durante la tua carriera?
«Direi Fortunato Baliani, mi fa sempre morire dal ridere ed è molto alla mano, ti ascolta. È un bravo ragazzo».
Hai un programma di corse per il 2010?
«Per adesso facciamo Coppi&Bartali e la Settimana Lombarda, poi non so granché. Gli altri han già corso in Slovenia e Croazia, ma io non ho corso visto che ero fuori condizione. So che dovremmo andare a correre in Spagna, ma al momento non so dirvi dove e le date, e ci son corse alle quali potrebbero invitarci all'ultimo momento».
Ti auguriamo una carriera ancora lunga, ma visto che hai 32 anni, stai pianificando già cosa fare una volta appesa la bici al chiodo?
«Sì, ci ho pensato un po'. Mi piacerebbe rimanere in Italia, ma difficilmente ciò sarà nell'ambiente del ciclismo: diciamo che tutti i posti sono "occupati". Vorrei correre qui ancora qualche anno, se le cose dovessero andar male tornerò in Argentina a correre, lì limiti di età non ce ne sono e posso correre tanti anni..».
E magari potresti metterti in mostra per la pista...
«Sì, perché no? Anche a 35 anni in pista si può andare bene. Però, ripeto, preferirei rimanere ancora a lungo a correre in Italia».
Il mancato rinnovo della CSF è dovuto al fatto che l'ultima stagione non è andata bene?
«È una delle motivazioni, ma è anche successo che loro hanno voluto fare una squadra tutta italiana e anche se ho la cittadinanza, non sono al 100% italiano. Poi volevano fare una squadra di soli giovani e per questo non hanno confermato anche Baliani. Ci tengo comunque a dire che son rimasto in buoni rapporti con Reverberi». Cominciamo a parlare di Ruben Bongiorno giù dalla bici: hai degli hobby?
«Mi piace molto girare con la mountain bike... è il mio hobby preferito.».
Non è esattamente giù dalla bici questo hobby!...
«Sapete, grazie alla mountain bike mi scollego da ciò che è legato al mondo delle gare. Poi ci sarebbe anche la mia passione per l'artigianato: mi piace lavorare il legno, ho studiato per fare il falegname, poi non sono riuscito a lavorare, ovviamente perché dovevo correre. Da ragazzo ho preso il diploma in un istituto professionale per l'artigianato. Inoltre sono appassionato di film: vado pazzo per le saghe di Rambo e Rocky. Insomma, mi piacciono soprattutto film d'azione e comici».
Sei fidanzato?
«Sì, sto con una ragazza argentina da 14 anni, anche se adesso siamo "in pausa". Lei spesso riesce a venire in Europa, tant è che l'anno scorso è stata quasi sempre qua in Italia. Quest'anno però ha trovato un lavoro in Argentina e non voleva lasciarlo, spero si prenda un po' di ferie per venirmi a trovare».
Tre aggettivi per descrivere Ruben Bongiorno.
«Timido, disponibile e, mi dicono, simpatico».
Bistecca o pizza?
«Dipende: se sono in Argentina la bistecca, in Italia la pizza!».
Molto diplomatico! Chiudiamo col tuo sogno nel cassetto.
«Direi... correre una stagione intera!».
A questo proposito, cosa ti è successo nel 2006?
«Nel 2006, dopo aver fatto bene in Malesia, son stato fermo per due mesi perché non sono stato selezionato per il Giro d'Italia. Poi nei primi di luglio ho fatto un'incidente con la moto, rompendomi il malleolo, così ho preferito attendere il 2007».