La Liquigas ha fatto 13 - E in Spagna la prima di Cavendish
Se dopo le quasi sette ore di gara l'epilogo della Classicissima avrà prodotto qualche cazziatone in casa Liquigas questo non ci è dato saperlo. Di sicuro le recriminazioni, i rimpianti per un Bennati inchiodato da un super Freire negli ultimi 200 metri, per un Oss straordinario a cui sono rimasti solo gli applausi, per un Nibali forse non abbastanza temerario e fortunato per andare fino in fondo ci saranno stati. E allora meglio ripartire subito a tutto gas, offrendo una bella prova di squadra per marchiare la prima giornata della Settimana Coppi e Bartali 2010, suddivisa nelle due tradizionali semitappe a cavallo tra Riccione e Misano Adriatico.
I nove passaggi su Scacciano non hanno modificato una prima frazione che si è confermata roba da velocisti ed è così che da lì il passo per il primo successo italiano dell'anno di Francesco Chicchi è stato breve. Quattro sono così le perle sfornate dallo sprinter toscano in quest'avvio di stagione, che però non gli è bastato per guadagnarsi la convocazione per la Milano-Sanremo, vista la poca simpatia del lucchese per le salite, oltre ai dubbi di tenuta per chi una corsa del genere non l'ha mai affrontata. Facile parlare col senno di poi, però il buon Francesco viaggia verso la trentina e prima o poi crediamo che con la Classicissima ci avrà a che fare, nel frattempo si può lasciare al lettore il compito di arrovellarsi su come sarebbero potute andare le cose. Un Chicchi che si è visto recapitare un piatto d'argento la volata, con un bravissimo Cimolai ultimo vagone di un treno che aveva iniziato il proprio lavoro negli ultimi cinque chilometri per terminare ai 150 metri dell'arrivo, quando a rovinare nuovamente i piani delle maglie verdi ci ha provato Mattia Gavazzi, che ha tentato la carta dell'anticipo e si è visto negare dal fotofinish la gioia del primo successo stagionale e che avrebbe riscattato una giornata già nata male per i Colnago con la caduta (in cui erano rimasti coinvolti una decina di corridori) che aveva costretto al ritiro Michele Gaia (portato in ospedale per accertamenti ma per il quale sono state escluse fratture). Fin lì poco altro, a parte il transito in prima posizione di Diego Ulissi all'unico Gpm di giornata che gli è valso la prima maglia verde. Per il resto terzo un Roberto Ferrari nuovamente convincente davanti allo sloveno Kump già secondo lo scorso anno; un Paride Grillo che si rivede nelle posizioni buone terminando ottavo; un Visconti in ripresa (nono) ed un Loddo (decimo) da cui ci si attendeva qualcosa in più.
Il festival Liquigas è poi proseguito nel pomeriggio sui 15,6 chilometri da Riccione a Misano Adriatico, volati a oltre 52 orari per fermare il tempo sui 17'51" e confermare così la leadership di Chicchi. Del resto quando si hanno in squadra ottimi passisti quali Bodnar, Vanotti, Dall'Antonia, Cimolai e Finetto (oltre a Zaugg e Santaromita, i due delegati a curare la classifica generale) attendersi una buona prestazione non è poi così difficile. 9 i secondi rifilati alla De Rosa (seconda), seguita dalla Lampre (a 15"), dalla Ceramica Flaminia (a 24") e dalla ISD, vincitrice un anno fa, che questa volta ha accusato 25". 30" invece il distacco dell'Androni Giocattoli mentre ben più indietro hanno terminato Acqua&Sapone (a 1'06") e Colnago-Csf (a 1'12").
Ultime annotazioni inevitabilmente riservate a Riccardo Riccò, che ha riattaccato il numero dietro la schiena dopo 20 mesi e che ha concluso la prima giornata di gara senza troppi patemi (in gruppo in mattinata, cercando di limitare i danni nella cronosquadre del pomeriggio). Le comunicazioni di RCS della giornata di ieri hanno per il momento escluso la possibilità di vederlo di nuovo partecipare al Giro d'Italia, ma forse adesso di tempo per rammaricarsi e di farsi domande non ce n'è neppure troppo. Conta solo pedalare e vivere alla giornata.
La buona prestazione nel cronoprologo inaugurale di ieri di questa Vuelta a Catalunya che l'aveva visto classificarsi in settima posizione era probabilmente la prima avvisaglia dell'estinzione del malefico sortilegio che finora aveva mantenuto a quota zero Mark Cavendish. Quel Cavendish che la Sanremo l'ha voluta finire ugualmente pur sapendo in cuor suo fin dal chilometro 0 che il 2010 non sarebbe stato l'anno della riconferma, dopo un inverno e una prima parte di stagione passati a combattere di tutto e di più (compresa la spinosa questione della leadership da dividere con un Greipel che ha obiettivamente dimostrato di valere i gradi e a cui non sarà andata troppo giù l'esclusione dalla Classicissima).
Intanto però, dopo il prologo d'apertura andato a sorpresa al tedesco Voss (ottima la Milram che ha piazzato anche il giovane Nerz in quarta piazza, preceduto da Leipheimer e Klöden), "Cannonball" è tornato a parlare il suo linguaggio preferito allo sprint e, una volta riassorbiti Castroviejo e Stetina (animatori di questa prima frazione), ha preceduto J.J.Haedo e Galdos per riassaporare quel gusto della vittoria che mancava dal settembre scorso in Missouri. Non sarà uno dei successi più memorabili del britannico ma l'importante è ricominciare, per ritentare la scalata al trono dello sprint non abbastanza spazioso per tutti i numerosi pretendenti ammirati in quest'avvio di stagione.
Per un Cavendish che ritrova il sorriso, un Andy Schleck che continua a non aver pace, costretto ad alzare bandiera bianca per problemi intestinali che vanno ad aggiungersi alla serie di inquietudini già sopraggiunte con i problemi al ginocchio. Un po' d'Italia intanto c'è (Malacarne ottimo 6° nel prologo) in attesa di rivedere qualche sprazzo anche da Ivan Basso (23" il ritardo accusato ieri dal varesino).